Come già accaduto con il dossier rinnovabili di Milena Gabanelli e Fabio Savelli nel novembre 2021 (e in tanti altro casi), la trasmissione Piazza Pulita del 17 febbraio 2022 ha offerto una narrazione a senso unico in favore della proliferazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili (soprattutto centrali eoliche e centrali fotovoltaiche) senza se e senza ma.
Risponde
Enzo Cripezzi, delegato di LIPU – BirdLife Italia per Puglia e Basilicata.
Gruppo d’Intervento Giuridico odv
dalla trasmissione di Piazza
Pulita del 17 febbraio 2022.
Sento
incontenibile il dovere di criticare con forza e insofferenza ma
argomentatamente l’ultima puntata di Piazza Pulita del 17.2.22, avendo
intensamente vissuto gli ultimi 20 anni (venti!) di proliferazione delle
rinnovabili in Terronia.
Per la prima
volta in TV si è accennato, solo accennato (!) a qualche dato serio e dibattuto
sulla questione energetica.
Tuttavia
ancora una volta si è potuto assistere alla consueta narrazione fiabesca e
qualunquista sulle rinnovabili che non costruisce una coscienza dei
telespettatori sulla materia energetica e che, per l’ennesima volta, emargina
la realtà più determinante su questo tema: i territori , quelli che le
rinnovabili devono ospitarle! Se non liquidando i territori come
quelli del No o del Nimby (cornuti e mazziati dopo migliaia di impianti!)
ma senza concedere loro parola alcuna. Un approccio immaturo che dura da 20
anni.
E’ “sul” e
“con” il territorio che vengono realizzate le rinnovabili! Tanto, tantissimo
territorio. In molte aree ridotto ormai a un colabrodo.
Chi predica
le rinnovabili (e chi ospita un dibattito a tema) ha il dovere etico e morale di
chiarire DOVE e COME , non solo di esibire numeri da scrivania !
In
prospettiva è evidente che quella energetica diventerà una criticità
assolutamente STRUTTURALE. OLTRE alla ricerca del qualcosa da fare subito e
ora, per la crisi contingente, non è accettabile che sia derubricata la visione
di medio e lungo termine, e quindi siano scartate tutte le opzioni ivi
ricadenti.
“….Il gas è
responsabile di queste bollette” esordisce Bonelli e, ancora, afferma che ci
sono 110 GW (110.000 MW) di “energia” (si proprio cosi, nella sua ignoranza ha
detto “energia” !!!) tra eolico e fotovoltaico “che sono bloccati”. E poi
pretende pure di spiegarlo (!) paragonando questo parametro al picco di
“energia” (ancora errore madornale!) della Nazione pari circa 55 GW, che in realtà
è di effettivo consumo istantaneo.
Già queste
affermazioni errate e qualunquiste di Bonelli avrebbero dovuto
essere censurate. Buttate in pasto a milioni di italiani producono deduzioni
illusorie.
Qualcuno
avrebbe dovuto spiegare la VERITA’ agli italiani (e ai vari “haters” di
territorio” come Bonelli).
1)
I numeri citati NON sono “energia” ma “potenza”, concetti abissalmente
differenti: la potenza è quella di targa che l’impianto potrebbe sprigionare,
se nelle condizioni ottimali; l’energia è quella EFFETTIVAMENTE prodotta
in base al tempo con cui quella potenza è a pieno regime. Si possono avere
anche un miliardo di MW di potenza eolica e fotovoltaica “installata” sul
territorio ma del tutto inutile quando non produce (quando sole e vento non ci
sono, oppure sono esigui) e perfino inutile quando produce in un momento
in cui non ve ne fosse bisogno). Ammesso di installare una potenza di 110.000
MW , essa produrrebbe nel tempo un consuntivo di energia (quindi in MWh) pari a
circa un 22-25% se eolico o addirittura 13-15% se fotovoltaico.
2)
110.000 MW di eolico e fotovoltaico NON SONO “bloccati” ma in grandissima parte
nuove istanze con procedimenti in corso. Procedimenti che lor signori hanno
contribuito a semplificare fino alla nausea umiliando le più basilari
regole di valutazione ambientale e concertazione sociale. Un serio studio
territoriale (per altro di parte!) imporrebbe almeno un anno di indagini, DOPO
dei quali si dovrebbe intraprendere una seria istanza autorizzativa capace di
valutarne gli effetti sull’area. Ivi compresi quelli cumulativi (Terronia docet).
