sabato 21 gennaio 2023

Siamo troppi sulla terra? Risorse ed umanità, analisi di una interazione vitale

 

Come anticipato qualche giorno fa e dopo avervi sottoposto un controverso sondaggio, è venuto il momento di affrontare il tema: l’esaurimento delle risorse naturali, ovvero siamo troppi sulla Terra? Vi anticipiamo che il post è lunghissimo e speriamo vogliate investire qualche minuto del vostro tempo, in cambio del tempo che abbiamo dedicato a scrivere questo articolo.

Prima di addentrarci nel tema, diamo un’occhiata al sondaggio. La domanda è “Per affrontare le nuove sfide dell’umanità, attualmente popolazione in forte crescita, cosa si rende necessario a vostro avviso?”.
Hanno votato in 3000 di voi e il 65% ha optato per “Ridurre la popolazione”. Il restante 35% invece ha indicato “Aumentare l’offerta”. La motivazione addotta dalla maggioranza è che le risorse naturali si stiano esaurendo.

Compiamo un piccolo salto temporale e torniamo nel 1968, anno in cui un certo Paul R. Ehrlich biologo ed ambientalista statunitense (da non confondere con Paul Ehrlich, classe 1854, microbiologo) pubblica il libro “The Population Bomb”, se riuscite, procuratevene una copia, è molto interessante. Ehrlich sostiene che le risorse naturali siano in via di esaurimento, il che porterebbe all’aumento vertiginoso del loro prezzo, a fronte di un continuo aumento della popolazione umana. Nel 1968 ancora non lo sa, ma con il suo testo, Ehrlich pone uno dei capisaldi più importanti della teoria neo-malthusiana. E come già il suo ispiratore Malthus fece 200 anni prima, ipotizza che l’unica soluzione sia ridurre il numero di abitanti sul pianeta. Come? Tramite un controllo puntuale delle nascite, anche con sistemi coercitivi se necessario.

No food? No party! E il modo più efficace è ridurre il numero degli invitati al banchetto.

Spostiamoci più avanti nella linea temporale e giungiamo al 1981, anno in cui un certo Paul Simon, economista, decide di sparigliare le carte scrivendo il libro “The Ultimate Resource” (procuratevi anche questo) . Simon, classe 1932 come Ehrlich e statunitense anch’egli, è un economista noto per le sue ricerche in tema di risorse naturali e demografia, diventerà membro del noto CATO Institute. Egli cerca un connubio tra risorse naturali, sfruttamento e progresso tecnologico. Contrariamente a Ehrlich, Simon considera il genere umano la soluzione, non il problema.

Per Ehrlich il prezzo delle materie prime, in corso di esaurimento, aumenterà sempre più. Per Simon, al contrario, il prezzo delle materie prime scenderà. Il progresso tecnologico, a fronte di risorse limitate sul pianeta, le renderà maggiormente disponibili e, da un punto di vista economico, praticamente infinite dal momento che le risorse potranno essere riciclate o sostituite con risorse alternative. La filosofia di Simon affonda le radici nel positivismo ottocentesco che attribuiva alla scienza e alla tecnologia capacità pressochè illimitate.

E quale modo migliore di una sana scommessa, per capire chi abbia ragione tra i due? E così è, Simon e Ehrlich scommettono sull’andamento dei prezzi di un paniere di 5 metalli, nel corso del decennio 1980 – 1990.

I prezzi scendono, Simon vince. Seguirà un notevole folklore di se e di ma. Rimane il fatto che i prezzi sono scesi e nel frattempo, nello stesso decennio, la Terra ha acquistato 800 milioni di nuovi inquilini umani.

Simon muore nel 1998 e ci lascia una gran quantità di studi e ricerche ma, soprattutto, ci lascia la sua coraggiosa sfida alle teorie catastrofiste di matrice malthusiana. E la sua eredità è stata oggi raccolta da due ricercatori, Marian Tupy e Gale Pooley. I due hanno raccolto 37 anni di andamento dei prezzi di un paniere composto da 50 commodity. Il paniere, come si intuisce, è estremamente più articolato rispetto a quello utilizzato da Simon. Il paniere è stato analizzato tra il 1980 e il 2017 e anche in questo caso i prezzi sono scesi, confermando la teoria di Simon. Il prezzo delle commodity è calato del 36%, a fronte di un aumento di circa 3 miliardi di nostri coinquilini.

I due ricercatori però non si fermano e danno vita ad un nuovo indicatore, il “time-price”, ovvero il tempo che un uomo medio deve lavorare per poter acquistare una particolare commodity. Ebbene è emerso che il time-price del paniere è calato mediamente del 65%. In altre parole, se nel 1980 occorrevano 60 minuti di lavoro per acquistare una commodity, nel 2017 ne occorrono solo 21 per la stessa commodity. L’indice time-price sta registrando un tasso di riduzione più rapido di quanto non stia crescendo la popolazione. In onore di Simon, Tupy e Pooley hanno dato vita all’indice SAI (Simon Abundance Index), ovvero quanto cresce la popolazione al crescere del time-price. Emerge un dato notevole, la Terra era 380 volte più abbondante nel 2017 di quanto non fosse nel 1980. I due ricercatori hanno nuovamente dimostrato la validità delle teorie di Simon.

Ci piace concludere con questo pensiero: “Il mondo è un sistema finito, nello stesso modo in cui lo è un pianoforte. Lo strumento ha solo 88 tasti, tuttavia questi tasti possono essere suonati in una infinità di modi diversi”.

Biblio
https://www.cato.org/publications/policy-analysis/simon-abundance-index-new-way-measure-availability-resources

 

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