All’alba di questa mattina – 9 luglio 2024 – é stato sgomberato e sottoposto a sequestro preventivo l’Ex Lavatoio Occupato di Corso Benedetto Brin 21 a Torino.
Durante lo sgombero sono stati sequestrati materiali vari a fini investigativi.
Roboanti fanfare mediatiche comunicano lo sgombero del “covo degli
anarchici violenti” e i politici di turno si congratulano per l’ennesimo
sgombero, mentre operai al servizio di questura e comune murano e spaccano l’immobile,
regalandolo nuovamente ad abbandono ed oblio.
L’Ex Lavatoio fu occupato il 9 dicembre 2022 all’interno di una
mobilitazione cittadina in risposta allo sgombero dell’Edera Squat. In quei mesi in
moltx ritennero fondamentale rivendicare e praticare lo strumento
dell’occupazione – non di certo quello dei tavoli comunali di contrattazione e
co-progettazione – così, in solidarietà ai e alle compagnx dell’Edera, tre
occupazioni nacquero una dopo l’altra.
L’Ex Lavatoio era uno strumento di lotta.
Uno strumento per essere nella città, nei suoi quartieri e nelle sue
strade.
Uno strumento per coltivare alleanze capaci di incunearsi nelle fratture del
presente con il cuore teso a sovvertire l’ordine delle cose e la sua soffocante
quotidianità scandita dai ritmi del capitalismo neoliberale.
Dall’Ex Lavatoio ci siamo organizzatx per lottare contro le galere, contro
i CPR, al fianco di Alfredo Cospito in sciopero della fame contro il 41bis e
l’ergastolo ostativo e accanto ai reclusi in rivolta nei centri di detenzione
amministrativa.
In quel posto ci siamo datx la possibilità di costruire percorsi di lotta
con chi subisce la violenza delle frontiere, del razzismo sistemico e della
detenzione. Da quello spazio siamo uscitx in strada, perché é in strada che
vogliamo stare, dove le contraddizioni del presente si palesano nella loro
brutale violenza, dove la costruzione del nemico interno in un panorama bellico
e genocidario si mostra nella sua evidenza.
Non ci interessa oggi piangere sull’ennesimo posto murato, sebbene ci
sembri necessario ricordare come, ancora una volta, il potere si sia mostrato
in città per spaccare, saldare e cementare l’ennesimo luogo da destinare
all’abbandono o alla speculazione.
Quello che oggi vogliamo ribadire è che mentre è in corso un genocidio
mandato in mondovisione, attraverso cui si normalizza il concetto di nemico
interno, costruito attorno a chi si pone, per scelta o per necessità, ai
margini di un mondo determinato dalla logica del capitalismo neoliberale e dai
suoi paradigmi valoriali;
mentre si rinforzano meccanismi giustizialisti e criminogeni, ribadendo
il pugno duro del potere punitivo e carcerario da imporre a chi viene
etichettato come nemico;
mentre ciò avviene, non solo, qui a Torino si decide di murare un posto
occupato, ma si investe per ristrutturare una nuova galera per persone senza
documenti europei.
É ormai noto ai più che i lavori di ristrutturazione del CPR di corso
Brunelleschi sono in corso e che la riapertura é imminente.
Quel posto, chiuso dal coraggio dei ribelli, NON DEVE RIAPRIRE.
Da quel coraggio e da quella potenza di rivolta, tantx compagnx dell’Ex
Lavatoio han tratto ispirazione, forza e spunti di riflessione per lottare.
Sequestrare e murare uno spazio, quello spazio, non metterà fine a queste
lotte. Come l’idra dalle tante teste, quando una di esse viene tagliata, due ne
spuntano al suo posto. I tentativi di estirpare la lotta per la libertà non
farà che rafforzarla.
Contro galere e cpr.
In solidarietà alle persone recluse in rivolta.
Con il cuore a Jamal, deportato
dallo Stato, nostro compagno che oggi non ha potuto essere con noi.
Solidarietà e amore alle
prigioniere e ai prigionieri.
Un sorriso ai vicini che
ci hanno sostenuto e che han detto senza remore agli sbirri ciò che gli andava
detto.
Palestina libera!
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