Verso un’abbondanza frugale… vi proponiamo una riflessione e una iniziativa:
5 seminari con i contributi dei/delle partecipanti
Limiti alla crescita: la svolta
necessaria
La situazione mondiale è critica: la popolazione umana ha raggiunto la
cifra di 8 miliardi, e il suo impatto sul pianeta ha alterato i processi e le dinamiche
del nostro pianeta a tal punto, da innescare una trasformazione dell’ecosistema
globale. Dopo un lungo periodo di stabilità, Gaia sta cambiando, con modalità e
con tempi a noi ignoti: cambia il clima, la composizione dell’atmosfera e degli
oceani; cambiano i profili delle coste, mutano le relazioni tra i viventi e i
rapporti tra i viventi e la componente ‘artificiale’ costruita dagli umani.
Nei millenni è andata crescendo la consapevolezza delle conseguenze
negative che le attività umane possono provocare nei sistemi naturali che ci
ospitano, e da parecchi decenni sono disponibili anche conoscenze scientifiche
che documentano i profondi cambiamenti in atto a livello globale, e forniscono
indicazioni per evitare il collasso dell’umanità.
In un report scritto nel 1972 (Limits to growth) alcuni grafici
illustravano le previsioni per i decenni futuri, a seconda delle scelte
politiche ed economiche mondiali del presente. Se tali scelte fossero
continuate immutate, era previsto un collasso globale tra il 2000 e il
2050.
Quel momento è arrivato. Che cosa può fare la società civile? E la gente
comune, che non ha in mano le leve del potere?
La guerra come acceleratrice di collasso
Quando abbiamo iniziato a pensare a questi Seminari non era ancora
‘scoppiata’ la guerra. Il conflitto violento (improvviso ma forse non
inaspettato…) ha messo in luce l’insostenibilità delle scelte politiche,
economiche, sociali e ambientali che hanno caratterizzato le relazioni
internazionali dalla fine della seconda guerra mondiale. Dopo tante guerre
preparate, armate e combattute lontano dall’Europa, la violenza si sta
manifestando anche qui – vicino a casa nostra. I media ci offrono giorno dopo
giorno uno spettacolo tragico di sofferenza e distruzione, accerchiandoci.
Tra gli attori coinvolti non ci sono solo le persone e le armi: lo
‘sfondo’ lo scenario che pensavamo come uno sfondo immobile e irrilevante, ha
preso vita, e partecipa all’agonia. Nelle zone bombardate il suolo è coperto di
macerie, l’acqua inquinata, l’aria irrespirabile. Gli alberi sono
scorticati, gli animali uccisi o scomparsi. Intorno si irradiano veleni, in
cerchi sempre più vasti, saldando i disastri locali con il degrado globale.
Per chi avesse occhi e cuore per capire che cosa sta succedendo, lo
spettacolo della guerra in atto avrebbe una grande valenza pedagogica: la
produzione, il commercio, l’uso e lo ‘smaltimento’ delle armi sono attività che
contribuiscono in modo molto efficace al cambiamento climatico e alla
trasformazione del nostro pianeta: richiedono materie prime preziose, che si
ottengono sventrando montagne e soffocando le proteste delle comunità locali; i
luoghi di produzione – in cui vengono portati con lunghi viaggi dai luoghi di
estrazione – richiedono poi grandi quantità di energia per l’assemblaggio.
Sempre più potenti e sofisticate, le armi devono poi essere sperimentate in
laboratori e poligoni di tiro, prima di essere avviate – con altri lunghi
viaggi – ai luoghi di destinazione. Dopo l’uso le armi (dai fucili ai carri
armati, dai missili alle pallottole), ormai inutilizzabili, vengono
abbandonati. Pochi sono riciclati per nuove azioni di violenza.
Vogliamo coinvolgervi!
Oltre all’azione politica e alle scelte individuali, per contrastare la
violenza dilagante si può avviare (o proseguire) una trasformazione
contemporaneamente interiore e collettiva, che ci aiuti a
- smascherare
le narrazioni e i miti che alimentano la visione dominante e impediscono
il cambiamento;
- suggerire
prospettive e visioni nuove e creative, in grado di offrire orientamenti
per una convivenza armoniosa dell’umanità in Gaia.
