L’Italia, con una decisione dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM),
che dipende dal ministero dello Sviluppo Economico guidato dal ministro Giancarlo Giorgetti, ha prolungato la durata di alcuni
brevetti connessi ai vaccini AstraZeneca, Pfizer e Moderna di un ulteriore periodo di monopolio che va dai tre anni e mezzo ai cinque e
che si aggiungono ai vent’anni già stabiliti dagli accordi TRIPs sulla
proprietà intellettuale definiti all’interno dell’Organizzazione Mondiale del
Commercio. Questo è stato scoperto e segnalato da Lorenzo Cassi, professore associato in Economia alla Sorbona,
l’Università Parigi 1 ed è stato presentato a “37e2”,
la trasmissione sulla salute di Radio Popolare (dal min. 4,05)
Tutto questo avviene mentre oltre 100 Paesi, migliaia di associazioni,
centinaia di premi Nobel e di ex capi di stato, oltre a papa Francesco, chiedono di sospendere per tre anni i brevetti sui vaccini per
il Covid. Pfizer ha annunciato in questi giorni di aver realizzato ricavi per
81 miliardi di dollari nel 2021, quasi il doppio rispetto al 2020.
Ogni farmaco è coperto da decine o più brevetti di prodotto o di processo;
brevetti che tutelano le scoperte ed impediscono ad altri di utilizzarle,
alcuni di questi brevetti possono essere stati depositati vari anni prima e
talvolta bloccano l’accesso a metodiche che si sono dimostrate efficaci in
differenti ambiti
Per fare un esempio: immaginiamo di
percorrere l’autostrada del Sole da Milano a Roma; vi sono vari caselli a Lodi,
Piacenza, Bologna, Firenze ecc. attraverso i quali è obbligatorio passare; se
quei caselli sono chiusi ci si ferma, altrimenti si può proseguire fino al
prossimo casello chiuso, avvicinandosi alla meta, da lì in poi sarà necessario
trovare altre strade. Se invece i caselli sono tutti chiusi l’autista rimane al
punto di partenza e deve trovare un percorso completamente alternativo.
Afferma il prof. Cassi:
“I due certificati di proroga concessi dall’UIBM non
hanno ragione economica avendo le imprese produttrici dei
brevetti realizzato profitti ampiamente sufficienti a ripagare gli investimenti
e beneficiato di una procedura eccezionale per tempi e modalità.
Mi concentro sul brevetto Curevac che
riguarda la metodica MRNA e che coinvolge Pfizer e Moderna. Si tratta di un
brevetto del 2002 e che quindi sarebbe andato in scadenza nel 2022 mentre è stato prorogato fino al 2027. Curevac ha fatto
richiesta in vari stati europei di un supplemento di protezione in base
all’autorizzazione ottenuta dai farmaci di Pfizer e Moderna. Fino ad ora solo
Italia, Germania e Svizzera l’hanno concesso, mentre la Francia l’ha rifiutato
ed altri Paesi non hanno ancora dato risposta. L’UIBM ha fatto quindi da
apripista dando risposta positiva per primo.
Oltre questioni economiche e di opportunità umanitaria e politica vi sono
almeno due anomalie tecniche.
Prima: senza la procedura accelerata
concessa dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco e della quale le aziende hanno
beneficiato, il brevetto sarebbe probabilmente scaduto e
non sarebbe stato possibile ottenere la proroga: infatti, uno dei pre-requsiti
è che il brevetto sia ancora in essere. Anche qui sarebbe stato meglio essere
più prudenti anziché rispondere in meno di un mese.
Seconda: questo è un brevetto molto ampio per
copertura (oltre i vaccini sono menzionati la rigenerazione dei tessuti, come
possibile applicazione) e non è necessariamente collegato al principio attivo
contenuto nei vaccini autorizzati. Almeno questa è l’interpretazione dell’Inpi,
ufficio brevetti francese, che con questa argomentazione ha rifiutato di
concedere il supplemento di 5 anni. Hanno semplicemente applicato una pratica
ordinaria: studiato il brevetto e detto che non
aveva diritto al supplemento di protezione”.
Bloccare per ulteriori cinque anni un brevetto del 2002 significa ridurre le possibilità di ricerca, facendo un enorme
regalo alle multinazionali del farmaco, come
spiega il prof. Silvio Garattini. Inoltre, qualora nei prossimi anni in un
altro Paese venga prodotto un vaccino o un farmaco che utilizzi questo brevetto
in Italia non potrà essere utilizzato fino al 2027
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha risposto a Radio Popolare prima
cercando di allontanare da sé ogni responsabilità scaricando tutto sull’Aifa,
l’Agenzia Italiana del Farmaco, poi sostenendo che si tratta di prassi ordinaria e che l’Italia non si è
comportata diversamente da quanto hanno fatto gli altri paesi. Ma come ha spiegato
il prof. Cassi la realtà è ben diversa.
La concessione dell’estensione temporale del brevetto è avvenuta il 18 marzo 2021 pochi giorni prima che il parlamento
italiano votasse una risoluzione nella quale chiedeva al governo di sostenere
la sospensione temporanea dei brevetti. Non solo il governo ignorò totalmente
tale risoluzione, ma non ci risulta che abbia comunicato al parlamento
l’ulteriore proroga concessa.
E’ difficile pensare che una simile decisione sia avvenuta all’insaputa dei
ministri dello Sviluppo Economico e della Sanità e dello stesso Presidente del
Consiglio. Chiedo spiegazioni al governo italiano. Tali
estensioni devono essere rimosse, nell’interesse prioritario della salute,
della ricerca e dell’economia pubblica.
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