L’associazione ecologista Gruppo
d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato (25 febbraio 2023) quattro atti di
opposizione ad altrettante istanze di concessione demaniale marittima per la
realizzazione delle ennesime centrali eoliche offshore nei
mari della Sardegna, in assenza di alcuna pianificazione preventiva, di alcuna
considerazione della necessità dell’energia producibile, di alcuna verifica
dell’utilizzabilità dell’energia producibile, di alcuna valutazione
dell’impatto ambientale.
Con queste ultime siamo a diciotto
istanze e a diciotto atti di opposizione.
Queste ultime istanze e i relativi atti
di opposizione riguardano
* il progetto di centrale eolica offshore “San Pietro Nord” proposto
dalla della società milanese Ninfea Rinnovabili s.r.l. (ha presentato analoghe
richieste nei mari della Sicilia sud-est e della Sicilia sud-ovest), per “l’installazione offshore di 33
aerogeneratori di potenza nominale di 15 MW cadauno e di 1 aerogeneratore di
potenza nominale di 9.0 MW per una potenza nominale complessiva totale
installata pari a 504.0 MW ad una distanza minima di circa 23 km dall’Isola di
San Pietro e 28 km dall’Isola di Sant’Antioco (SU)” su oltre 170 chilometri
quadrati di mare, cavidotti e cabine elettriche a terra a Portoscuso;
* il progetto di centrale eolica offshore “San Pietro Sud” proposto
dalla dalla società milanese Regolo Rinnovabili s.r.l. (ha presentato analoghe
richieste nei mari della Sardegna nord-ovest, di Brindisi e della Maremma toscano-laziale), controllata dalla multinazionale
tedesca BayWar.e. AG,
per “l’installazione offshore di 34 aerogeneratori di potenza nominale di
15.0 MW cadauno per una potenza nominale complessiva totale installata pari a
510.0 MW ad una distanza minima di circa 23 km dall’Isola di San Pietro e 31 km
dalla costa di Portoscuso (SU) e da Capo Pecora (Iglesias)”, su oltre 200
chilometri quadrati di mare, cavidotti e cabine elettriche a terra a
Portoscuso;
* il progetto di centrale eolica offshore “Sardinia South 1” proposto
dalla società milanese . Avenhexicon s.r.l. (ha presentato analoghe richieste
nei mari della Sardegna nord-ovest e della Gallura), joint venture fra il gruppo Hexicon e Avapa Energy, per “la
realizzazione e l’esercizio di un impianto eolico off-shore di tipo floating
nella zona di mare territoriale antistante la costa meridionale della Sardegna,
nel tratto di mare antistante Capo Teulada e l’Isola del Toro” con “un
numero totale di aerogeneratori pari a 64 ed una potenza totale dell’impianto
di 1.600 MW”, su circa 400 chilometri quadrati di mare, cavidotti e cabine
elettriche a terra a Cagliari, Quartu S. Elena e Selargius;
* il progetto di centrale eolica offshore “Sardinia South 2” proposto
sempre dalla società milanese . Avenhexicon s.r.l. per “la
realizzazione e l’esercizio di un impianto eolico off-shore di tipo floating
nella zona di mare territoriale antistante la costa meridionale della Sardegna,
nel tratto di mare antistante Capo Teulada e Capo Spartivento” con “un
numero totale di aerogeneratori pari a 30 ed una potenza totale dell’impianto
di 750 MW”, su circa 170 chilometri quadrati di mare, cavidotti e cabine
elettriche a terra a Cagliari, Quartu S. Elena e Selargius.
Il GrIG ha presentato gli atti di
opposizione alla Capitaneria di Porto di Cagliari e ha informato
contemporaneamente il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il
Rappresentante unico statale nelle Conferenze di servizi, la Regione autonoma
della Sardegna, i Comuni di Carloforte, Portoscuso, Iglesias, Fluminimaggiore,
Teulada, Domus de Maria, Cagliari, Quartu S. Elena e Selargius.
L’assalto ai mari della Sardegna.
Con queste ultime nei mari del Sulcis
sono ben 18 le istanze di concessione demaniale marittima per la
realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore flottanti nei mari
sardi.
Diciotto tentativi di accaparramento di
migliaia di chilometri quadrati di mare della Sardegna, diciotto atti di
opposizione da parte del GrIG.
Il GrIG in tutti i casi, ha chiesto il
diniego della concessione demaniale in assenza di pianificazione e di procedure
di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
Nei mari sardi in tutto diciotto
progetti di centrali eoliche offshore flottanti, 918 “torri
eoliche” in progetto, per una potenza complessiva – per quanto si è a
conoscenza – pari a 15.353 MW, dei quali 12.195 MW collegati al sistema
elettrico isolano e altri 3.158 MW collegati al sistema elettrico peninsulare.