Vi proponiamo di riflettere insieme su alcuni temi, con una serie di conversazioni con
persone che ci aiuteranno nel dialogo. Per chi lo desidera, tali conversazioni
saranno precedute, e seguite, da due iniziative:
- la prima sarà
una raccolta di suggerimenti e aspettative scritte da voi, che vi
invitiamo a inviarci al più presto insieme alla vostra iscrizione
al percorso: ci aiuteranno nella preparazione degli incontri.
Come potete leggere scorrendo la scheda sotto e raggiungibile
anche mediante questo link, al titolo di ogni incontro
sono associate alcune parole e frasi: le consideriamo come spunti per
stimolare da parte vostra intuizioni, associazioni di idee, suggerimenti
da comunicarci per orientare il dialogo;
- la seconda iniziativa
sarà un incontro conclusivo in cui cercheremo di individuare alcuni
possibili ambiti di impegno (personale, professionale, collettivo), come
orientamento all’azione. Inoltre potrebbero emergere altri temi sui quali
eventualmente proseguire in futuro la riflessione tutti insieme.
Aspetti organizzativi
Tutte le conversazioni si svolgeranno dalle 17 alle 20, in
presenza e in remoto, e saranno registrati. A chi lo desidera sarà rilasciato
un attestato di frequenza.
INFO per insegnanti: sulla Piattaforma SOFIA questo ciclo di incontri
(riconosciuto dal MIUR) è identificato con la sigla ID 71598.
INFO per studenti universitari: a essi/e (previo accordo con i loro
docenti) potranno essere riconosciuti dei Crediti Formativi.
L’iscrizione è
obbligatoria per tutt*.
Le/i partecipanti sono vivamente invitat* a contribuire al rimborso spese (segreteria,
spazi, gestione informatica) con un’offerta libera.
Il programma degli incontri
Giovedì 12 maggio
Parole che costruiscono mondi: l’importanza del linguaggio e dei
linguaggi nel definire il mondo e nel descrivere/collocare se stessi nel mondo
Ad accompagnarci su questo tema ci sarà Martin Dodman (Università
della Valle d’Aosta)
Lunedì 6 giugno
Materialità, limiti e potenzialità dell’infosfera: artefatti incorporati
nelle pratiche sociali e intrisi di significato sociale
Ci guiderà Norberto Patrignani (Politecnico di
Torino)
Lunedì 4 luglio
Abitare il selvatico: pratiche di cura e convivenza interspecifica
Ci accompagnerà Alice Benessia (Fondazione Pianpicollo Selvatico)
Lunedì 12 settembre
Limen – limes: “normalizzare” le migrazioni. Climi ostili tra ordinario
ed eccezionale. Spostamenti forzati e disuguaglianze.
Sarà con noi Maria Perino (Università del
Piemonte Orientale).
Data da stabilire
Incontro conclusivo (con o senza ‘accompagnatori/trici, da decidere insieme ai/alle
partecipanti)
Testimonianze e riflessioni
Dopo l’incontro conclusivo ci piacerebbe lasciare una traccia scritta di
questa esperienza collettiva, con la stesura di uno o più articoli che
documentino gli aspetti che saranno risultati più significativi, non solo per
condividerla con chi ha partecipato all’esperienza e ai lettori interessati, ma
anche per comunicarla a una cerchia più ampia: il mondo accademico, le
associazioni ambientaliste e nonviolente, i giovani attivisti di XR e FFF, le
scuole…
Intendiamo in tal modo promuovere, comunicare e valorizzare varie forme di
dialogo: tra ambiti disciplinari diversi; tra ‘esperti’ e ‘dilettanti’; tra
ricercatori, studenti, attivisti.
Il dialogo può favorire le sinergie, e dare forza a forme di pensiero e a
strategie di azione in grado di contrastare le forme di violenza attualmente
dominanti, per proseguire con crescente armonia l’esperimento dell’umanità su
Gaia.
“Vision without action is useless. But action without vision is
directionless and feeble. Vision is absolutely necessary to guide and motivate
action”
(Donella H. Meadows, Jorgen Randers, Dennis Meadows, Limits to
Growth: The 30-Years Update, Chelsea Green Publishing, 2004).
Questo progetto nasce dalla collaborazione tra il Centro Studi Sereno
Regis, il Centro Interuniversitario IRIS e la rivista scientifica
internazionale Visions for
Sustainability
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