mercoledì 17 luglio 2024

UK, così il Paese della privacy trasforma medici e infermieri in aspiranti spie - Mirko Marchi

 

Si chiama Servizio di consulenza clinica antiterrorismo (Counter Terrorism Clinical Consultancy Service) e detto così suona pure bene. In pratica, vuol dire che la polizia del Regno Unito ha accesso alle informazioni mediche riservate dei pazienti attraverso un nuovo programma di condivisione dei dati concordato con il Servizio sanitario nazionale lanciato nell’aprile scorso. Bello, no? Fa piacere a tutti sapere che la polizia conosce gli esiti dei tuoi esami o dei tuoi disturbi, anche quelli più intimi e delicati.

È l’ultima novità britannica, dove un tempo il rispetto della privacy era un obbligo, un must della vita sociale. Adesso tre centri della polizia situati a Londra, Manchester e Birmingham, analizzano i dati che psichiatri, psicologi e infermieri di trasmettono, ovviamente all’insaputa dei loro pazienti, agli agenti di polizia antiterrorismo. il tutto attraverso tre trust del servizio sanitario nazionale che hanno vinto un bando da 17 milioni di sterline (21,8 milioni di dollari) lanciato lo scorso anno dalle agenzie di sicurezza. “Lo scopo della squadra”, diceva l’annuncio, “è quello di lavorare con gli agenti antiterrorismo nella valutazione e nella gestione dei rischi posti da individui con gravi malattie mentali”.

Il fatto è che il programma, in realtà, non si occupa degli “individui con gravi malattie mentali”, i quali sono già scrutinati per ragioni sanitarie ma soprattutto di persone che non hanno alcuna “malattia”, al massimo disturbi di lieve entità, e quasi sempre privi di qualunque precedente penale. E non raramente persino di bambini.

L’organizzazione non governativa Medact ha provato ad analizzare la questione. Ha ammesso che è troppo presto per avere una rilevazione statistica credibile sui risultati del programma varato nello scorso aprile. Però ha ripubblicato i dati relativi a una sua precedente ricerca, centrata sul programma prima attivo, chiamato Prevent. Nel 2015 Prevent ha cominciato a chiedere ai lavoratori del settore pubblico, compresi i medici e il personale del servizio sanitario nazionale, di segnalare le persone che a loro giudizio potevano essere “suscettibili alla radicalizzazione”. Un programma di delazione sociale, insomma, i cui dati hanno mostrato che gli inglesi di fede msusulmana avevano 23 volte più probabilità di essere segnalati rispetto agli individui di pelle bianca. Secondo gli ultimi dati delle fonti ufficiali governative, le segnalazioni arrivate a Prevent dal settore sanitario sono state, nel solo periodo 2022-2023, 606 su 6.817 segnalazioni totali.

Insomma, la polizia britannica ha monitorato attraverso Prevent decine di migliaia di persone. E il nuovo programma, secondo gli attivisti di Medact, rischia di trasformare gli operatori della salute in una sottospecie di spia. Charlotte Heath-Kelly, docente di Politica e Studi internazionali all’Università di Warwick e autrice del rapporto di Medact, ha scritto che il programma consente alla polizia di accedere alle cartelle cliniche delle persone di interesse senza il loro consenso e di “gestirle di nascosto… Questo rapporto di lavoro segreto tra la polizia antiterrorismo e gli enti fiduciari del servizio sanitario nazionale solleva profonde preoccupazioni sul fatto che il personale del servizio sanitario nazionale venga cooptato in una funzione di polizia, sorvegliando i pazienti e agendo al di fuori del loro mandato di operatori sanitari”.

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