Il governo (della provincia di Buenos Aires, N.d.R.) di Axel Kicillof ha
pubblicato una risoluzione per mappare le zone dove non è permesso l’uso di
prodotti chimici per l’agricoltura. Ogni comune dovrà aderire volontariamente.
Le organizzazioni socio-ambientali segnalano che la Costituzione nazionale è
chiara: le irrorazioni con pesticidi vanno frenate. Ricordano che «la salute
vale più di qualunque attività produttiva».
L’amministrazione della provincia di Buenos Aires ha emesso una
disposizione in cui si stabiliscono delle restrizioni all’applicazione di
prodotti chimici per l’agricoltura. Sebbene l’organismo di applicazione di
questa norma sia il Sottosegretariato per lo Sviluppo Agricolo e per la Qualità
Agroalimentare, è stato stabilito che i comuni dovranno aderirvi
volontariamente per far parte della mappa che sarà elaborata con le
informazioni ottenute. Le associazioni socio-ambientali sono diffidenti e
richiedono soluzioni concrete.
Secondo le informazioni ufficiali, delle 135 circoscrizioni di Buenos Aires
solo 73 si avvalgono di ordinanze che limitano l’uso di pesticidi in termini
spaziali. L’iniziativa provinciale ha quindi come obiettivo la rappresentazione
grafica delle restrizioni territoriali per l’applicazione di ciascuna
ordinanza. Questa proposta dello Stato provinciale, tra le varie spiegazioni,
emerge dagli incontri che l’Osservatorio tecnico degli agrochimici ha tenuto con i
governi locali. L’Osservatorio ha svolto queste consultazioni per creare una
riforma della Legge 10.699 di 24 anni fa, che non stabilisce limiti alle
irrorazioni; purtroppo non sembrano ancora esserci sviluppi in questo senso.
Quando l’associazione ambientalista Exaltación Salud è venuta a conoscenza
di questa disposizione, ha dichiarato: «La Provincia ha un enorme debito nei
confronti della salute pubblica, dei cittadini e delle cittadine di Buenos
Aires; ha anche un ritardo enorme rispetto alla gravità dell’emergenza
socio-ambientale». Secondo l’associazione, questa decisione dimostra che «non
c’è l’intenzione politica di proibirne l’uso e che continuano a sostenere la
fallacia per cui questi veleni possono essere controllati con “buone prassi” o
con la fiscalizzazione».
Il testo della Risoluzione 297, pubblicato nel Bollettino ufficiale il 9 agosto, segnala che la
georeferenziazione renderà possibile «uno strumento di visualizzazione agile e
di facile accesso sull’utilizzo di agrochimici stabilito sia nelle ordinanze
municipali nell’ambito delle sue competenze, sia a livello provinciale con la
Legge 19.699 e il suo Decreto applicativo 499/91; strumento che servirà come
investimento per lo sviluppo di politiche pubbliche in questo ambito».
«Mettersi all’opera»
Secondo Jorge Picorelli dell’Associazione Paren de Fumigarnos di Mar del
Plata, queste «sono azioni per fingersi “verdi”, ma che in realtà servono a
nascondere altre cose o a dire che si è intrapresa la giusta via». L’attivista
racconta che non esistono controlli nella zona rurale dove vive. Nel 2013 la
Giunta municipale della circoscrizione di General Pueyrredón ha proibito le
irrorazioni con pesticidi fino a cento metri da scuole, centri di assistenza e
di salute, e fino a 25 metri da corsi d’acqua, club, campeggi, centri sportivi
e complessi turistici. Grazie a questa normativa, esiste una misura cautelare che stabilisce mille
metri come limite. Ma allora quale sarà la distanza tenuta in considerazione
dalla georeferenziazione provinciale?
