Le bollette italiane sono le più care d’Europa: il 30% più alte di quelle della Germania e il doppio di quelle della Spagna. “Da ormai tre anni, denuncia la CGIL, mentre le grandi aziende del settore energia registrano bilanci stellari, circa 2,2 milioni di famiglie italiane sperimentano il dramma della povertà energetica. Si tratta quasi dell’8% della popolazione del Paese. A essere specialmente colpiti sono gli anziani: il 47% di loro è a rischio o in povertà energetica. Per di più, complice anche la fine del mercato tutelato, la spesa media annuale di una famiglia tipo è destinata ad aumentare ulteriormente, sfiorando i 3mila euro l’anno.”
Sono circa
13.200 i possibili contratti del libero mercato di energia tra i quali una
famiglia dovrebbe scegliere il più adeguato alle proprie esigenze. E in molti
casi, oltre al costo di luce o gas, questi contratti obbligano ad acquistare servizi
accessori: assicurazioni, canoni di manutenzione delle caldaie, servizi di
telemedicina oltre costi occulti in caso di recesso anticipato e cambi tariffe.
Costi e servizi accessori che spesso nulla hanno a che vedere con l’erogazione
del gas o dell’elettricità. E’ l’amara constatazione che arriva dalla Caritas
di Roma, che denuncia con forza le ipocrisie e i paradossi del “mercato
libero” nei contratti, “le cui offerte economiche sono consultabili sul
Portale ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che
risultano incomprensibili ai più e soprattutto quasi mai effettivamente
convenienti.” Anche per gli anziani, i disabili e i percettori di redditi
bassi, i clienti “vulnerabili” che sono rimasti gli unici ad aver diritto al
mercato “tutelato”, la situazione appare critica: al momento, per il complesso
meccanismo della formazione del prezzo, stanno pagando circa il 18% in più
rispetto ai clienti non vulnerabili approdati al Servizio di Tutele Graduali
(STG). I vulnerabili adesso hanno tempo fino al 30 giugno 2025 per accedere al
STG cercando di risparmiare così qualche centinaio di euro su base annua. Al
momento, il libero mercato si sta traducendo in grandi profitti per le imprese
e in un crescente rischio di povertà per le famiglie. Un rischio più volte
segnalato, che oggi è diventato realtà.
“E come
se non bastasse, denuncia la Caritas di Roma, il
mercato si è arricchito di offerte con vendite abbinate: nella bolletta il
cliente trova costi di assicurazioni improbabili o ancora servizi di
telemedicina dal costo di 150 euro annui, più o meno l’equivalente su base
annua del bonus sociale. Tutto questo non è tollerabile. Alle offerte del
libero mercato poco convenienti si aggiungono i costi di servizi accessori non
richiesti che erodono i tentativi di calmierare il costo della bolletta. Una
situazione che, come spesso accade, sta mettendo in crisi soprattutto le
famiglie più fragili e gli anziani, che sempre più si rivolgono ai centri di
ascolto parrocchiali per chiedere un aiuto per il pagamento delle bollette.”
La Caritas di Roma dal 2022 ad oggi si è attivata con
iniziative come la “Bolletta sospesa” e “Fondo famiglia” in aiuto di oltre 200
mila euro per consentire il pagamento delle bollette ed evitare i distacchi per
morosità e ha diffuso un Manuale operativo dei diritti per accompagnare le
parrocchie (e non solo) nella tutela delle famiglie fragili.
La Caritas
di Roma ha anche chiesto un intervento urgente su più fronti
per: 1. Stabilizzare bonus sociali elevando le soglie ISEE a
euro 15.000 e rivedendo la soglia di età dei beneficiari abbassandola
dall’attuale 75 a 70 anni. A copertura della misura può contribuire anche
quanto ricavato dalle truffe del 110% in considerazione del fatto che
l’efficientamento energetico degli edifici doveva e poteva essere pensato come
leva principale per contrastare la povertà energetica con una seria
riqualificazione dell’edilizia popolare; 2. Ripulire da
bolletta da costi impropri vietando la vendita abbinata di servizi estranei
alla fornitura di energia elettrica e gas almeno per i clienti definiti
vulnerabili, introducendo idonee sanzioni in caso di violazioni, da destinare
al sostegno delle famiglie in difficoltà; 3. Introdurre una
valutazione (Rating) di legalità obbligatoria e specifica per le aziende che
operano nel settore della vendita di energia elettrica e gas per estirpare il
fenomeno delle truffe telefoniche e delle diverse pratiche commerciali
scorrette; 4. Rafforzare la campagna di comunicazione per
avvertire i clienti vulnerabili della possibilità di accesso al Servizio a
Tutele Graduali entro il 30 giugno 2025; 5. Semplificare e
rafforzare gli strumenti di tutela rendendo maggiormente accessibile il
servizio conciliazione energia predisposto da ARERA adottando anche strumenti
di moral suasion e leve reputazionali per favorire la risoluzione delle
controversie.
“Non si
può pensare, ha dichiarato dichiara Giustino Trincia, direttore
della Caritas diocesana di Roma, di gestire il “libero
mercato” permettendo ingiustizie sociali e confidando nel sostegno del mondo
del volontariato. Chiediamo invece, anzitutto al Governo e al Parlamento, di
garantire la dignità delle persone a partire dal riconoscimento dei bisogni
essenziali quali la fornitura di acqua, energia elettrica e gas in un contesto
di fiducia reciproca e legalità”.
Qui il Manuale della Caritas
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