(aggiornamento maggio-giugno 2022 - a cura del Controsservatorio
Val Susa)
Nel 2017 il Controsservatorio aveva curato la
pubblicazione di un breve opuscolo diffuso anche in pdf: Il punto sulla
Torino-Lione: marzo 2017
A distanza di cinque anni riteniamo utile fare di nuovo il punto della
situazione. Chi segue saltuariamente le vicende ha sicuramente difficoltà a
orientarsi in presenza di una campagna di disinformazione dei media che, a differenza
dei cantieri, procede sempre a ritmo serrato.
Ci auguriamo che la ricostruzione che qui proponiamo possa risultare utile.
1.
Premessa
3.
Tratta nazionale:
lato Francia
lato Italia
Nel quadro generale
determinato da due anni di pandemia e dalla crisi energetica aggravata dalla
guerra Russia-Ucraina, davanti alle drammatiche conseguenze sanitarie,
economiche e sociali di questi fenomeni risalta ancora più stridente
l’assurdità di investire ingenti risorse nell’opera inutile, antieconomica e
climaticida che è il Tav.
Eppure le lobby
politico-imprenditoriali del partito trasversale degli affari non mollano,
tanto che TELT non pare turbata dall'aumento generalizzato dei prezzi dei
materiali e dell'energia e piuttosto disponibile a offrire garanzie alle
imprese già impegnate nei primi lotti costruttivi.
Anche se non mancano le contraddizioni: a maggio 2022 è stato revocato un bando
di gara del febbraio 2020 per i lavori di un’opera accessoria (autoporto di S.
Didero): evidentemente hanno pesato le incertezze delle proiezioni
economiche per i prossimi anni ma in compenso l’area è fortemente militarizzata
da aprile 2021 (con costi rilevanti a carico della collettività)
Che la situazione sia
confusa e contraddittoria lo si deduce da tanti segnali, ne citiamo solo un
paio:
·
A febbraio 2021, in un’audizione al Senato francese l’allora presidente di
Telt, Hubert du Mesnil, dichiarava testualmente: "...Non mi sento in grado di decidere quale sia la curva di traffico
che giustifica l’esistenza del tunnel. Dopo la crisi finanziaria del 2008 e il
calo del traffico che ha causato, si è pensato che il progetto non fosse più
giustificato. Ma due o tre anni dopo, il traffico aveva ricominciato ad
aumentare. Questi sono di nuovo tempi difficili. Sono totalmente incapace di
fare qualsiasi tipo di previsione. Gli studi devono essere fatti, certo, ma non
spetta a loro dettare quella che è innanzitutto una decisione politica".
Tradotto: ogni previsione di crescita del traffico è totalmente inaffidabile,
ma la politica decide a prescindere.
·
A Febbraio 2022 il Governo italiano nomina un suo nuovo Commissario
straordinario per l’intero asse ferroviario da Torino al confine francese
(comprendendo anche la linea storica): si tratta di Calogero Mauceri, che
diventa anche Presidente dell’Osservatorio Tav. Foietta mantiene la presidenza
della delegazione italiana nella Commissione Intergovernativa e Virano la
direzione generale di Telt. Tutti noi garantiamo loro lauti stipendi.
L’intraprendenza del nuovo commissario e le manovre tese a dimostrare che la
valle è pacificata puntano a rilanciare un progetto che molti ritengono sia
parcheggiato in un binario morto.
Tra il dire e il fare,
tra promettere e realizzare in ogni caso corre sempre parecchia distanza
Quanto alla concreta realizzazione della complessa infrastruttura: qualche
appalto viene effettivamente assegnato, alcuni lavori preliminari vanno in
qualche modo avanti tra intoppi che non mancano e soprattutto ritardi che si
accumulano. Ritardi sia rispetto alle previsioni, sia rispetto agli impegni
assunti con la Ue. Verificare pubblicamente se questi ritardi siano tali da
mettere in discussione i fondi promessi non è possibile, perché la Commissione
europea ha secretato, per ragioni di sicurezza e ordine pubblico (!), i dati su
tempi e costi pattuiti nel contratto di finanziamento (vedi l’ultima lettera
ricevuta dalla commissione europea e il documento
fornito con le censure operate sui dati)
I progetti delle varie
tratte Tav, già fortemente ridimensionati nel 2016 (versione
“low-cost”), devono fare i conti con gravi imprevisti, come il forte
inquinamento del sito (Salbertrand) scelto per il cantiere italiano più grande,
oltre che con un Movimento No Tav che non molla, nonostante una repressione
militare e giudiziaria senza precedenti. Anche molte amministrazioni comunali
della bassa Valsusa mantengono la loro posizione di contrarietà istituzionale
all’opera e qui chi tenta di romperne la compattezza è la Regione Piemonte.
Investita dal Cipe del ruolo di “soggetto aggiudicatore” dei soldi delle
compensazioni associate al Tav, la Regione li offre a Comuni che avendo il
portafoglio vuoto non riescono a realizzare interventi indispensabili di messa
in sicurezza del territorio dopo incendi ed alluvioni devastanti.
Lavori per la tratta internazionale
La situazione è
sensibilmente diversa tra i due lati delle Alpi.
Lato Francia:
A fine Aprile 2022 risulta completato lo scavo della galleria geognostica tra
le discenderie di La Praz e Saint Martin La Porte: essendo quest’opera in asse
con il tunnel di base, potrà costituire i primi 10 Km di una delle due canne
del tunnel.
Lato Italia:
Sono in corso le gare di appalto per le opere principali.
Il 15 Aprile 2022 vi è stata la prima assegnazione: affidati al raggruppamento
ISP guidato da RFI/Italferr i compiti di “direzione lavori ed alta
sorveglianza” per il tunnel Susa-Bussoleno ed i cantieri nella piana di Susa.
In concreto, però, si è ancora fermi ad operazioni preliminari che incontrano
non poche difficoltà e procedono a rilento:
·
in merito all’ampliamento ed adeguamento del cantiere di Chiomonte per
poter effettuare da lì lo scavo del tunnel di base nelle due direzioni – verso
Susa e verso la Francia- (variante 2017), in val Clarea si sono realizzate
poche opere a cielo aperto (come il nuovo ponte sul Clarea) mentre nella
galleria geognostica vengono scavate nicchie laterali allo scopo di consentire
ai mezzi di cantiere in ingresso ed uscita di potersi incrociare);
·
quanto alla costruzione dei due svincoli della A32 ad uso del cantiere
chiomontino, la Sitaf non ha ancora realizzato alcunché;
·
a Salbertrand continua la rimozione di rifiuti pericolosi e la bonifica dei
terreni sul sito destinato ad ospitare il cantiere industriale per i conci del
tunnel di base; l’operazione potrebbe richiedere dai 4 ai 7 anni e ciò ha
spinto Telt a presentare una ulteriore
variante di progetto che sposta a Susa parte delle funzioni
previste a Salbertrand; ma questo comporta la preventiva liberazione di aree
della piana susina che si potrà realizzare solo ricollocando l’autoporto della
A32 a San Didero.
·
a S. Didero è stato militarmente insediato ad Aprile 2021 il cantiere per
il nuovo autoporto, da allora presidiato giorno e notte (con elevati costi)
dalle forze dell’ordine, ma non è iniziato alcun lavoro; per di più la gara di
appalto per quest’opera, indetta da Sitaf nel 2020, è stata addirittura revocata ad
Aprile 2022 per la lievitazione dei costi a preventivo che è
intervenuta. E' dunque prevedibile che per altri 2 anni non si inizierà…
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