Fonte: Climate&Capitalism -
14.11.2022
Il discorso di João Pedro Stedile, leader del Movimento dei Lavoratori
Senza Terra (MST) del Brasile e dell'organizzazione contadina mondiale La Via
Campesina, tenuto al Forum: Madre Terra: un solo pianeta, una sola umanità
Costruire
un movimento globale per salvare l'umanità e la nostra casa comune!
Oggi l'umanità è a rischio a causa dell’insensata disuguaglianza sociale,
dall’aggressione all'ambiente e da un modello di consumo insostenibile nei
paesi ricchi che ci viene imposto dal capitalismo con la sua logica della
ricerca del profitto.
Parte 1: Quali sono i dilemmi che
l'umanità deve affrontare?
1. Il cambiamento climatico è permanente e si manifesta ogni giorno con intense
ondate di calore, riscaldamento globale, piogge torrenziali, cicloni tropicali
e la scomparsa dell'acqua in diverse regioni del pianeta.
2. Il numero di disastri/crimini è
aumentato di 5 volte negli ultimi 50 anni, uccidendo 115 persone al giorno e
causando perdite economiche pari a 202 milioni di dollari al giorno.
3. I reati ambientali sono aumentati,
specialmente nel Sud globale, con deforestazione e incendi di foreste tropicali
e attacchi a tutti i biomi. Solo nel 2021, il mondo ha perso oltre 11 milioni
di ettari di foreste tropicali.
4. La foresta amazzonica, che comprende
9 paesi, ha già perso il 30% della sua copertura vegetale, a causa della
deforestazione invasiva causata dalla spinta a produrre legname e far posto
all’allevamento del bestiame e alla produzione di soia, che vengono esportati
in Europa e in Cina.
5. Tutti i biomi nel Sud del mondo
vengono distrutti per produrre le materie prime agricole per il Nord del mondo.
6. La predatoria attività estrattiva
colpisce l'ambiente, le acque, i terreni e le comunità native, indigene e
contadine poiché migliaia di garimpeiros (minatori illegali) estraggono oro e
diamanti, con il mercurio nelle terre dei nativi.
7. Mai come ora sono stati utilizzati
così tanti pesticidi (veleni agricoli) nell’agricoltura del Sud globale, che
influiscono sulla fertilità del suolo, uccidono la biodiversità, inquinano le
acque del sottosuolo e i fiumi, inquinano i prodotti e persino l’atmosfera.
8. È scientificamente provato che il
glifosato causa il cancro. Circa 42.700 agricoltori statunitensi che hanno
contratto il cancro hanno ottenuto il diritto di essere risarciti dalle aziende
che producono, vendono e utilizzano il glifosato a cui sono stati esposti.
9. In tutto il pianeta vengono piantati
sempre più semi geneticamente modificati, per un totale, a partire dal 2019, di
quasi 200 milioni di ettari, concentrati in 29 Paesi. Questi semi causano la
contaminazione genetica dei semi non OGM, incidendo sulla salute umana e
distruggendo la biodiversità del pianeta perché richiedono l'uso di pesticidi.
10. Gli oceani sono inquinati dalla
plastica e da altri rifiuti umani, uccidendo molte specie di pesci e la vita
marina. L'uso massiccio di fertilizzanti chimici ha inoltre provocato
l’acidificazione degli oceani, mettendo a rischio tutta la vita marina. Ne è
prova la grande isola di spazzatura nell'Oceano Pacifico, che copre oltre un
milione di chilometri quadrati.
11. L'anidride carbonica, emessa dai
combustibili fossili e dal trasporto privato in automobile, provoca
inquinamento nelle grandi città e a sua volta causa la morte di migliaia di
persone; nella sola regione nord-orientale e medio-atlantica degli Stati Uniti,
muoiono in un solo anno 7100 persone a causa delle emissioni dei veicoli.
12. L'umanità sta soffrendo una crisi
della salute pubblica che è anche inestricabilmente legata alla natura. Le
epidemie e le pandemie sono aumentate, creando un'enorme crisi sanitaria
globale che mette a rischio milioni di persone. Questo fenomeno, spesso
alimentato dall'aumento della trasmissione di malattie dagli animali agli
esseri umani (le cosiddette zoonosi), è il risultato della simultanea
distruzione della biodiversità e dell'espansione della frontiera agricola da
parte dell'agrobusiness e dei megaprogetti energetici, minerari e di trasporto,
nonché dell’espansione urbana e dell’allevamento su larga scala.
