I batteri sono diventati refrattari agli antibiotici a causa del loro abuso da parte della medicina convenzionale. Di questo passo non riusciremo più a curare le infezioni. A rischio anche gli interventi chirurgici.
I sacerdoti dello scientismo preconizzano da tempo nuove pandemie che,
aggiungiamo noi, potranno essere sostenute da batteri multiresistenti. La
resistenza non è solo quella in atto, dei popoli contro il potere, ma anche
quella di virus e batteri contro gli antibiotici. Questi intelligenti
microrganismi, stanno sviluppando meccanismi di resistenza anti-antibiotici che
neutralizzano l’effetto terapeutico delle penicilline, con il risultato che i
nostri sistemi immunitari si troveranno privati di un alleato decisivo per
debellare le infezioni.
Questo naturale processo evolutivo di difesa, è accelerato e aggravato
dall’abuso della medicina ufficiale degli antibiotici. Ogni batterio che
sopravvive ad una cura antibiotica può diventare resistente, moltiplicarsi e
trasferire la sua capacità di resistere ad altri batteri. Alcuni ceppi
batterici si sono evoluti a tal punto da diventare resistenti a più antibiotici
contemporaneamente (multi-resistenza) ed in questo caso, trovare una cura
diventa molto difficile. Tra le specie batteriche più importanti divenute
resistenti agli antibiotici ci sono lo Staphylococcus aureus, che
può causare infezioni della cute e di tutto l’organismo (setticemia); la Klebsiella
pneumoniae, che provoca setticemie, infezioni polmonari; il Campylobacter, che
causa infezioni intestinali, e l’Escherichia coli che può
provocare diversi tipi di infezioni, tra le quali le più comuni sono le
infezioni urinarie.
La diminuzione dell’efficacia degli antibiotici esistenti, non è compensata
dalla introduzione di nuovi antibiotici (tra la scoperta di nuove molecole e la
loro utilizzazione trascorrono molti anni) e quindi con l’aumento della
frequenza di batteri multi-resistenti diventerà sempre più difficile guarire
dalle infezioni (1). Del resto per Big Pharma è molto più redditizio produrre
terapie profilattiche (vaccini) elargite a tappeto su tutta la popolazione mondiale
piuttosto che investire in ricerca.
L’antibiotico-resistenza non è un problema della singola persona infetta ma
è oggi una vero e proprio problema sociale, di priorità assoluta per la sanità
pubblica a livello mondiale. Secondo l’OMS, il fenomeno della
antimicrobico-resistenza sarà responsabile di 2,4 milioni di morti
soltanto nell’area OCSE con un impatto sull’economia pari a 3,5
miliardi di dollari l’anno, e un costo cumulativo di 120 trilioni di dollari,
una catastrofe dunque per la tenuta dei conti sanitari.
“Secondo la Banca
Mondiale l’impatto economico dell’ antimicrobico-resistenza potrebbe essere
peggiore di quello della crisi finanziaria del 2008-2009. I paesi a basso
reddito vedrebbero ridursi il PIL di oltre 5 punti percentuali, quelli a medio
reddito del 4,4 per cento, i paesi industrializzati del 3,1 per cento. Basti
pensare, inoltre, che sono già circa 33 mila le persone che
ogni anno muoiono in Europa per infezioni causate dalla resistenza ai batteri
con un impatto di circa un miliardo e mezzo di euro sul sistema sanitario e in
termini di perdita di produttività” (2).
L’Italia, assieme alla Grecia e alla Romania, è uno dei paesi in
Europa con i maggiori tassi di resistenza: negli ospedali
italiani i ceppi della Klebsiella pneumoniae sono resistenti
intorno al 50% ai carbapenemi, una classe di antibiotici ad ampio
spettro d’azione con struttura simile a quella delle penicilline e
cefalosporine. Per l’Acinetobacter si parla addirittura di un tasso
di resistenza dell’80-90% (3).
La risposta a un problema globale è una soluzione globale, ma ancora una
volta si tende a scaricare le responsabilità verso i singoli individui. Ci
fanno credere che per ripristinare l’efficacia terapeutica degli antibiotici,
basta limitarne l’utilizzo da parte dei singoli, allo stesso modo di come ci
fanno credere che per salvaguardare il pianeta, basta limitare il consumo
pro-capite di plastica. E’ un intero paradigma quello della medicina
convenzionale, di stampo biomedico riduzionista, ad entrare ufficialmente in
crisi. Urge una riflessione critica a tutti i livelli della medicina, dalla
formazione alla clinica, nonchè una vera e propria rivoluzione epistemologica
della scienza medica. Senza antibiotici efficaci potremmo tornare all’era
pre-antibiotica, quando i trapianti di organi, la chemioterapia per il cancro,
la terapia intensiva e tutte le altre procedure mediche, incluse alcune cure
odontoiatriche, non sarebbero più possibili senza l’insorgenza di infezioni
anche gravi. Le malattie batteriche si diffonderebbero e, non potendo più
essere curate, causerebbero la morte (3).
L’ordine dei medici sarà presto chiamato dal comitato “Di Sana e Robusta
Costituzione” a rispondere in merito al fenomeno in oggetto. L’antibiotico
resistenza è la frontiera giusta d’azione per lo scacco matto alla medicina
convenzionale.
NOTE
- https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/antibiotico-resistenza
- https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/antibiotico-resistenza-unemergenza-per-tutto-il-pianeta
- (ibidem)
- https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?id=219&lingua=italiano
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