Ottima iniziativa del Fatto che al tema demografico ha dedicato l’ultimo
numero di Millennium. Chiunque abbia anche
solo un minimo a che fare coi giovani capisce perfettamente perché la scelta di
riprodursi sia oggi considerata a forte rischio o
addirittura del tutto impraticabile da moltissimi tra di loro.
Alla radice di questa situazione c’è un
Paese, il nostro, che costituisce, anche sul piano demografico, il fanalino di
coda di un’Europa la cui quota sulla popolazione mondiale si avvia a scendere
ulteriormente, nei prossimi dieci o quindici anni, dal sette al cinque per
cento. E non si tratta solo, né principalmente di riduzione della fertilità, specie maschile, per
effetto dell’inquinamento ambientale, idrico o alimentare, fattore che pure ha
un suo peso non trascurabile. Si tratta di una scelta politica precisa che
passa attraverso la precarizzazione del lavoro, l’aumento della povertà e della
miseria e anche il rifiuto esplicito e consapevole di modulare gli strumenti di
intervento sul reddito in modo tale da favorire le famiglie numerose. Per non
parlare delle crescenti difficoltà di accesso all’alloggio e ai servizi sociali
in genere.
Di queste politiche è pienamente
responsabile il governo postdraghianfascista della signora Meloni, che pur di ottenere
i voti ha ingannato gli italiani facendo loro credere che avrebbe svolto
politiche volte a promuovere i loro diritti, tra i quali quelli a farsi una famiglia e a procreare. Occorre però
riconoscere che la Meloni non sta facendo altro che perpetuare, aggravandola, una situazione preesistente. Una tendenza
alla denatalità che ha senza dubbio la sua causa scatenante nell’assoluta
insicurezza sul futuro, sia prossimo che remoto, cui sono consegnati i giovani,
in un Paese dominato da gerontocrazie mediamente autoreferenziali, egoiste e
interessate esclusivamente alla salvaguardia dei propri privilegi e sempre più
smaccatamente prive di ogni progetto di sviluppo nazionale degno di questo
nome.
Si aggiunga l’ulteriore fattore di accresciuta inquietudine costituito dalla
proiezione su scala nazionale delle angosciose problematiche globali,
dall’incombere della guerra atomica determinato dalla scelta delle oligarchie
occidentali di perseguire in modo irresponsabile l’escalation nel conflitto
ucraino, al rifiuto di promuovere in modo adeguato le fonti energetiche
alternative per ribadire il primato del fossile in omaggio ai veri playmaker
della politica italiana in questo campo, primo fra tutti l’Eni.
Su questo secondo cruciale terreno si è
rivelata la natura odiosamente repressiva della destra al governo che invece di
predisporre soluzioni adeguate in grado di garantire l’esistenza delle future
generazioni, propone misure punitive del tutto sproporzionate di forme di lotta
come l’imbrattamento dei palazzi del Potere, enormemente
meno nocive del cambiamento climatico che questa classe dominante corrotta,
incapace e menefreghista non vuole ne sa affrontare e che ci costerà sempre più
fino alla desertificazione imminente di settori sempre più vasti del nostro
Paese.
È quindi questa classe dominante da
mandare via quanto prima sostituendola col governo democratico del popolo la vera responsabile della denatalità che ci porta
verso la progressiva estinzione degli italiani. Essa infatti non è in grado e
neanche è interessata a tentare strade che consentano la salvaguardia del
tessuto umano esistente, sia con adeguate politiche sociali che con le
necessarie politiche ambientali. Basti pensare che i tanto strombazzati fondi
del mitico Pnrr che la Pubblica
amministrazione, devastata a sua volta da decenni di tagli en privatizzazioni,
sia a livello nazionale che locale, confessa oggi di non saper spendere,
finiranno per essere dirottati, sempre che l’Unione europea vi consenta,
direttamente alle imprese che li useranno per i propri scopi. Tutti capiscono
che razza di sostenibilità ambientale ci
preparano queste ultime, sotto forma di ponte sullo stretto di Messina o di
altre iniezioni di soldi a fondo perduto in un sistema industriale in gran
parte privo di ogni vocazione all’innovazione socialmente e ambientalmente
significativa.
Per finire, il settore dei migranti, dal
quale è venuta l’unica risposta efficace alla denatalità, è a sua volta piagato
da politiche per nulla attente all’integrazione,
come dimostrato dal persistente rifiuto di concedere il sacrosanto diritto alla
cittadinanza italiana a milioni di migranti di seconda e ormai anche terza
generazione.
In conclusione le politiche del governo
Meloni, vero continuatore della micidiale Agenda Draghi, stanno condannando il
popolo italiano a una crescente denatalità e abbiamo a ben vedere imboccato
ormai il cammino dell’estinzione, alla faccia delle
balle dei finti sovranisti divenuti i più zelanti servitori del Capitale e
della Nato.
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