3)
Quelli “bloccati”, invece (qualche GW), avrebbero dovuto in realtà essere
progetti RESPINTI poiché pessimi, gravati da pareri negativi delle
soprintendenze (che è bene ricordare ai vari Bonelli, agiscono su mandato
giuridico di un certo Articolo 9 della Carta Costituzionale). A tali, pessimi
progetti, però, la commissione VIA puntualmente ha dato un AIUTINO (come
candidamente ammesso dal Presidente della Commissione VIA! ) esprimendosi
positivamente in spregio ai valori territoriali e quindi “bloccando” l’iter che
avrebbe dovuto… concludersi negativamente! Iter che pertanto viene rimesso al
Consiglio dei Ministri. Che d’imperio IMPONE l’autorizzazione!
4)
La stragrande maggioranza di quei 110.000 MW citati sono istanze avanzate in
territori DEL MEZZOGIORNO, già abbondantemente vilipeso (da 20.000 dei 33.000
MW di eolico e fotovoltaico oggi installati).
La domanda
è: di questi 110.000 MW, pur escludendo i 17.000 MW proposti in
mare, principalmente lungo le coste del Sud, DOVE pensa Bonelli, e altri
estremisti come lui, di installare ulteriori 93.000 MW (NOVANTATREMILA) di
eolico e fotovoltaico?
E COME ?
umiliando ulteriori territori senza concedere loro parola? Almeno andrebbe
detto ! E’ o non è un tema determinante ? Perché non viene trattato? Perché non
si dice che stanno condannando la Puglia, la Sardegna, la Sicilia come la
Basilicata e tutto il Mezzogiorno a un grande colabrodo territoriale con la
squallida commistione di colossali impianti industriali brutalmente
imposti nella ruralità dei territori, cosi snaturati per sempre?
DOVE è la sostenibilità?
Fate un
sondaggio: piazzereste 3-4000 grattacieli eolici da 250 m sulle colline
laziali? O sulle Alpi della sola Lombardia?
Per estrarre
energia dalla natura in quantità appena apprezzabili per gli attuali
fabbisogni, bisogna spremere il territorio, compromettendo per sempre valori
identitari e inalienabili. Questo è!
5)
Ma insiste Bonelli nel suo qualunquismo, “se il Governo fa una scelta decisa in
quella direzione (realizzando i 110 GW !) noi abbattiamo il costo delle
bollette, e questo lo sanno tutti …. In realtà il prezzo sul libero mercato
elettrico continuerà ad essere imposto dal gas, poiché prevedibile, programmabile
e quindi negoziabile, mentre le rinnovabili continueranno ad essere gravate da
un fattore di imprevedibilità. Come accade in Germania che ha ben più
potenza rinnovabile installata.
Pertanto,
senza contribuire ad abbassare i costi (anzi con ulteriori oneri in bolletta
che esploderanno per le costosissime quanto insufficienti opere di stoccaggio),
le imprese rinnovabili incassano pure extra profitti dell’aumento dei prezzi
determinato dal gas, senza mitigarlo concretamente.
6)
Ma per la decarbonizzazione questi 110.000 MW NON BASTERANNO nemmeno
lontanamente . Immaginiamo con la bacchetta magica (!) di fare una colossale
cura dimagrante e magari aiutati con qualche punto percentuale da Idro,
biomasse, geotermico, solare termico, ecc, di far scomparire come per incanto
il 50% (praticamente impossibile) dell’attuale fabbisogno di energia totale –
elettrico, trasporti, riscaldamento -. Avremmo bisogno di elevare gli odierni
33.000 MW di potenza eolica e fotovoltaica installata (quindi di targa) a qualcosa
come 450-500.000 MW (CINQUECENTOMILA!).
7)
Quanto sopra, solo IDEALMENTE . Bisogna fare i conti con le criticità di
intermittenza e volatilità di queste fonti, la conseguenza è di finanziare a
breve termine proprio centrali gas pagando loro questo servizio di reperibilità
per compensare le potenze aleatorie in gioco sempre più enormi (a proposito di
incentivi alle fossili….).