«Se vogliono fare qualcosa, non devono inventarsi nessuna risoluzione. La
Costituzione dice già cosa fare: mettersi all’opera», dice Picorelli. Allo
stesso tempo, commenta che la nuova disposizione ha generato sospetti e avanza
un esempio: «C’è il Ministero statale dell’ambiente in cui Juan Cabandié
sostiene le attività estrattive. È stato lui a convalidare uno studio malfatto
sull’impatto ambientale delle petroliere, ma la Magistratura lo ha usato come
base per emettere le misure cautelari e per frenare l’esplorazione al largo del
mare argentino. Attualmente ci sono denunce per gli incendi a Rosario e Entre
Ríos, ma non fanno nulla».
La sua collega Marcela Lupini aggiunge: «General Pueyrredón ha aderito alla
Rete nazionale dei Comuni agro-ecologici (Renama) ma è stata solo una messa in
scena perché, quando abbiamo denunciato le irrorazioni in corso, sono venuti a
controllare una settimana dopo. Per questa ragione non crediamo utile aderire a
risoluzioni vuote».
La salute non è negoziabile
Le attiviste e gli attivisti socio-ambientali della circoscrizione di
Exaltación de la Cruz mettono in chiaro che la risoluzione mostra «la mancanza
di strumenti per sapere dove si utilizzano nel territorio, che sarebbe lo scopo
di questa mappa» e si chiedono «quando cominceranno a proibire i veleni per
l’agricoltura, i pesticidi e i fertilizzanti pericolosi; e quando cominceranno
ad allontanarli dalle persone». Nell’agosto 2021 la Giunta ha rifiutato
un’ordinanza che avrebbe aumentato a mille metri la zona di protezione, attualmente
fissata a 150 metri. Ciò aveva generato disdegno nella cittadinanza e una disposizione cautelare che avvalla
la richiesta popolare allo scopo di aumentare le distanze.
Dopo aver scoperto l’iniziativa di georeferenziazione, Exaltación Salud ha
anticipato che la futura mappa «mostrerà ciò che già sappiamo: la maggioranza
delle circoscrizioni consente l’utilizzo dei pesticidi quasi ovunque». Inoltre,
l’associazione mette in discussione il fatto che non vengono nominate le
disposizioni giuridiche esistenti, come nel caso di General Pueyrredón o di
Exaltación de la Cruz.
La richiesta di Exaltación Salud è che l’amministrazione dovrebbe iniziare
a proibire totalmente i 140 pesticidi utilizzati nel Paese, i quali sono
vietati in altre parti del mondo a causa della loro pericolosità nei confronti
delle persone e dell’ambiente. «Esigiamo che lo sforzo più grande sia fatto per
proibire i pesticidi e i fertilizzanti pericolosi, e per sostenere
l’agricoltura senza sostanze tossiche», esprimono in un comunicato. Aggiungono
che «la salute vale più di qualunque attività produttiva: non è negoziabile e
non ha prezzo».
Nessuna politica efficace
La normativa si è presentata come risultato delle riunioni tenute nel 2021
tra l’Osservatorio tecnico degli agrochimici di Buenos Aires e i comuni. Il
testo indica che è evidente «la necessità di appoggiarsi a uno strumento che renda
possibile una rappresentazione grafica che raffiguri i regolamenti territoriali
imposti a livello locale e le restrizioni all’utilizzo di agrochimici, tenendo
conto delle normative in questo ambito amministrate dai comuni rilevanti».
Durante quegli incontri, svariati organismi hanno espresso la necessità di
eliminare l’uso di veleni agricoli per preservare la salute umana e ambientale.
Tuttavia, la georeferenziazione sembra andare in senso opposto. Tale
disposizione segnala «che in questo quadro, si è notata la necessità di
stabilire nuove azioni guidate dall’Osservatorio tecnico degli agrochimici per
orchestrare strumenti futuri che agevolino il raggiungimento degli obiettivi
disposti nell’ambito dell’uso e dell’applicazione dei prodotti chimici per l’agricoltura».
Traduzione dallo spagnolo di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid
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