martedì 18 marzo 2025

Come diventare ricchi nel 2025? Serve una eredità - Valerio Sale


Inutile lavorare sodo, meglio dimenticarsi la carriera, ciò che conta è un’eredità. A inizio del Novecento i patrimoni ereditati valevano circa il 20% del Pil mondiale. Poi con le lotte e le conquiste sociali la percentuale si è ridotta drasticamente. Alla fine del secolo scorso con la fine della contrapposizione capitalismo contro comunismo, e l’avanzata del neoliberismo, la concentrazione della ricchezza è nuovamente aumentata e oggi il valore delle eredità è ritornato al 10% del Pil.

 

Esempio dinastie Rotschild e Agnelli

Chi può spiegarcelo meglio di due rappresentanti delle principali dinastie di ereditieri della storia? Sono i Rotschild e gli Agnelli, editori del britannico The Economist che ha svolto un’approfondita inchiesta sulle “ineguaglianze create dall’eredità”.  Un bel mea culpa che, se non fosse per alcune omissioni che vedremo più avanti, meriterebbe l’indulgenza plenaria. L’inchiesta fa emergere che le eredità in Francia sono raddoppiate dagli anni ’60. Quelle tedesche sono quasi triplicate dagli anni ’70. In Gran Bretagna sono il doppio in relazione ai guadagni dei nati negli anni ’80 rispetto alla generazione precedente. In Italia i patrimoni ereditari valgono il 15% del Pil nazionale.

Meno potere al reddito, più alla ricchezza

Risultato: diminuisce il potere del reddito ed aumenta quello della ricchezza. Le eredità sono centrali per determinare il benessere delle famiglie. Stipendio basso e patrimonio ereditato alto fanno la differenza con chi magari guadagna bene, ma non ha alle spalle alcun aiuto e del fieno in cascina. Prendiamo il caso del mercato immobiliare, ovvero dell’accesso al credito per ottenere un mutuo: se la banca “Mamma e Papà” fosse un’azienda sarebbe tra i dieci maggiori istituti di credito ipotecario. L’aiuto di genitori e parenti aumenta il tasso di proprietà immobiliare tra i giovani di più di un terzo, spiega The Economist.

Banca ‘mamma e papà’

L’analisi rileva che l’ascesa dell’eredità è dovuta principalmente a tre fattori: aumento della ricchezza legato a una crescita economica più lenta, invecchiamento della popolazione e calo demografico e una costante riduzione delle imposte di successione. Economisti come Thomas Piketty, che studia da anni le dinamiche delle diseguaglianze, fanno luce sul fattore principale per cui la maggior parte della ricchezza derivano dalle eredità: l’accumulazione di capitale generata dal sistema economico attuale. Nei Paesi più sviluppati le persone aumentano i risparmi a un ritmo abbastanza costante, ma il Pil aumenta meno rapidamente. Paesi a crescita più rapida, come gli Stati Uniti, sono meno condizionati dall’ereditarietà rispetto a quelli più lenti, come la Germania e l’Italia. Quando il patrimonio accumulato si trasforma in eredità e l’economia reale non offre opportunità di crescita, le disuguaglianze aumentano.

‘Finanza etica’ e scorciatoie

E’ quello che denunciano anche diversi Forum sulla finanza etica e l’economia sostenibile. Ed è quello che hanno dimenticato di sottolineare gli editori dell’Economist che amministrano i propri patrimoni (ereditati) attraverso sistemi di concentrazione economica e un ginepraio di riduzioni ed elusioni fiscali. La dinamica di riduzione delle imposte di successione non fa che confermare che ai più ricchi va ancor di più, accrescendo la diseguaglianza economica con il resto della società.

Le imposte di successione

«All’inizio del XX secolo, le entrate derivanti dalle imposte di successione rappresentavano una fetta considerevole delle entrate fiscali totali in America e Gran Bretagna. Ma a partire dagli anni 2000, i politici dei diversi schieramenti si sono fatti paladini della lotta contro le imposte. Oggi le imposte di successione rappresentano ben meno dell’1% delle entrate governative nei Paesi ricchi» dichiara il prof. Salvatore Morelli del “Forum Disuguaglianze e Diversità” che ha effettuato ricerche sul tema e che lo stesso The Economist cita come fonte. E sempre l’economista italiano ci aiuta ad osservare più da vicino la situazione dell’Italia.

Italia la media del pollo: chi tutto chi niente

Banca d’Italia e Istat indicano il patrimonio netto delle famiglie a quasi 10.500 miliardi di euro. Questo corrisponderebbe a circa 175mila euro di ricchezza per cittadino, ma in realtà sono 50mila coloro con un patrimonio medio di circa 15 milioni di euro, mentre la ricchezza pro-capite dei 25 milioni di adulti più poveri si avvicina ai 7mila euro.

«In Italia, attualmente, i lasciti ereditari superiori ai 10 milioni di euro generano imposte versate che valgono solo l’1% di tutto il valore del lascito. Questo onere fiscale era di 6 volte superiore negli anni ’90, poi c’è stata la riforma voluta fortemente da Berlusconi». La progressività dell’imposizione fiscale, sancita dalla Costituzione, resta una chimera.

da qui

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