giovedì 7 aprile 2022

Grano transgenico in Argentina - Fernando Frank

 

(Originale su  Revista Biodiversidad, sustento y culturas #110 )

 

In Argentina è in corso un'intensa discussione riguardo l'approvazione e la diffusione di un grano transgenico: il grano HB4 dell'azienda Bioceres, tollerante all'erbicida glufosinato-ammonio e resistente alla siccità. Ripercorriamo alcuni fatti e prese di posizione con l'obiettivo di avanzare nella comprensione di un conflitto complesso e importante.


Produzione e consumo di grano

A partire da un lungo processo storico l'Argentina di oggi ha un intenso legame con la produzione e il consumo di grano, produce ed esporta grandi quantità di grano e farine: il paese è il quinto esportatore a livello mondiale.

Questa priorità della produzione di grano rispetto ad altre colture risale al modello di agro-esportazione della fine del XIX secolo, agli impulsi della Rivoluzione Verde della metà del XX secolo e a quelli dell'agribusiness dagli anni '90.

L'Argentina ha anche un elevato consumo di derivati della farina di grano. Tale consumo è elevato praticamente in tutte le culture alimentari presenti in ogni territorio del paese e molti milioni di persone consumano derivati del grano tutti i giorni della loro vita. Oltre al pane sulla tavola che accompagna i pasti della famiglia, ci sono molti altri prodotti come spaghetti, pizze, pasta e, sempre più spesso, varie forme di alimenti ultra-processati, soprattutto dolci da forno industriali.
 

I transgenici

L'altra caratteristica storica dell'Argentina è che è uno dei pochi paesi agricoli del pianeta che dedica grandi estensioni di terra, soprattutto le più produttive, alle monocolture transgeniche di soia e mais. Fin dagli anni '90 le aziende hanno sviluppato sementi transgeniche per le principali colture della Rivoluzione Verde: mais, grano e riso. Il rifiuto fu immediato da parte dei consumatori, delle loro organizzazioni e da una parte critica del mondo accademico. La strategia era di evitare il riso, il grano e concentrarsi su soia e mais. Questo perché sia la soia che il mais sono usati principalmente per l'alimentazione animale, nell'industria alimentare e negli agrocarburanti, quindi non utilizzati per l'alimentazione umana diretta, come il grano e il riso.

Oggi, che le imprese sono diventate più potenti sia economicamente sia in termini di influenza diretta sugli organismi regolatori, vale per tutto. E la punta di lancia è ancora una volta l'Argentina. In un contesto di crisi estrema le innovazioni sono presentate come all'avanguardia, mentre in realtà si tratta di pericolosi esperimenti di massa.
I 62 eventi transgenici approvati in Argentina hanno in maggior parte due caratteristiche: tolleranza agli erbicidi e produzione della tossina insetticida Bt.

La massificazione della monocoltura di soia e mais transgenici tolleranti agli erbicidi è avvenuta attraverso il pacchetto di semina diretta. Così come per la Rivoluzione Verde, sono stati utilizzati ibridi e varietà “migliorate”, fertilizzanti di sintesi industriale, pesticidi e macchinari pesanti. Con la semina diretta il pacchetto tecnologico è stato raddoppiato: agli ibridi si sono aggiunti gli OGM, l'uso di fertilizzanti sintetici ha continuato ad aumentare, sono stati aggiunti pesticidi di ogni tipo e l'utilizzo di macchinari come le seminatrici per la semina diretta.

 

La semina diretta ha sostituito l'aratura con erbicidi. Negli anni '90, le aziende sementiere e agrochimiche e l'accademia ad esse collegata hanno presentato questo pacchetto di semina diretta e di transgenici come un modo per ridurre l'uso di erbicidi. Il problema delle erbe infestanti è stato persino considerato risolto e i team di ricerca sull'ecologia delle erbe infestanti sono stati sciolti. Almeno dal 2001, le erbacce tolleranti al glifosato iniziarono rapidamente a colonizzare le coltivazioni transgeniche e l'uso di erbicidi, lontano dal diminuire, è cresciuto in forma esponenziale fino a diventare, oggi, un problema totalmente fuori controllo. Nel contesto di uno stato che non registra l'uso di questi agrotossici, abbiamo pochi dati sul problema. Certo, abbiamo dati di fatturazione delle imprese, e questi mostrano una crescita nell'ordine del 1279% nel consumo di erbicidi tra gli anni 1991-2011, secondo quanto riportato dal dossier “Evoluzione del mercato di erbicidi in Argentina” dell'INTA (Istituto Nazionale di Tecnologia Agraria) del 2012. Altra stima, riportata da Fernando Andrade (dell'INTA e del Conicet - Consiglio Nazionale di Ricerche Scientifiche e Tecniche) nel libro “Le sfide dell'agricoltura argentina” dimostra che il consumo di erbicidi è cresciuto da 1.95 litri per ettaro/anno nel 1991 a 9 litri per ettaro/anno nel 2012, “un valore alto per la media mondiale”.

Il grano HB4 della Bioceres è parte di questo problema: la tolleranza all'erbicida glufosinato ammonio fa sì che, diffondendo questi semi e la pratica di utilizzare periodicamente questo agrotossico, cresca il consumo di glufosinato nelle coltivazioni e, con questo, cresca anche la presenza di residui dello stesso agrotossico nei grani e nelle farine.


Grano e transgenici

Come dicevamo, l'Argentina è un tipico paese produttore di grano e, allo stesso tempo, un paese votato all'uso massiccio di semi geneticamente modificati. Tuttavia, nel corso dei 25 anni di coltivazioni transgeniche nel nostro paese, queste due tendenze erano rimaste separate.

Da almeno venti anni esistono grani transgenici “pronto per il mercato”, ma nessun paese del pianeta li ha mai rilasciati commercialmente. Questo dimostra che il rifiuto è enorme, un rifiuto che viene dalle persone che li consumano, da quelle che li producono e dagli industriali a tutti i livelli, anche dalla parte più concentrata del mercato internazionale del grano. Così, come il rifiuto che ha avuto luogo in Argentina, anche in altri paesi ci sono stati dibattiti simili.


Nel 2016 abbiamo letto una notizia particolarmente strana: un carico di grano argentino era stato rifiutato dalla Corea del Sud perché conteneva grano geneticamente modificato. Il grado senza dubbio era illegale: nessun paese al mondo aveva approvato alcun tipo di grano transgenico e, ovviamente, tanto meno l'Argentina. Cercando informazioni sulla sperimentazione di semi transgenici abbiamo letto di grani tolleranti al glifosato dagli Stati Uniti. Riguardo l'Argentina abbiamo trovato riferimenti a esperimenti su grani modificati per resistere alla siccità, al freddo, grani senza glutine e resistenti agli erbicidi (glifosato e glufosinato ammonio).

E, naturalmente, abbiamo letto dei progressi sulla produzione del gene HB4. Questo gene è stato isolato da piante di girasole dal Conicet e dalla Universidad Nacional del Litoral, e brevettato nel 2004. Si è poi consolidato un partenariato pubblico-privato con il quale il Conicet e l'UNL hanno rilasciato il brevetto alla società Bioceres.
Nel 2015 è stata approvata la prima soia HB4 da parte dell'Indear (Instituto de Agrobiotecnología de Rosario, una società del gruppo Bioceres). Il grano HB4 ha ricevuto, sempre nel 2015, la risoluzione positiva della Conabia (Commissione Consultiva Nazionale sulle Biotecnologie Agricole) secondo cui il transgenico “è conforme a tutti i requisiti normativi”…

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