Dal
blog https://it.insideover.com/
L’Ucraina è
stata recentemente definita “granaio del mondo” soltanto perché Kiev
produce effettivamente decine di milioni di tonnellate di grano, esportandone
di fatto quasi i due terzi complessivi. Dati alla mano – dati della Food and
Agriculture Organization of the United Nations (FAO) – nel 2020 gli ucraini
hanno raccolto circa 25 milioni di tonnellate di grano, per l’esattezza
24.912.350 tonnellate, vendendone all’estero più o meno 18 milioni.
L’evolversi
della guerra, con l’esercito russo che ha preso possesso di Mariupol e di una
lunga fetta di fascia costiera ucraina, ha spinto la comunità internazionale ad
interrogarsi sul futuro delle esportazioni del grano prodotto da Kiev. Come
farà l’Ucraina ad esportare il suo grano via mare se la
maggior parte dei porti meridionali sono finiti sotto il controllo del
Cremlino?
Le opzioni
di inviare il grano via terra o tramite treno sono improbabili se non
impossibili. Nel primo caso, infatti, servirebbe un’enorme quantità di tir; nel
secondo, occorerebbero standard di sicurezza che, almeno per il momento, non
sono presenti nel territorio ucraino. Morale della favola: numerosi governi
occidentali stanno ripetendo all’unisono che il blocco russo dei porti
ucraini provocherà presto una catastrofe alimentare globale,
visto che l’Ucraina è, appunto, il “granaio del mondo”, ovvero il Paese dal
quale dipenderebbe il sostentamento alimentare di tutti noi.
·
Il controllo delle rotte del grano
·
La guerra del grano che spaventa l’Europa
·
Cosa si nasconde dietro alla guerra del grano
I dati della
FAO
In realtà, a
leggere i dati della FAO relativi al 2020 si evince che non
solo l’Ucraina non è il “granaio del mondo”; non lo è neppure dell’Europa.
Nella classifica dei dieci principali Paesi produttori di grano, l’Ucraina
piuttosto in basso, tra Pakistan e Germania.
Al primo
posto – è lei sì che può essere definita “granaio del mondo” – troviamo
la Cina. Pechino, sempre considerando l’annata 2020, l’ultima
registrata dalla FAO, ha prodotto qualcosa come 134.250.000 tonnellate di
grano. Alle spalle del Dragone troviamo un altro Paese asiatico, l’India,
con 107.590.000 tonnellate di grano. Sul gradino più basso del podio ecco
la Russia (85.896.326), seguita da Stati Uniti (49.690.680),
Canada (35.183.000) e Francia (30.144.110). La top 10 si conclude con Pakistan
(25.247.511), Ucraina (dati riportati sopra), Germania (22.172.100) e Turchia
(20.500.00).
Per quanto
riguarda la classifica dei dieci Paesi dotati della produzione lorda di grano
più preziosa, anche in questa top 10 l’Ucraina è ben lontana dalle prime
posizioni, piazzandosi soltanto ottava. L’aspetto più curioso, come anticipato,
è che Kiev non potrebbe teoricamente esser considerata neppure il “granaio
d’Europa“. Il motivo è semplice: Russia e Francia producono più grano
dell’Ucraina, ferma al terzo posto.
L’importanza
dell’Ucraina
Sia chiaro:
questo non significa che il blocco delle esportazioni di grano contro il quale
sta combattento l’Ucraina non sia importante o non abbia risvolti su numerose
nazioni povere o poverissime.
Ad esempio,
come ha sottolineato Foreign Policy, tra queste nazioni troviamo
il Libano. La solita FAO ha stimato che la metà del grano consumato
a Beirut e dintorni nel 2020 fosse di provenienza ucraina. Nel medesimo anno,
il più grande consumatore di grano “made in Kiev” è stato l’Egitto, con
importazioni per oltre 3 milioni di tonnellate. Libia e Yemen hanno
importato dall’Ucraina il 43% e il 22% del loro grano, mentre Malesia,
Indonesia e Bangladesh si fermano rispettivamente a 28% i primi due e 21% il
terzo.
In
conclusione, dal grano ucraino dipendono moltissimi Paesi, ma è fuorviante
collegare il problema della fame nel mondo, nonché l’aumento dei prezzi del
grano, solo e soltanto alla guerra in Ucraina o al blocco del porto di Odessa.
Tutto ciò che accade nel territorio ucraino in questi giorni ha sicuramente un
peso da non trascurare, ma il conflitto ucraino non è l’unica ragione da
prendere in considerazione.
Ue valuta
missione navale
In merito a
quanto sta accadendo in Ucraina, il quotidiano spagnolo El Pais ha
fatto sapere che l’Unione europea sta valutando la possibilità di
lanciare una missione navale per scortare il passaggio
delle navi di grano ucraino attraverso il Mar Nero, infestato da mine e
presidiato da navi e sottomarini russi. L’operazione navale per sbloccare il grano
ucraino comporterebbe un “rischio estremo” per l’Ue. Il motivo è presto
detto: potrebbe portare ad uno scontro con la Marina russa.
Tuttavia,
Bruxelles teme che l’attuale crisi alimentare mondiale possa tradursi in un
“crimine contro l’umanità” in quei Paesi i cui fabbisogni alimentari più
elementari dipendono dalle esportazioni ucraine. L’Ue, ha quindi sottolineato
il giornale, è pronta a mobilitare tutte le risorse possibili per la rimozione
del grano accumulato nei silos e nei porti ucraini. Nelle conclusioni della
bozza del vertice, visionate dal Pais, si “condanna severamente la
distruzione e l’appropriazione illegale della produzione agricola ucraina da
parte della Russia”. E si chiede a Mosca di “porre fine al limite massimo
consentito di esportazione di generi alimentari, soprattutto nella regione di
Odessa”.
Nessun commento:
Posta un commento