giovedì 6 aprile 2023

Sgonfiano le gomme e lasciano come firma il loro “manifesto": sono i no Suv - Alessio Mannino

 

A Bologna sono comparsi i primi Suv “attaccati” dalla cellula locale di un gruppo internazionale di attivisti, i Tyre Extinguishers”. Pneumatici forati e un volantino sul parabrezza, l’azione mira a diffondere il messaggio per cui i Suv sono “inutili e pura vanità: non ha senso trascinare con te due tonnellate di ferraglia ogni volta che ti muovi”

È l’ultima forma di protesta ambientalista: danneggiare i Suv, il bersaglio di un collettivo internazionale, “Tyre Extinguishers”, che in Italia sta imperversando a Bologna. Gli attivisti, considerando i Suv come il simbolo del traffico più inquinante e del consumo più superfluo rispetto alle auto di medie dimensioni, in pratica sgonfiano le gomme delle vetture (anche quelle meno grosse, come una 500x), lasciando un volantino sul parabrezza con il seguente testo: “Attenzione, abbiamo sgonfiato un pneumatico del tuo Suv, ti arrabbierai, lo sappiamo. Non ce l’abbiamo con te ma con la tua auto. L’industria delle auto è molto abile a convincerci che abbiamo bisogno di auto gigantesche per muoverci ma l’utilizzo dei Suv nei centri urbani ha reso le città più pericolose e inquinate. I Suv sono inutili e pura vanità. Non ha senso trascinare con te due tonnellate di ferraglia ogni volta che ti muovi”.

Nel flyer, gli eco-provocatori spiegano che prima causa indiretta di morte sono le polveri sottili, e quindi più si usano i Suv, che essendo più degli aerei finiscono con l’inquinare anche di più, e più si contribuisce a peggiorare la qualità dell’aria. Inoltre, sono ingombranti e più difficili da parcheggiare. La responsabilità della loro diffusione, comunque, è attribuita alla politica, che non si è assunta quella di limitarli. In altri termine, i No Suv vorrebbero che la proprietà di uno di questi macchinoni “diventi sconveniente come la loro diffusione è sconveniente per tutti”. A conclusione del messaggio, gli attivisti, rivolgendosi al possessore di Suv, scrivono: “Lo sappiamo che hai lavorato duramente per permetterti un’auto come questa, ci dispiace averlo dovuto fare. Purtroppo le industrie sanno creare in noi bisogni che non abbiamo realmente”. Meglio andare a piedi, in bici o sui mezzi pubblici, quando si può. Perché “per vivere meglio è necessaria la collaborazione di tutti”.

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