Si tratta del progetto considerato “la peggiore bomba climatica al mondo”. E l’italiana Eni non poteva di certo farsi sfuggire l’occasione. Si chiama North Field East ed è un giacimento di gas naturale immenso, in Qatar, che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contribuito al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima.
Il progetto
nell’elenco dei più dannosi in assoluto per il clima
Ma il gas in
questione, anche ammesso che fosse estratto con tutte le accortezze, viene
recuperato e venduto allo scopo di essere bruciato. E la scienza ha
spiegato che se vogliamo centrare il più ambizioso degli obiettivi dell’Accordo
di Parigi, ovvero limitare la crescita della temperatura media
globale a 1,5 gradi centigradi alla fine del secolo, dobbiamo lasciare sottoterra tutti
i combustibili fossili che ancora l’umanità non ha estratto.
Un’inchiesta pubblicata
nello scorso mese di maggio dal quotidiano The Guardian ha elencato i progetti
di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in
assoluto. Delle “bombe climatiche”, appunto, suscettibili di provocare
emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme
del loro ciclo di vita.
Oltre a Eni
anche Total (e una terza compagnia)
Ma per Eni
il punto è un altro. È entrare in una joint-venture con la compagnia Qatar
Energy, diretta dal ministro dell’Energia Saad Sherida al-Kaabi. È un
affare da 28 miliardi di dollari. Che permetterà alla compagnia italiana di
partecipare ad un progetto mastodontico. Si prevede infatti che aumenterà
del 60% la produzione di gas naturale liquefatto della nazione del
Golfo. E sul quale ha già messo le mani la francese TotalEnergies.
Quest’ultima
aveva annunciato un accordo con Qatar Energy lo scorso 12 giugno. Il terzo
grande nome che parteciperà allo sfruttamento del giacimento è ConocoPhillips,
multinazionale americana. Così, nelle intenzioni del governo di Doha, la
produzione al North Field East – giacimento offshore che si estende nei fondali
fino alle acque territoriali iraniane – dovrebbe poter
cominciare già nel 2026.
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