Complessivamente sono stati predisposti e depositati presso gli uffici della
Capitaneria di Porto di Cagliari ben dieci progetti di centrali eoliche offshore nei
mari della Sardegna meridionale, con 335 aerogeneratori in tutto previsti.
Altri tre progetti sono stati depositati
presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Olbia, con 308 aerogeneratori
complessivamente previsti.
Tre altri progetti sono stati depositati
presso la Capitaneria di Porto di Porto Torres, con 120 aerogeneratori
previsti.
Infine, due altri progetti sono stati
depositati presso la Capitaneria di Porto di Civitavecchia, con 158
aerogeneratori previsti.
Avverso tutte le istanze di concessione
demaniale marittima sono stati presentati atti di opposizione (28 gennaio 2021; 3 marzo 2022, 26 marzo 2022, 13 giugno 2022, 28 giugno 2022, 2 luglio 2022, 24 agosto 2022, 30 agosto 2022, 27 dicembre 2022, 26 febbraio 2023) da parte del GrIG:
* Repower Renewable s.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower,
un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo
Teulada, con 33 aerogeneratori;
* Nora Ventu
s.r.l., società milanese frutto dell’accordo tra Falck
Renewabless.p.a. e Blue Float Energy, due progetti di centrali eoliche
galleggianti offshore con 93 aerogeneratori per una capacità complessiva di 1,4 GW a 18 miglia marine a sud
est di Cagliari (Nora 2, 40 aerogeneratori) e a 6 miglia marine a sud di
Capo Teulada (Nora 1, 53 aerogeneratori). Fan balenare ben 4 mila posti di lavoro in fase di
realizzazione e 300 in fase di gestione;
* Ichnusa Wind
Power s.r.l., con sede a Milano, 42 aerogeneratori galleggianti alti
265 metri a circa 35 chilometri dalla costa sulcitana, per una potenza
complessiva di 504 MW. L’istanza di concessione demaniale marittima è stata sospesa (aprile 2021) dopo un atto di opposizione
presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e da alcuni Comuni
rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, Buggerru), mentre è stata svolta la fase di
definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) finalizzata
alla successiva procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.);
* Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, 48
aerogeneratori in progetto, istanze di concessioni demaniali marittime per due
centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21
miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a
6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco;
* Tibula Energia s.r.l., con sede a Milano, 65
aerogeneratori (975 MW complessivi) in progetto per conto di Falck
Renewabless.p.a. e la BlueFloat Energy, nel mare della Gallura. Sfidando realtà e intelligenze
altrui, parla di “generazione di migliaia di posti di lavoro
stabili nel medio-lungo termine: fino a 3.200 unità per le fasi di
fabbricazione, assemblaggio e costruzione; oltre 180 per la manutenzione degli
impianti dopo l’entrata in esercizio del parco”, dimenticando ambiente,
diportismo nautico, turismo, pesca, buon senso;
* Zefiro Vento s.r.l., con sede a
Milano, 210 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura settentrionale
per 3150 MW di potenza;
* Acciona Energia Global Italia s.r.l., con sede a Roma e
capitale spagnolo, 32 aerogeneratori nel mare occidentale della Sardegna, 480
MW di potenza;
* Nurax Wind Power s.r.l.,
con sede a Milano, 33 aerogeneratori in progetto nel mare della Gallura
settentrionale, 462 MW di potenza;
* Avenhexicon s.r.l. (joint venture fra il gruppo Hexicon e Avapa Energy), con sede a
Roma, 54 aerogeneratori in progetto nel mare della Sardegna nord occidentale,
1.350 MW di potenza. Altri 86 aerogeneratori per 2.150 MW di potenza
complessiva nel mare della Gallura;
* Poseidon Wind
Energy s.r.l., con sede a Milano, 72 aerogeneratori per una
potenza elettrica totale di 1008 MW nel mare della Gallura;
* Regolo Rinnovabili s.r.l., con sede a Milano, 270 chilometri
quadrati di mare davanti alla costa fra il Sinis, il Montiferru e Bosa, 34
aerogeneratori da 15 MW ciascuno (complessivamente 510 MW di potenza), una
sottostazione a terra, un elettrodotto marino di 49 chilometri, un punto di
giunzione con la rete elettrica a terra (presso Alghero), un elettrodotto
terrestre fino alla stazione Terna di Ittiri (SS).
Le verifiche della Capitaneria di Porto
di Cagliari e le perplessità della Presidenza del Consiglio.