Oppure si
impone il problema dello stoccaggio (es. batterie o idrogeno) INESISTENTE e
IMPOSSIBILE per potenze dell’ordine di almeno decine e decine di migliaia di MW
di potenza, capaci di tenere in piedi il paese per ore o per qualche giorno
(comunque una inezia rispetto agli andamenti stagionali). Ma con le opere di
accumulo entrano in gioco ulteriori fattori: perdite di conversione (es
elettrico>idrogeno>elettrico = 35-40% di partenza), nel tentativo di
compensare le quali occorrerà installare ancora più potenza; esplosione dei
costi associati alle stesse rinnovabili; necessità esponenziali di terre rare
con effetti ben più disastrosi ed estensivi che la loro estrazione comporta, in
termini ambientali e …. geopolitici.
Ecco, quando
si dice che le rinnovabili hanno un costo del kwh competitivo, in realtà il
costo vero dovrebbe esser valutato non per quello che producono ma per tutto
quello che NON producono.
8)
E alla fine della giostra vien fuori dalla De Girolamo che ci sono le
Soprintendenze brutte e cattive che “bloccano” le rinnovabili, che dicono “no”
. Le Soprintendenze – a cui dovrebbe andare molte volte il rispetto
e ringraziamento per un lavoro eroico di resistenza, in permanente scarsità di
organico e di risorse rispetto alla calata dei barbari – che non fanno altro
che esprimersi in nome e per conto di valutazioni discendenti
dall’ARTICOLO 9 della CARTA COSTITUZIONALE !
Bonelli , La
De Girolamo e tutto il corteo delle “rinnovabili senza se e senza ma” che si
scandalizzano di questi procedimenti, abbiano almeno il buon gusto di invocare
la cancellazione di quella parte della Costituzione. Vantino tutte le
rinnovabili che vogliono, invochino le volgari deregolamentazioni che tagliano
tristemente il ruolo dei territori e delle Soprintendenze ma, almeno, di fronte
al vergognoso, immane e infame scempio della celebrata ruralità della Nazione,
se ne assumano anche la responsabilità morale .
Dicano
chiaramente che vogliono l’ANARCHIA per installare centinaia di migliaia
di MW inondando quel che rimane di territori e comunità!
9)
Possibilmente, se poi si parla di nucleare, Bonelli dovrebbe avere un
contraltare esperto, che per amor di oggettività gli dica che la centrale
nucleare di Flamanville incriminata per i costi è un estremo e non costituisce
la media rispetto all’ordinario costo di queste centrali . Costi comunque
notevoli ma iniziali, che sono ovviamente spalmati su tutti i decenni di vita
dell’impianto. Vita continuativa e non per sole 1300 -2000 ore annue di
fotovoltaico ed eolico. E c’è arrivato un modesto osservatore come il
sottoscritto che poco, poco, poco si è documentato a fronte di queste
affermazioni.
“Bellissima”
poi la chiosa della Petrini sui lobbisti pro nucleare …. Ok ma vorrei ricordare
come nel silenzio tombale, l’ANEV, associazione degli industriali eolici
sia…. Associazione Ambientalista (!!!!) riconosciuta (dall’allora ministro
Matteoli) “dentro” la pancia del Ministero Ambiente, esercitando la doppia
veste interessata perfino nei ricorsi. Una associazione di categoria con
interessi lucrosissimi da miliardi di euro, parificata ad associazioni che si
reggono sul volontariato e portatrici di interessi collettivi. Questo accade
dal 2005 senza scandali !!!!
10) Dulcis
in fundo la De Girolamo che si accapiglia ancora con Bonelli per chi avrebbe le
responsabilità del solito, rifritto luogo comune del NO a tutto e quindi del NO
all’eolico. I soliti comitati e associazioni brutte e cattive che si
oppongono…. Ma Bonelli & C che si smarcano “desiderando questa panacea” non
si sono chiesti DOVE ricadono la stragrande maggioranza dei progetti “bloccati”
e/o richiesti ? Si, esatto, sempre in Terronia e sempre nelle
stesse aree , per ovvie ragioni. Ecco, almeno chiamateci quelli del “BASTA”
visto che il “NO” ci è stato impedito di anche solo di pensarlo grazie a chi
continua ad inondare i territori con pale e pannelli dall’alto di scrivanie
decisionali. Gli estremisti, semmai, siete voi, che dite sempre SI a tutti gli
impianti perché tanto basta la parolina magica e fuorviante : energia
“”pulita””. La più grande trasformazione territoriale della Nazione senza alcun
dibattito preventivo e governata dai desiderata delle società!
