Il Corriere del Veneto nell’edizione del primo aprile ci informa che i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) (mai definiti dalla modifica del Titolo V della Costituzione), grazie alla ministra di FI Gelmini ora “vanno in soffitta”. E purtroppo non è un pesce d’aprile…
Chi si richiama agli art. 116 e 117 della Costituzione per affermare che
l’autonomia differenziata va realizzata, guarda caso dimentica sempre di dire
che la definizione dei Lep attende dal 2001. Anche loro sono previsti (art.
117, comma 2, lett. m), ma evidentemente non risultano graditi perché troppo
costosi all’Asse del Nord e pertanto vengono messi in “soffitta”. Ricordo che i
Lep sono quei servizi e quelle prestazioni che lo Stato deve garantire
in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, in quanto consentono il
pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini. Non sono un
aspetto secondario da mettere in “soffitta”, almeno se si pensa di vivere
ancora nello stesso Paese. Va anche detto che servirebbero i Lup, cioè i
“Livelli uguali delle prestazioni, per evitare in un futuro, che a questo punto
appare remoto, che sia possibile il realizzarsi dell’ennesimo inganno,
abbassando alla percentuale più bassa possibile gli ancora indefiniti Lep per
potere così continuare nelle sperequazioni.
Si realizza, nel silenzio dei più, l’ennesimo scippo al Mezzogiorno,
certificando il fatto che parlare di “razzismo di Stato” non è una forzatura,
ma semplicemente una constatazione di una evidenza macroscopica.
Con questa ennesima forzatura chi ha avuto avrà sempre di più a danno di chi
non ha mai avuto, e grazie al meccanismo della “spesa storica” (quel meccanismo
per cui Reggio Emilia ha più di 60 asili e Reggio Calabria, con più abitanti,
solo 6) continuerà a non ricevere.
Il fossato fra le due parti del Paese diventerà così sempre più profondo e a
poco serve il risibile richiamo nell’articolo al 40% dei fondi del Pnrr
destinati al Sud, dato che il Dipartimento Politiche Sviluppo, pochi giorni fa,
a proposito dell’allocazione territoriale dei fondi Pnrr, ha comunicato che il
40% destinato al Sud è tutto da verificare, non è garantito e dipende dai
bandi…
È doveroso a questo punto ricordare che l’Italia ha ricevuto la quota più alta
di fondi del Pnrr (191,5 miliardi €) fra tutti i Paesi UE proprio per iniziare
a recuperare l’enorme differenza territoriale fra Nord e Sud del Paese, caso
unico in Europa. Secondo le indicazioni di Bruxelles, la quota da destinare al
Sud doveva essere del 65% circa. Ma il Governo ha abbassato l’asticella al 40%.
Peccato che dalla lettura del documento inviato dal governo alla Commissione UE
si è verificato che la quota reale destinata è di circa il 16%.
Si certifica così (mentre larga parte dei politici del Sud stanno a guardare o
sono complici) la fine di quanto previsto nella prima parte della Costituzione
e cioè di cittadini italiani tutti con gli stessi diritti, in cambio di una
“doppia cittadinanza”, di serie A al Nord e di serie B al Sud (così com’è in
realtà da anni, ma adesso è addirittura ratificata) e il prossimo conseguente
avvio della balcanizzazione del Paese non appena questa situazione, totalmente
taciuta e mai divulgata dai media, diventerà un’evidenza per cittadini del
Mezzogiorno con le tasche sempre più vuote.
Ma evidentemente va bene a molti, soprattutto ai territori dell’Asse del Nord,
quelli della “Locomotiva”, e ai loro Governatori, Bonaccini, Fontana &
Zaia, a cui è utile anche per poter proseguire sulla strada delle
privatizzazioni. Esemplificativo il richiamo che troviamo su “L’Indipendente”
del 2 di aprile che ci avvisa che con l’intramoenia la Sanità a pagamento si
sta mangiando quella pubblica.
“In alcune aziende sanitarie locali le visite a pagamento hanno superato quelle
effettuate attraverso il canale pubblico ordinario. Una situazione
particolarmente grave in Lombardia (non a caso regione laboratorio nel processo
di privatizzazione della Sanità italiana) al punto che la Regione ha deciso
pochi giorni fa di intervenire per limitare il fenomeno, con l’assessore alla
Sanità, Letizia Moratti, che ha affermato che l’intramoenia deve essere una
libera scelta e non l’unica via per ottenere visite in tempi ragionevoli.
Peccato che i buoi siano scappati dal recinto da un pezzo”.
Inutile dire che si evidenzia ancora una volta, come più volte ribadito anche
dal “Laboratorio per la Riscossa del Sud”, come il Sud è senza rappresentanza.
Un motivo in più per continuare tenacemente ad opporsi all’“autonomia
differenziata” che, non a caso, sembra arrivare in dirittura d’arrivo proprio
con il governo Draghi, il più classista, antimeridionale e favorevole alle
privatizzazioni di tutta la storia della Repubblica.
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