Dagli accertamenti svolti dalla
Capitaneria di Porto è emerso che “per quanto riguarda il posizionamento del
cavo sottomarino, recapitante, come detto, nel Comune di Sarroch, lo stesso
attraversa un’area di ancoraggio (denominata ‘Echo’) attualmente destinata ed
utilizzata dalle navi che approdano nei terminali petroliferi di Sarroch
(ordinanza Capitaneria di Porto Cagliari nr. 09/2021 del 28/01/2021). Inoltre,
lo specchio acqueo richiesto dista circa 9 miglia nautiche dal limite esterno
di un’area di interdizione temporanea per lo svolgimento delle attività
militari addestrative presso il poligono militare di Capo Teulada. Con
riferimento all’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco, lo stesso ha
evidenziato criticità legate all’eventuale restrizione alle attività di pesca
derivanti dal posizionamento dell’impianto, in virtù della disposizione
contenuta nell’art. 152 del D.Lgs. 259/2003”.
Inoltre, “con riferimento al traffico
navale, dall’analisi dei dati, sono emersi flussi di traffico di unità navali
che, pur non attraversando rotte obbligate, interessano comunque lo specchio
acqueo relativo all’istanza in argomento, ubicato a circa 20 miglia a sud della
Sardegna”.
La Capitaneria di Porto di Cagliari ha
chiaramente evidenziato “la necessità di una pianificazione preliminare
delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici” e “ha
avanzato formale quesito (nota prot. nr.
26514 del 15/06/2022) al Ministero delle
Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili chiedendo che
fossero impartite le opportune ed urgenti disposizioni per il prosieguo dei delegati
procedimenti amministrativi aventi ad oggetto il rilascio delle concessioni
demaniali marittime per la realizzazione di impianti eolici off-shore, a
seguito delle osservazioni avanzate dal Rappresentante unico delle
Amministrazioni statali istituito presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, il quale ha espresso
delle perplessità in merito alla correttezza dell’iter amministrativo seguito,
formalizzate poi con nota prot. nr. DICA-0017452-P del 23 giugno 2022”.
Recentemente è stata attribuita dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Prefettura di Cagliari (e
conseguentemente alla Capitaneria di Porto) la nomina del Rappresentante unico
delle amministrazioni pubbliche statali (nota Capitaneria Porto CA prot. n.
38112 del 28 agosto 2022).
La Repower Renewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, intende
realizzare una centrale eolica offshore al largo di Capo
Teulada, con 33 aerogeneratori (15 MW di potenza ciascuno) per una potenza
complessiva di 495 MW, cavidotti, connessione a terra nel porto industriale di
Sarroch (qui l’avviso relativo all’istanza).
La stessa Società energetica, “preso
atto dei pareri e delle osservazioni ad oggi pervenute nell’ambito
del procedimento per il rilascio della
concessione demaniale”, ha preferito avviare la procedura di scoping VIA (art. 21 del
decreto legislativo n. 152/2005 e s.m.i.) per far individuare dal Ministero
della Transizione Ecologica i contenuti dello studio di impatto ambientale
finalizzato alla procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
La procedura di scoping VIA è stata avviata (5 luglio 2022) e
la Società energetica ha chiesto (13 luglio 2022) la sospensione della
procedura di concessione demaniale marittima “in attesa della definizione
della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”. Sospensione
poi disposta (nota prot. n. 31244 del 14 luglio 2022).
Ma è intervenuta una decisione di grande
importanza.
La Capitaneria di Porto di Cagliari ha
comunicato (nota prot. n. 40409 del 13 settembre 2022) l’avvenuta conclusione
negativa delle conferenze di servizi in forma semplificata e in modalità
asincrona (art. 14 e ss. della legge n. 241/1990 e s.m.i.) per il
rilascio delle concessioni demaniali marittime chieste dalla Nora Ventu s.r.l.
per la realizzazione dei due progetti di centrali eoliche offshore flottanti Nora
1 e Nora 2 (complessivamente 93 aerogeneratori per
una potenza di 1,4 GW) al largo della costa occidentale del Golfo di Cagliari.
Analoga comunicazione (nota Cap. Porto
CA prot. n. 40421 del 13 settembre 2022) riguarda la conclusione negativa delle
similari conferenze di servizi per il rilascio delle concessioni demaniali
marittime chieste dalla Seawind Italia s.r.l. per la realizzazione dei due
progetti di centrali eoliche offshore flottanti Toro
1 e Toro 2 (complessivamente 48 aerogeneratori) al
largo della costa del Sulcis.
Chiarissime le motivazioni tali da non
consentire una positiva conclusione delle conferenze di servizi espresse nelle
rispettive relazioni conclusive delle conferenze di servizi (note prot. n.
