Dietro la guerra tra Russia e Ucraina sappiamo che ci sono la ferocia di Putin, la perdita dell’egemonia sul mondo dell’Occidente, il nazionalismo e il militarismo di Zelensky, oltre alla sempre presente ma troppo spesso dimenticata matrice virile della violenza e della guerra. Ma alla fine della triste fiera emerge forte, guarda un po’, anche la sete di terre ricche di risorse indispensabili soprattutto per la produzione di armi ma anche di auto elettriche, batterie, smartphone. Dunque qualcosa che riguarda tutti noi e perfino la cosiddetta transizione energetica. Le chiamano terre rare. Ma faremmo bene a chiederci anche cos’altro è raro nel mondo o lo sta diventando sempre di più
Ma tu guarda che novità. Alla fine della fiera, più che
della guerra – giacché alcune sembrano non voler terminare mai – l’attuale,
maggiormente controversa tragedia alle porte dell’Europa potrà risolversi con
la concessione di cose preziose da parte di uno dei contendenti al potente,
mediatore di turno, che sono anche stavolta gli Stati Uniti. Che poi, il
mediatore è colui che giunge dall’esterno con nessuna responsabilità riguardo
alla contesa e, soprattutto, nessun conflitto di interesse. E lo sanno anche le
pietre che non è così.
In tale ennesimo capitolo di una Storia che si ostina a ripetersi – o forse
siamo noi tutti a volerlo – addirittura con risvolti peggiori, si tratta
di cose rare, ovvero terre. Viene definito come tale un
gruppo di diciassette elementi chimici che tra l’altro sono indispensabili
per la produzione di auto elettriche, batterie, armi e smartphone, le cui
vendite sono in aumento nel mondo. La Cina ha in mano circa il 60 per cento della produzione
mondiale, il cui valore si stima in centinaia di miliardi di dollari. Di
conseguenza, USA e Unione Europea mirano a diventare indipendenti da Pechino,
mentre l’Ucraina possiede riserve di terre rare tra le più ricche nel vecchio
continente, quindi tutto torna.
A questo punto mi sono ritrovato a chiedermi: cos’altro è raro nel
mondo, o lo sta diventando sempre di più? E ce ne stiamo occupando, lo
stiamo irresponsabilmente ignorando o al massimo diventa merce di scambio per
mettere in pausa il conflitto di turno, oppure ne è la miccia stessa? In poche
parole, quali sono le altre “cose rare” che meriterebbero altrettanto se non
maggiore attenzione da parte di tutti?
La prima è ovviamente l’acqua. Una cosa rara in molte, troppe
parti del mondo, al punto che secondo gli esperti
delle Nazioni Unite, a causa dei cambiamenti climatici – il che vuol dire di
noialtri – cinque miliardi di persone, ovvero i due terzi della popolazione
mondiale, dovranno affrontare almeno un mese di carenza idrica all’anno entro
il 2050.
Altra cosa rara è la terra stessa, altro che elementi
chimici. Gli scienziati avvertono che 24 miliardi di tonnellate di terreno fertile vengono perse ogni
anno, in gran parte a causa di pratiche agricole insostenibili, e che sempre
nel 2050 il 95% del suolo terrestre sarà degradato.
Sono cose rare, o lo stanno diventando in modo preoccupante, gli
alberi, visto che uno su tre è a rischio estinzione.
Ma la cosa rara che forse dovrebbe meritarsi un’attenzione speciale è l’aria
pulita, considerando che secondo una ricerca del WWF il 99% della popolazione del pianeta respira aria non sicura.
Poi ci sono le cose che risultano estremamente rare solo in alcune zone del
mondo, come il cibo, la cui mancanza è a giunta a un livello insostenibile per più di 700 milioni di persone
ad Haiti, in Mali, in Sudan e Sud Sudan, e ovviamente nei Territori Palestinesi
Occupati. E qual è la causa maggiore di questa inaccettabile rarità? Le guerre,
già, ecco il folle paradosso che ci riporta all’incipit.
Nondimeno, la potenziale, futura cosa rara che mi ha dato più da riflettere è quella dei nuovi nati nel mondo. Ancora una volta entro il 2050, i
tre quarti dei Paesi della Terra non avranno tassi di fertilità
sufficientemente elevati per sostenere la dimensione della popolazione nel
tempo. Ma al contempo, tale andamento risulterà opposto proprio nelle zone del
mondo a basso reddito, dove le nascite raddoppieranno. Così, chiudo gli occhi e
mi immagino uno scenario tristemente apocalittico: un’enorme massa di
bambini affamati che marcia verso i confini di elitari avamposti protetti da
muri, filo spinato e armi spianate, abitati da gente decrepita. Be’, a
questo punto, sapete quale cosa rara sento urgentemente la necessità di
proteggere, nutrire e far crescere quanto e anche di più di quegli stessi,
ottusi muri?
La speranza, esatto.
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