828 milioni di uomini, donne e bambini soffrono di grave denutrizione in ben 55 Paesi: a metterlo in evidenza è la World Organization for International Relations (WoirNet.org).
Per sottolineare l’estrema urgenza di ripensare al modo in cui il cibo viene
prodotto, distribuito e consumato, l’organizzazione fondata nel 1978 allo scopo
di preservare la pace e l’armonia nel mondo proclama il 2023 “WOIR
International Year of Food”.
Ogni anno si spreca il 36% del cibo prodotto a livello globale per il
consumo umano. Nei Paesi più industrializzati, come l’Italia, si tratta per il
78% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 22% di scarti del processo
di produzione e di trasporto. A lanciare l’allarme è la World Organization for
International Relations (WoirNet.org), l’organizzazione fondata nel 1978 allo
scopo di preservare la pace e l’armonia nel mondo.
«Si tratta di una questione etica, ma lo sperpero di cibo porta anche ad un
ingente danno economico e ad un irreparabile danno ambientale che innesca un
effetto domino capace di produrre carestie ed eventi climatici estremi»
sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, Presidente e Segretario
Generale della World Organization for International Relations (WoirNet.org).
A livello globale, lo spreco alimentare è infatti responsabile di 5
miliardi di tonnellate di gas serra emessi in atmosfera e di un consumo di
acqua pari a circa 200 miliardi di metri cubi.
«Non possiamo e non dobbiamo permettere che questo possa accadere
nuovamente: dobbiamo agire subito per evitare perdite umane irragionevoli»
commenta Viola Lala, press officer della World Organization for International
Relations (WoirNet.org).
«Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari è essenziale —aggiunge Viola
Lala— perché ogni anno si sprecano 1,5 miliardi di tonnellate di generi
alimentari con un costo di circa 900 miliardi di dollari per l’economia
globale».
«Certo, nonostante l’aumento della popolazione mondiale, l’umanità ha fatto
grandi progressi nella riduzione della fame.
Ma ancora oggi si contano ben 828 milioni di uomini, donne e bambini che
soffrono di grave denutrizione in ben 55 Paesi. » puntualizza Alejandro Gastón
Jantus Lordi de Sobremonte.
I dati sono emersi dal rapporto congiunto della FAO, IFAD, UNICEF, WFP e
WHO (The State of Food Security and Nutrition in the World, edizione 2022), che
mettono in evidenza anche un divario di genere: nel mondo a soffrire di
insicurezza alimentare moderata o grave è il 31,9% delle donne, rispetto al
27,6% degli uomini.
«Insomma —nonostante gli sforzi— 2,3 miliardi di persone vanno a letto
quasi sempre a stomaco vuoto (insicurezza alimentare moderata o grave) e tra
loro ben 150 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta»
sottolinea il presidente e segretario generale della World Organization for
International Relations.
L’antenna italiana della WOIR (Vatican.WoirNet.org), basandosi sui dati
della Commissione Europea, ha poi calcolato lo spreco in Europa.
Il primato negativo, purtroppo, spetta proprio all’Italia, con 272 milioni di
tonnellate di cibo buttato negli ultimi 20 anni.
La World Organization for International Relations afferma dunque la
necessità improrogabile di cambiamenti radicali nel modo in cui le società
producono e consumano.
E per questo proclama il 2023 “Anno del Cibo” (WOIR International Year of
Food), sottolineando la necessità di focalizzare l’attenzione dei governi e
dell’opinione pubblica su una tematica così importante per la sopravvivenza
dell’intero pianeta.
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