Come anticipato qualche giorno fa e dopo avervi sottoposto un controverso sondaggio, è venuto il momento di affrontare il tema: l’esaurimento delle risorse naturali, ovvero siamo troppi sulla Terra? Vi anticipiamo che il post è lunghissimo e speriamo vogliate investire qualche minuto del vostro tempo, in cambio del tempo che abbiamo dedicato a scrivere questo articolo.
Prima di
addentrarci nel tema, diamo un’occhiata al sondaggio. La domanda è “Per
affrontare le nuove sfide dell’umanità, attualmente popolazione in forte
crescita, cosa si rende necessario a vostro avviso?”.
Hanno votato in 3000 di voi e il 65% ha optato per “Ridurre la popolazione”. Il
restante 35% invece ha indicato “Aumentare l’offerta”. La motivazione addotta
dalla maggioranza è che le risorse naturali si stiano esaurendo.
Compiamo un
piccolo salto temporale e torniamo nel 1968, anno in cui un certo Paul R.
Ehrlich biologo ed ambientalista statunitense (da non confondere con Paul
Ehrlich, classe 1854, microbiologo) pubblica il libro “The Population Bomb”, se
riuscite, procuratevene una copia, è molto interessante. Ehrlich sostiene che
le risorse naturali siano in via di esaurimento, il che porterebbe all’aumento
vertiginoso del loro prezzo, a fronte di un continuo aumento della popolazione
umana. Nel 1968 ancora non lo sa, ma con il suo testo, Ehrlich pone uno dei
capisaldi più importanti della teoria neo-malthusiana. E come già il suo
ispiratore Malthus fece 200 anni prima, ipotizza che l’unica soluzione sia
ridurre il numero di abitanti sul pianeta. Come? Tramite un controllo puntuale
delle nascite, anche con sistemi coercitivi se necessario.
No food? No
party! E il modo più efficace è ridurre il numero degli invitati al banchetto.
Spostiamoci
più avanti nella linea temporale e giungiamo al 1981, anno in cui un certo Paul
Simon, economista, decide di sparigliare le carte scrivendo il libro “The
Ultimate Resource” (procuratevi anche questo) . Simon, classe 1932 come Ehrlich
e statunitense anch’egli, è un economista noto per le sue ricerche in tema di
risorse naturali e demografia, diventerà membro del noto CATO Institute. Egli
cerca un connubio tra risorse naturali, sfruttamento e progresso tecnologico.
Contrariamente a Ehrlich, Simon considera il genere umano la soluzione, non il
problema.
Per Ehrlich
il prezzo delle materie prime, in corso di esaurimento, aumenterà sempre più.
Per Simon, al contrario, il prezzo delle materie prime scenderà. Il progresso
tecnologico, a fronte di risorse limitate sul pianeta, le renderà maggiormente
disponibili e, da un punto di vista economico, praticamente infinite dal
momento che le risorse potranno essere riciclate o sostituite con risorse
alternative. La filosofia di Simon affonda le radici nel positivismo
ottocentesco che attribuiva alla scienza e alla tecnologia capacità pressochè
illimitate.
E quale modo
migliore di una sana scommessa, per capire chi abbia ragione tra i due? E così
è, Simon e Ehrlich scommettono sull’andamento dei prezzi di un paniere di 5
metalli, nel corso del decennio 1980 – 1990.
I prezzi scendono,
Simon vince. Seguirà un notevole folklore di se e di ma. Rimane il fatto che i
prezzi sono scesi e nel frattempo, nello stesso decennio, la Terra ha
acquistato 800 milioni di nuovi inquilini umani.
Simon muore
nel 1998 e ci lascia una gran quantità di studi e ricerche ma, soprattutto, ci
lascia la sua coraggiosa sfida alle teorie catastrofiste di matrice
malthusiana. E la sua eredità è stata oggi raccolta da due ricercatori, Marian
Tupy e Gale Pooley. I due hanno raccolto 37 anni di andamento dei prezzi di un
paniere composto da 50 commodity. Il paniere, come si intuisce, è estremamente
più articolato rispetto a quello utilizzato da Simon. Il paniere è stato
analizzato tra il 1980 e il 2017 e anche in questo caso i prezzi sono scesi,
confermando la teoria di Simon. Il prezzo delle commodity è calato del 36%, a
fronte di un aumento di circa 3 miliardi di nostri coinquilini.
I due
ricercatori però non si fermano e danno vita ad un nuovo indicatore, il
“time-price”, ovvero il tempo che un uomo medio deve lavorare per poter
acquistare una particolare commodity. Ebbene è emerso che il time-price del
paniere è calato mediamente del 65%. In altre parole, se nel 1980 occorrevano
60 minuti di lavoro per acquistare una commodity, nel 2017 ne occorrono solo 21
per la stessa commodity. L’indice time-price sta registrando un tasso di
riduzione più rapido di quanto non stia crescendo la popolazione. In onore di
Simon, Tupy e Pooley hanno dato vita all’indice SAI (Simon Abundance Index),
ovvero quanto cresce la popolazione al crescere del time-price. Emerge un dato
notevole, la Terra era 380 volte più abbondante nel 2017 di quanto non fosse
nel 1980. I due ricercatori hanno nuovamente dimostrato la validità delle
teorie di Simon.
Ci piace
concludere con questo pensiero: “Il mondo è un sistema finito, nello stesso
modo in cui lo è un pianoforte. Lo strumento ha solo 88 tasti, tuttavia questi
tasti possono essere suonati in una infinità di modi diversi”.
Nessun commento:
Posta un commento