11) Ma ecco
che in studio viene fuori la frase fatta “Tutti siamo a favore delle
rinnovabili”. E qui emerge la disinvolta ipocrisia culturale del nostro tempo.
E CHI non le vuole ? LE RINNOVABILI SONO COME LA PACE , tutti siamo a
favore. Ma poi dietro l’esportazione della pace ci può essere la guerra. Ed è
in atto. Al punto che viene (opportunamente!!) negata perfino una anagrafe di
questi impianti, che un’altra parte dell’ambientalismo (silenziata dall’omertà
mediatica) chiede da 20 anni per esercitare una briciola di controllo sociale !
Insomma,
ambientalisti si ma proprio fessi no!
12) Bella la
App di Terna , indica in tempo reale la composizione delle fonti energetiche
per la produzione elettrica….. ma è bene ricordare non solo che il 37%
conseguito di rinnovabili elettriche lo dobbiamo in buona parte
all’idroelettrico storico che GIA’ avevamo e mai sussidiato e che, come accenna
Tabarelli, copre in media il 20% di produzione elettrica mentre eolico e
fotovoltaico vi contribuiscono per circa il 17%. E’ imperativo evidenziare che
il SOLO consumo elettrico nazionale indicato in quella App rappresenta solo il
22% circa di TUTTO il fabbisogno energetico del Paese (il resto sono trasporti
e termico – riscaldamento e raffrescamento, ecc – che per altro si vorrebbe
elettrificare). Quella indicazione, quindi, non è esaustiva di
TUTTO il fabbisogno energetico. E quel contributo di eolico e fotovoltaico (le
“nuove” tecnologie rinnovabili più mature), rapportato correttamente sul TOTALE
dei consumi energetici del Paese equivale al…. 3,5% !
13) Quindi,
caro Formigli, non si può semplificare auspicando di perseguire 3/3 di
permanente (!) copertura rinnovabile dell’elettrico, per altro partendo da 1/3
di QUELLA giornata! In realtà si dovrebbe idealmente e
ULTERIORMENTE moltiplicare quel già titanico obiettivo finale almeno per
4 , cosi da coprire gli altri comparti energetici non elettrici e che si vuole
decarbonizzare ed elettrificare. Ed ecco che emergono ancor più necessità
abominevoli e semplicemente impraticabili di potenza eolica e fotovoltaica da
installare.
Per
conseguire l’odierno 3,5% di contributo da eolico e fotovoltaico sui
consumi energetici TOTALI abbiamo installato 33.000 MW (TRENTATREMILA!) in gran
parte umiliando i territori rurali del Mezzogiorno e spendendo (ad oggi) 240
MLD (DUECENTOQUARANTA! Più del più grande investimento pubblico della
storia della Repubblica, con la ex Cassa Mezzogiorno!).
14) In
definitiva, sorvolando sulla chiusura demagogica di Bonelli e De Girolamo, bene
il servizio di Piazza Pulita, nel mare magnum del nulla mediatico, ma del tutto
insufficiente per costruire consapevolezze. Il dovere, in un dibattito
sull’energia e sulle rinnovabili, è quello di affrontare il SE ma anche il COME
e DOVE perché le rinnovabili hanno una densità energetica e quindi una
produttività bassa. Necessitano di spazi enormi !!
E’
meritorio, e non deprecabile (quelli del BASTA), lanciare l’allarme oggi per
non suicidarsi domani. Invece scontiamo un Piano (PNIEC) fatto a tavolino senza
ALCUNA SERIA valutazione di sostenibilità, senza indicare COME e DOVE sia
possibile distribuire centinaia di migliaia di impianti(!), e senza una
valutazione sull’approvvigionamento delle materie prime per gli impianti e per
la elettrificazione del sistema energetico. Un PNIEC partorito da Gentiloni
sull’onda di slogan e isterie, senza alcun dibattito pubblico sul tema
energetico e, soprattutto, senza un approccio multidisciplinare.
Per finire
vorrei regalare qualche immagine esplicativa, sui “virtuosismi” delle
rinnovabili vere, non quelle da Mulino Bianco della
propaganda.
Buona
riflessione.
Enzo Cripezzi – Foggia, delegato di LIPU
– BirdLife Italia per Puglia e Basilicata
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