Una mobilitazione internazionale per chiedere alle autorità governative
delle isole Canarie di negare il permesso per la costruzione del primo
allevamento di polpi al mondo, la cui apertura è prevista per questa estate.
Assieme alla Aquatic Animal Alliance — una coalizione di più di
110 organizzazioni no profit e scienziati in tutto il mondo — partecipiamo a
una mobilitazione internazionale per dire un secco no
all’apertura del primo allevamento di polpi al mondo, nelle vicinanze del
porto della città di Las Palmas de Gran Canaria, in Spagna.
L’apertura dell’allevamento, prevista per questa estate, è stata annunciata
lo scorso novembre dalla multinazionale spagnola Nueva Pescanova, che stima una
produzione di circa 3 mila tonnellate di polpo all’anno a
partire dal 2023: il 10% dei polpi attualmente pescati ogni anno in
Spagna.
Con il tweetstorm organizzato per oggi, chiediamo alle
autorità governative delle isole Canarie di negare il permesso per
la costruzione dell’allevamento.
Problemi etici, ambientali e di salute
Noi di Essere Animali, come altre organizzazioni per la tutela degli
animali, ci siamo opposti fin da subito al progetto che
crediamo sia una vera e propria crudeltà per i polpi. Secondo
i ricercatori della London School of Economics l’allevamento di polpi con un grado
alto di benessere «è impossibile». Secondo loro «i polpi sono animali
solitari spesso aggressivi verso l’un l’altro quando si ritrovano in
spazi ristretti. Non c’è nessun metodo di macellazione che
sia affidabile e umano e che possa essere eseguito su larga
scala a livello commerciale».
Le ragioni per cui ci opponiamo all’apertura dell’allevamento di polpi in
Spagna non finiscono qui. Secondo la Aquatic Animal Alliance, il progetto di
Nueva Pescanova non specifica come eviterà l’infiltrazione di sostanze
potenzialmente pericolose e la concentrazione di elementi chimici che
possono danneggiare l’ecosistema. Inoltre, questa specie è carnivora,
il che vuol dire che dipende da mangimi a base di farina e
olio di pesce proveniente da stock ittici selvatici, aggravando la
pressione su mari e oceani, già pesantemente colpiti dalla pesca intensiva.
«Abbiamo fornito prove evidenti e sostanziali del forte impatto negativo
che questo progetto potrebbe avere sull’ambiente circostante».
Catalina Lopez, Direttrice della Aquatic Animal Alliance
Allo stesso modo, anche l’uso massiccio di antibiotici e antiparassitari risulta
essere un rischio, in quanto può contribuire ad acuire il fenomeno
dell’antibiotico-resistenza, che indebolisce l’efficacia dei farmaci e causa la morte di 33 mila persone ogni anno solo
in Europa. Inoltre alcuni studi scientifici dimostrano che i polpi possono
essere colpiti da una ventina di patologie differenti – incluso il batterio
Vibrio Cholerae, responsabile dell’infezione da colera negli esseri
umani.
Fermiamo l’allevamento di polpi
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che i polpi sono animali
intelligenti e sensibili, in grado di provare dolore, di sognare, di
risolvere problemi e ricordarne la soluzione. Abbiamo di fronte animali straordinari,
con cervelli complessi di cui non conosciamo e forse mai conosceremo
interamente il funzionamento.
Dovremmo mettere in atto politiche di salvaguardia e di protezione per
questa specie e non pensare neanche lontanamente di allevarli, rinchiudendoli
in gabbia per poi macellarli con metodi crudeli. Mai come in questo caso si
rischia di disattendere i più basilari principi etici a tutela
di una specie così complessa e affascinante.
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