13. Molte aree del nostro pianeta sono
protette da Comunità originarie, contadine e indigene. Per questo il capitale
le attacca nel tentativo di distruggerle, al fine di impadronirsi così dei beni
della natura di cui questi gruppi si prendono cura.
14. Stiamo attraversando una crisi
ecologico-sociale del sistema Terra e dell'equilibrio della vita. Questa crisi
globale colpisce l'ambiente, l'economia, la politica, la società, l'etica, le
religioni e il senso della nostra stessa vita.
15. I miliardi di persone più povere del
mondo, sono le più colpite dalla mancanza di cibo, acqua, alloggio, lavoro,
reddito e istruzione. Il deterioramento delle condizioni di vita li ha
costretti a migrare e ha ucciso migliaia di persone, soprattutto bambini e
donne.
16. Questa crisi generalizzata sta
mettendo a rischio la vita umana. Senza un'azione coraggiosa, il pianeta, che è
sotto attacco, potrebbe ancora rigenerarsi, ma senza esseri umani.
Parte 2: Chi è responsabile di mettere a
rischio l’umanità?
1. Il capitalismo sta affrontando una crisi strutturale. Non è più in grado di
organizzare la produzione e la distribuzione dei beni di cui le persone hanno
bisogno. La sua logica di profitto e di accumulazione di capitale ci impedisce
di avere una società più giusta ed egualitaria.
2. Questa crisi si manifesta
nell'economia, nell'aumento della disuguaglianza sociale, nel fallimento dello
Stato come garante dei diritti sociali, nell'incapacità della democrazia
formale di rispettare la volontà della maggior parte delle persone e nella propagazione
di falsi valori basati esclusivamente sull'individualismo, sul consumismo e
sull'egoismo. Questo sistema è economicamente e ambientalmente insostenibile e
dobbiamo lasciarcelo alle spalle.
3. I principali responsabili diretti
della crisi ambientale sono le grandi imprese multinazionali, che non
rispettano confini, Stati, governi e diritti dei popoli. Alcune di queste
corporazioni, come Bayer, BASF, Monsanto, Syngenta e DuPont, producono
pesticidi, altre gestiscono i settori minerario, automobilistico e dell'energia
elettrica da combustibili fossili, altre ancora controllano il mercato
dell'acqua (come Coca-Cola, Pepsi e Nestlé) e il mercato alimentare mondiale. A
tutte queste corporazioni sono associate le banche e il loro capitale
finanziario. Nell'ultimo decennio, a queste corporazioni si sono aggiunte
potenti società tecnologiche transnazionali, che controllano l'ideologia e
l'opinione pubblica (Amazon, Microsoft, Google, Facebook/Meta e Apple). I
proprietari di queste aziende sono tra le persone più ricche del mondo.
4. Tuttavia, le multinazionali non sono le uniche responsabili della crisi
ambientale; esse sono aiutate da:
(a) i governi che coprono e proteggono i crimini delle aziende;
(b) i media mainstream, che cercano il profitto e servono gli interessi delle
aziende, ingannando la gente e nascondendo i responsabili;
(c) le organizzazioni internazionali formate dai governi e catturate dalle
grandi aziende sotto la copertura di fondazioni fantasma, che influenzano
direttamente queste organizzazioni e si limitano a ripetere la retorica e a
tenere riunioni internazionali inefficaci come la Conference of the Parties
(COP), che si è riunita 27 volte. È il caso anche delle Nazioni Unite e del
Food and Agricultural Organization (FAO). Tutte queste entità devono rispettare
la legge.
5. Accolgo con favore la coraggiosa posizione assunta dal presidente colombiano
Gustavo Petro all'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2022 e
le encicliche di Papa Francesco. Entrambe sono un campanello d'allarme per il
mondo intero.
Parte 3: Quali soluzioni chiediamo?
C'è ancora tempo per salvare l'umanità e, con essa, la nostra casa comune, il
pianeta Terra. Per questo dobbiamo avere il coraggio di attuare misure concrete
e urgenti a livello globale. A nome dei movimenti contadini e dei movimenti
popolari delle periferie urbane, proponiamo:
1. Divieto di deforestazione e incendi a
fini commerciali in tutte le foreste native e savane del mondo.
