In Turchia, dopo la decisione del presidente Erdoğan,
i Comuni stanno accalappiando i randagi, da sempre un simbolo della città. Tra
loro anche Zeytin, uno dei cani protagonisti del film “Stray”
Recep Tayyip Erdoğan, il presidente della Turchia, ha incaricato tutti Comuni di rimuovere dalle strade gli animali randagi che «rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica» per trasferirli nei canili. La decisione, secondo quanto riportato dallo stesso presidente, è avvenuta a seguito di un caso di aggressione da parte di un Pitbull a una bambina in una zona del sud est del Paese.
La scelta di Erdoğan è di quelle che non passano
inosservate e anzi colpiscono duramente la sensibilità dell'opinione
pubblica, soprattutto a Istanbul, città che è da tempo simbolo
della possibilità di una serena convivenza tra i cani liberi e esseri umani.
Dalle parole, ora, lo Stato è passato ai fatti e sono sempre di più le
segnalazioni dei cittadini che hanno visto accalappiare cani che vivevano nei
paesi e nelle città della Turchia.
Nonostante le proteste che sono andate avanti
nell'ultimo mese da parte di attivisti ma anche di normali cittadini che
sostengono quanto la scelta del Presidente sia fatale per gli animali randagi,
citando soprattutto la mancanza di rifugi adeguati, sono sempre di più
gli animali che stanno sparendo dalle strade.
Che fine ha fatto Zeytin, il cane protagonista
del film "Stray"?
Tra questi c'è anche Zeytin, una delle
protagoniste del film di Elizabeth Lo "Stray", un
bellissimo e commovente lungometraggio che racconta proprio la vita condivisa
tra tre cani di strada e uomini e donne che incrociano durante le loro
giornate. Ne avevamo parlato e scritto proprio su Kodami, intervistando la
regista che così aveva descritto la personalità di
Zeytin: «E' fieramente indipendente, intraprende avventure notturne per la
città. In lei ho visto un personaggio che poteva avvolgerci completamente nella
sua volontà non umana: la sua forza vitale era perfetta per una storia sui
randagi che, a differenza degli animali domestici, non sono definiti solo dal
loro rapporto con gli umani».
Stray è proprio l'emblema della convivenza possibile e
concreta tra cani e umani a Istanbul: è un documentario che mette in evidenza l‘individualità
di ogni cane e il loro ruolo in un ecosistema in cui si può vivere in
serenità: «Ho incontrato per la prima volta Zeytin mentre mi
superava di corsa in un trafficato tunnel sotterraneo a Istanbul. Incuriosita
dalla sua determinazione, l'ho seguita. Così abbiamo incontrato Nazar,
un altro cane di strada – aveva spiegato la regista a Kodami – Entrambe erano
sulla scia di un gruppo di giovani siriani (Jamil, Halil e Ali) che vivevano
per le strade come rifugiati in Turchia. Ho iniziato a seguirli per mesi mentre
trovavano rifugio in cantieri e marciapiedi tranquilli insieme. Nonostante la
difficoltà delle circostanze in cui si trovavano, i cani e i ragazzi hanno
formato una vera famiglia. Il calore e l'amore che emanavano dal loro legame
interdipendente mi hanno commosso profondamente. Senza la compagnia dei cani, i
ragazzi siriani si sarebbero sentiti alla deriva in una città che non era la
loro. E forse è stato lo stesso per Zeytin e Nazar».
Ora di Zeytin però non si sa più nulla, tanto
che Elizabeth Lo ha postato un appello sulla sua pagina Instagram: «I cani
randagi sono stati a lungo usati come capri espiatori durante i periodi di
turbolenza. Nonostante il profondo amore della popolazione turca per loro, ho
sempre temuto che il loro status legale protetto in Turchia fosse debole. Ma
pensavo che sarebbero passati anni prima che il governo si rivolgesse di nuovo
a loro. Poche settimane fa, il presidente Erdogan ha ordinato a tutte le città,
inclusa Istanbul, di accalappiare i cani randagi. E lo fanno di notte. Zeytin –
il cane di strada che ci guida attraverso Istanbul in @straydocfilm – non si
vedeva da un po'. Sono venuta a Istanbul per trovarla. Se vivi a Istanbul
intorno a Piazza Taksim / Karaköy / Cihangir e riconosci Zeytin o Nazar, per
favore DM o whatspp me (il direttore di Stray) al + 1-917-291-0538».
Il rapporto di Elizabeth Lo con Zeytin è tutto nelle
parole che ci aveva concesso quando all'uscita del documentario si era lasciata
andare nel raccontare la profondità delle emozioni condivise con lei e gli
altri cani liberi di Istanbul: «Mi sono affidata a Zeytin: è stata
la mia guida per la città. Lei è cresciuta lì e sa benissimo come muoversi per
le sue strade, i suoi semafori, le sue auto e le sue persone. Mi sono fidata
pienamente di lei, con misurata cautela ovviamente. Se avessi sentito che
avremmo potuto essere veramente in pericolo sarei intervenuta ma con Zeytin non
ho mai percepito alcun rischio».