38948 dell’1 settembre 2022 e n. 38939 dell’1 settembre 2022): in particolare,
“da una analisi delle osservazioni presentate in esito alla fase istruttoria
delegata a questa Capitaneria di porto da parte del Ministero delle
Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, si riscontra come il procedimento
di valutazione di impatto ambientale costituisca una fase
fondamentale ed imprescindibile al fine di
stabilire la richiesta ‘compatibilità delle strutture costituenti
l’impianto con le altre attività marittime’ tra le quali le rotte migratorie
del tonno e l’eventuale impatto di campi elettromagnetici con la pesca.
In particolare le
opposizioni e le criticità espresse da
GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO, dalla Regione Autonoma della
Sardegna – Assessorato all’agricoltura e riforma agro pastorale nonché dai
Comuni di Domus De Maria, Villa San Pietro, Sarroch hanno espresso parere
contrario tale da pregiudicare l’esito positivo della Conferenza di servizi. Si
rende altresì necessaria una preliminare analisi degli esiti della Valutazione
dell’impatto ambientale, in difetto della quale non si può affermare la
compatibilità del progetto proposto con le attività marittime insistenti sulla
stessa area”.
Senza la vincolante procedura di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) non
si può comprendere se le centrali eoliche offshore siano
compatibili con le attività marittime, argomento centrale degli atti di
opposizione del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG).
Il GrIG esprime forte soddisfazione per
una decisione improntata al rispetto della legge, sensibilità ambientale e,
soprattutto, sano buon senso.
I motivi del “no” al Far West
eolico in Sardegna.
Essere a favore dell’energia prodotta da
fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol
dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo
politicamente corretto.
E’ proprio il caso della trasformazione
della Sardegna in piattaforma produttiva destinata alla servitù energetica, come esplicitato chiaramente da Terna s.p.a. e avallato dall’allora Ministro della Transizione Ecologica
Antonio Cingolani.
Qualche sintetica considerazione.
L’amministratore delegato del Gruppo
ENEL Francesco Starace, circa un anno e mezzo fa ha affermato che lo “scenario ipotizza
l’installazione, a Thyrrenian link in esercizio, di un gigawatt di batterie e
circa 4/5 gigawatt di potenza di rinnovabili in più rispetto a quanto abbiamo
adesso. Oltre agli ovvi benefici ambientali, come la scomparsa di fatto
dell’anidride carbonica prodotta dalle fonti fossili, un piano del genere
svilupperebbe investimenti sull’intera filiera da qui al 2030 di 15 miliardi di
euro, un indotto più che doppio e una occupazione tra i 10 e i 15mila addetti
qualificati e specializzati”.
A oggi in Sardegna non esistono impianti
di conservazione dell’energia prodotta, vi sono solo progetti non approvati, per giunta in assenza di
qualsiasi pianificazione (tanto per cambiare).
In Sardegna, se fossero approvati tutti
i progetti di centrali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, vi
sarebbe un’overdose di energia prodotta, pagata dallo Stato, ma
inutilizzabile.
Con la realizzazione del Thyrrenian
Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW,
950 chilometri di lunghezza complessiva, da Torre Tuscia Magazzeno (Battipaglia
– Eboli) a Termini Imerese, alla costa meridionale sarda. Dovrebbe
esser pronto nel 2027-2028, insieme al SA.CO.I. 3, l’ammodernamento e potenziamento del
collegamento fra Sardegna, Corsica e Penisola con portata 400 MW, che rientra
fra i progetti d’interesse europeo.
Al termine dei lavori, considerando
l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. con
portata 1000 MW, la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di
2.400 MW. Non di più.
In Sardegna, al 20 maggio 2021,
risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale
di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una
potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo
incremento del 150% del già ingente comparto eolico “terrestre” isolano.
Complessivamente dovrebbero esser
interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli da. un’ottantina
di richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici.
Le istanze di connessione di nuovi
impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al
31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica +
altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza
da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi i diciotto progetti per
centrali eoliche offshore finora presentati,che dichiarano una
potenza pari a 12.195 MW.
In tutto sono 27.756 MW, cioè più di
quattordici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di
energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Significa energia che non potrà essere
tutta utilizzata in Sardegna, non potrà esser trasferita verso la Penisola, non
potrà essere conservata.
Significa energia che dovrà esser pagata
dal gestore unico della Rete (cioè lo Stato, cioè la Collettività di tutti noi)
per essere in buona parte sprecata.
Gli unici che guadagneranno in ogni caso
saranno le società energetiche.
Che cosa si potrebbe fare.
Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo
Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a
terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento
di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse
a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e
rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.
Siamo ancora in tempo per cambiare
registro.
In meglio, naturalmente.
Stefano Deliperi è il portavoce del
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
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