2. Divieto di utilizzare pesticidi e
semi geneticamente modificati nell’agricoltura, nonché di antibiotici e ormoni
anabolizzanti nell’allevamento di bestiame.
3. Denunciamo tutte le finte soluzioni
al cambiamento climatico e le tecniche di geoingegneria proposte dal capitale
che specula sulla natura, compreso il mercato del carbonio.
4. Vietare l'estrazione mineraria nei
territori dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali, nonché nelle aree
di protezione e conservazione ambientale, e chiedere che tutte le attività
minerarie siano controllate pubblicamente e utilizzate per il bene comune, non
per il profitto.
5. Controllare rigorosamente l'uso della
plastica, anche nell'industria degli alimenti e delle bevande e rendere
obbligatorio il loro riciclaggio.
6. Il riconoscimento dei beni della
natura (come le foreste, l’acqua, la biodiversità) come beni comuni universali
al servizio tutte le persone ed esenti da privatizzazione capitalista.
7. Riconoscere i contadini come i
principali custodi della natura. Dobbiamo combattere i grandi proprietari
terrieri e fare riforme agricole popolari, in modo da combattere la
disuguaglianza sociale nelle campagne, la povertà, e produrre più cibo in
equilibrio con la natura.
8. Attuare un vasto programma di
riforestazione, pagato con risorse pubbliche, che garantisca il recupero
ecologico di tutte le aree vicine alle sorgenti e agli argini dei fiumi, ai
pendii e ad altre aree ecologicamente sensibili o che stanno subendo la
desertificazione.
9. Attuare una politica globale di
tutela dell'acqua che impedisca l'inquinamento di oceani, laghi e fiumi e che
elimini la contaminazione delle fonti di acqua potabile superficiali e
sotterranee.
10. Difendere l'Amazzonia e le altre
foreste tropicali dell'Africa, dell'Asia e delle isole del Pacifico, come
territori ecologici sotto la cura dei popoli dei loro paesi.
11. Implementare l'agroecologia come
base sociotecnica per la sovranità alimentare, compresa la produzione di cibo
sano accessibile a tutti.
12. Sovvenzionare i finanziamenti
necessari per implementare sistemi di energia solare ed eolica, che saranno
gestiti collettivamente dalle popolazioni di tutto il mondo.
13. Attuare un piano globale di
investimenti per fornire trasporti pubblici basati su energie rinnovabili che
permettano di riorganizzare e migliorare le condizioni di vita nelle città,
consentendo il decentramento urbano e la possibilità di rimanere nelle
campagne.
14. Chiedere che i Paesi
industrializzati del Nord garantiscano le risorse finanziarie per attuare tutte
le azioni necessarie a ricostruire il rapporto tra società e natura in modo
sostenibile, in quanto questi Paesi sono storicamente responsabili
dell'inquinamento globale e continuano con modelli di produzione e consumo
ingiusti e insostenibili.
15. Chiedere che tutti i governi fermino
le guerre, chiudano le basi militari straniere e interrompano le aggressioni
militari, per salvare vite umane e il pianeta partendo dalla consapevolezza che
la pace è una condizione per una vita sana.
Affinché queste idee si concretizzino,
proponiamo un patto internazionale tra leader religiosi e istituzioni,
movimenti ambientalisti e popolari, decisori politici e governi, in modo da
poter realizzare un programma di sensibilizzazione di tutta la popolazione.
Proponiamo che si faccia una conferenza internazionale, affinché possiamo riunire
tutti gli attori collettivi in difesa della vita. Dobbiamo incoraggiare le
persone a lottare per i loro diritti in difesa della vita e della natura.
Dobbiamo esigere che i mezzi di comunicazione si assumano le loro
responsabilità in difesa degli interessi del popolo, in difesa della parità di
diritti, della vita e della natura.
Lotteremo sempre per salvare le vite e
il nostro pianeta, per vivere in solidarietà e in pace nell'uguaglianza
sociale, emancipati dalle ingiustizie sociali, dallo sfruttamento e dalle
discriminazioni di ogni tipo.
Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org
Fonte: Climate&Capitalism 14.11.2022
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