E ora quel rischio si è tramutato in una realtà che ha
le fattezze di esseri umani che eseguono degli ordini e non certo di una città
che quel cane, come tanti suoi simili, conosceva profondamente e viveva senza
dare alcun fastidio agli altri esseri viventi che vi abitano. Sono migliaia,
anche questa volta, le persone che si stanno battendo perché il governo fermi
questo vero e proprio massacro e l'hashtag che sta facendo da eco a quanto
accade nelle strade del paese è #SokakHayvanlarıSahipsizDeğil.
Un nuovo elenco di razze pericolose e il caso della
bambina aggredita in strada da un cane di proprietà
Il discorso di Erdoğan è arrivato il giorno di Natale.
Parlando da Ankara il presidente turco ha ricordato il caso della bambina di
quattro anni che era stata ferita da un cane che era di proprietà ma era in
giro, insieme anche a un altro Pitbull sempre della stessa persona, senza
guinzaglio.
Il discorso del presidente turco in realtà è sembrato
particolarmente politico: i cani sono in realtà un bersaglio
pretestuoso per colpire quelli che ha definito i "turchi bianchi",
termine che viene usato nel paese con tono dispregiativo per indicare persone
laiche, in gran parte occidentali e per lo più di sinistra. Erdoğan ha detto:
«Si preoccupino dei loro animali domestici».
Il 14 gennaio 2022, intanto, in Turchia è anche
entrata in vigore una nuova regolamentazione a livello nazionale contro
alcune razze canine che ora sono classificate come pericolose. Un elenco
identifica le tipologie e questi soggetti devono essere sterilizzati e
registrati presso le autorità o i loro umani di riferimento saranno soggetti a
multe e i loro animali prelevati con la forza. Tra le razze, come già accaduto
in altre parti del mondo (anche in Italia si
è provato a farlo), ci sono Dogo Argentino,
Fila Brasileiro, Tosa Inu, American Staffordshire
terrier e American bully.
Il nuovo regolamento fa parte di un più ampio
disegno di legge sui diritti degli animali attuato lo scorso anno e prevede
anche multe per coloro che abbandonano i cani invece di consegnarli ai rifugi.
Tutti i "cani pericolosi" devono essere sterilizzati secondo questa
legge presso le cliniche veterinarie, registrati e dotati di microchip.
Il primo effetto di questo nuovo approccio ha però
portato molte persone ad abbandonare gli animali nei canili a
fronte di spese che non vogliono sostenere. E i rifugi, ora, non reggono la
quantità di soggetti che stanno arrivando o per cessioni di proprietà o per la
politica di accalappiamento dei randagi.
Le persone che hanno queste tipologie di cani,
inoltre, sono per legge tenuti a tenerli al guinzaglio, a mettergli la
museruola quando necessario per prevenire attacchi a persone e altri animali e
sono loro vietati gli spazi pubblici come i parchi giochi.
La Turchia tra tutela degli animali come esseri
senzienti e leggi ambivalenti
La Turchia ha adottato il suo primo disegno di legge
sulla protezione degli animali nel 2004. E' un paese
all'avanguardia nel dare seguito a livello nazionale al cosiddetto "metodo
CNVR" ("catch, neuter, vaccinate, return"
ovvero "cattura, sterilizzazione, vaccinazione e re immissione sul
territorio"). Il disegno di legge vietava l'uccisione
dei randagi a meno che "nei casi specificati nell'Animal Health
and Inspection Act 3285". L'eutanasia era vietata a meno che i cani non
soffrissero di "malattie e condizioni incurabili come la malattia
terminale".
I Comuni hanno così, fino ad oggi, avuto il compito
di prendersi cura dei cani di strada portandoli in rifugi gestiti
dalla comunità dove venivano appunto sterilizzati, vaccinati, chippati e
con un "tag" sulle orecchie che rappresenta anche il loro un numero
di identificazione per il tracciamento.
Nel 2012 ecco che arriva però il primo tentativo da
parte del Partito Giustizia e Sviluppo al potere con una proposta "per
rimuovere gli animali randagi dalle strade e collocarli nei santuari fuori
città". Risultato? Migliaia di persone marciarono per il centro di
Istanbul con cartelli che dicevano di lasciare in pace gli animali. La protesta
di quell'ottobre fu la più grande a sostegno del benessere degli animali che la
Turchia avesse mai visto. Per molti la proposta ricordava le politiche del 1910
quando il sultano Mehmed V inviò migliaia di cani randagi da Istanbul in
un'isola vicina a morire di fame nel tentativo di "occidentalizzare"
la città poco prima della caduta dell'Impero Ottomano.
Nel 2018, dopo aver ottenuto una vittoria
alle elezioni presidenziali, Erdoğan aveva promesso di rafforzare le leggi
sulla protezione degli animali. E, come scritto sopra, nel 2021 è
arrivato il disegno di legge che il parlamento turco ha approvato. Ci sono
sicuramente dei lati positivi, come il divieto di vendita di cani e gatti
nei negozi di animali e la loro classificazione come "esseri viventi"
piuttosto che come merci. L'atto ha anche reso l'abuso di animali punibile fino
a quattro anni di carcere. Il 7 dicembre 2021, il disegno di legge sulla
protezione degli animali è stato poi modificato, richiedendo alle persone che
hanno razze classificate come "pericolose" di sterilizzarle e
registrarle presso le autorità prima del 14 gennaio 2022.
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