Oggi i lavoratori di Seul, Corea del Sud, iscritti al sindacato interno a Samsung Electronics, hanno iniziato uno sciopero a tempo indeterminato che potrebbe minacciare la produzione di chip, un settore in cui la multinazionale tecnologica è leader globale.
Già lunedì della scorsa settimana 6.500
lavoratori avevano partecipato a uno sciopero programmato di tre giorni,
protestando per migliori salari e condizioni di lavoro. Tuttavia, dopo non aver
ricevuto risposte dall’azienda, il Nationwide Samsung Electronics Union (NSEU)
ha deciso di proseguire l’astensione dal lavoro, secondo quanto dichiarato dal
vicepresidente del sindacato, Lee Hyun Kuk. Questo sindacato rappresenta 28.000
lavoratori, circa un quarto della forza lavoro globale di Samsung.
Samsung, il più grande datore di lavoro
privato della Corea del Sud, domina il mercato globale dei chip di memoria,
essenziali per la memorizzazione delle informazioni nei computer e in altre
apparecchiature elettroniche. L’azienda è anche un importante produttore di
chip logici, dietro solo alla Taiwan Semiconductor Manufacturing Company.
Le trattative tra il sindacato e Samsung
sono in corso da gennaio, focalizzate su ferie e stipendi. “Man mano che lo
sciopero prosegue, il sangue della dirigenza si seccherà e alla fine si
siederanno al tavolo delle trattative in ginocchio,” ha dichiarato il sindacato
in un comunicato.
Secondo il sindacato, lo sciopero di
questa settimana ha rallentato alcune operazioni e produzioni della Samsung.
Tuttavia, un portavoce dell’azienda ha affermato che lo sciopero non ha avuto
impatti significativi sulla produzione e che Samsung si impegna a evitare
interruzioni future, continuando a negoziare in buona fede con il sindacato.
Avril Wu, vicepresidente senior della
ricerca presso la società di analisi di mercato TrendForce, ha minimizzato
l’impatto dello sciopero, sottolineando che l’elevato livello di automazione
nelle fabbriche riduce la necessità di manodopera manuale, rendendo l’impatto
minimo. Anche il mercato dei chip non sembra essere
preoccupato per l’attuale situazione.
Non è dello stesso parere l’autorevole
analista finanziario Bloomberg, che spiega come sia vero che la maggior parte
della produzione HBM di Samsung è automatizzata, ma che qualsiasi interruzione
dovuta allo sciopero potrebbe seriamente danneggiare le possibilità
dell’azienda di sostituire il rivale SK Hynix come fornitore preferito di chip
di memoria di Nvidia.
Questo sciopero segue una precedente
protesta di un giorno a giugno, la prima nella storia dell’azienda. I
lavoratori chiedono un aumento salariale del 3,5 percento, miglioramenti nelle
politiche di bonus e un giorno di ferie aggiuntivo. Inoltre, il sindacato vuole
che Samsung risarcisca i lavoratori per i salari persi durante lo sciopero.
Nonostante i lavoratori abbiano ricevuto
bonus fino al 30 percento in passato, l’anno scorso non hanno ottenuto alcun
bonus, con un guadagno medio di circa 80 milioni di won (circa 60 mila dollari)
prima degli incentivi. “Non torneremo finché non saranno soddisfatte tutte le
richieste,” ha dichiarato Lee.
La scorsa settimana, Samsung ha
annunciato un incremento maggiore del previsto nell’utile operativo per il
secondo trimestre, raggiungendo i 7,5 miliardi di dollari. Le azioni
dell’azienda hanno recentemente toccato massimi pluriennali, alimentate
dall’aumento della domanda di chip per applicazioni di intelligenza artificiale (JobNews).
Per decenni, Samsung è stata nota per la
sua avversione verso i sindacati. Solo recentemente i sindacati hanno iniziato
a organizzare i lavoratori dell’azienda. Il gruppo Samsung fino al 2020 non
consentiva ai sindacati di rappresentare i propri dipendenti. Ha dovuto
modificare il suo approccio dopo che l’azienda è stata sottoposta a un intenso
controllo pubblico, in seguito al processo subito dal suo presidente per
manipolazione del mercato e corruzione.
Dopo l’annuncio del sindacato le azioni
della società sono state scambiate in modo stabile o leggermente in ribasso
sulla Borsa coreana. Il boom della tecnologia dell’intelligenza artificiale
(IA) ha fatto aumentare i prezzi dei chip avanzati, facendo aumentare le
previsioni dell’azienda per il secondo trimestre.
Secondo la società di ricerca
Trendforce, Samsung rappresenta il 45,5% della quota di mercato globale dei
chip DRAM e il 36,6% del mercato dei chip di memoria NAND Flash, entrambi
componenti essenziali nei computer, negli smartphone e nei server.
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