Dopo aver passato la prima fase della
pandemia lavorando in ospedale con i soli mezzi di protezione (e lavaggio delle
mani, e distanziamento) e dopo aver eseguito ben quattro vaccinazioni (quarta
dose 26 aprile scorso), continuando con mascherina e distanziamento, ho
finalmente… preso il Covid. E che Covid! Febbre alta con brivido squassante,
faringodinia (mal di gola) quasi invalidante, cefalea, astenia e spossatezza
prolungata, repentino calo ponderale di 5 kg. Insomma, non l’infezione da
smaltire tranquillamente in quarantena, ma una malattia abbastanza seria cui
solo la terapia antivirale ha dato una svolta decisiva (evitando peggioramenti
e un possibile ricovero).
Potrebbe essere il caso-simbolo per i no
vax: «Avete visto? La vaccinazione non funziona!», ma la mia
risposta non può essere del tipo «Credo comunque nella vaccinazione a tutti i
costi». Ho perso la fede in età da liceo. È vero, con il mio
maestro Franco Panizon penso che la vaccinazione sia ancora «il più semplice,
il più economico, il più geniale e il più efficace strumento per non far
ammalare»1. La medicina è basata sull’evidenza, non sulla fede, e
sui grandi numeri anche la vaccinazione anti-Covid ha dimostrato di essere
stata decisiva nel limitare la strage ed essere tuttora efficace nel ridurre
l’ossigenoterapia e il decesso. Certo, nei confronti di un virus altamente
mutevole rimangono aperte questioni come il calo e la durata
dell’immunizzazione, la necessità dei richiami, l’efficacia del richiamo
eterologo. E tanto altro ancora2.
Il mio quindi è un caso aneddotico in
mezzo a milioni di altri casi, in cui il vaccino è servito finché sono durati
gli anticorpi o finché non sono incappato in una variante più aggressiva. Farò
la quinta vaccinazione a tempo debito. Piuttosto dobbiamo chiederci se in
questi due anni sia valsa la pena criminalizzare i no vax alimentando una vera
e propria guerra civile, escludendoli dal lavoro (e, per il periodo, dai
diritti maturati), proponendo addirittura di far pagare loro il ricovero in
ospedale (addio SSN universalistico!), considerandoli come untori della moderna
peste, non distinguendo tra una minoranza contraria a priori e una maggioranza
confusa e preoccupata per gli effetti collaterali, disorientata da esponenti
del mondo scientifico arroganti e spesso in contraddizione tra di loro3.
No, non ne valeva la pena e ora l’ennesima variante si fa beffe dei dispositivi
medico-sanitari, tanto che il potere politico ha già mollato ogni presidio in
nome della “convivenza”(?!) con il virus: per difendere l’economia,
naturalmente (e che la prevenzione vada a farsi benedire).
Il malato a casa è mediamente
abbandonato a se stesso. La mia condizione di medico mi ha permesso di
utilizzare canali e modalità diverse da quelle “normali” e non senza fatica
sono riuscito a procurare per me (e mia moglie) il farmaco antivirale efficace.
La prima difficoltà inaspettata è che il tampone rapido positivo,
indispensabile per richiedere lo stato di malattia e quindi il farmaco, non
sempre viene accettato. “Bisogna” andare in farmacia (dove fanno lo stesso
identico test rapido) oppure negli irraggiungibili servizi pubblici, ma è
chiaro anche a un profano che mobilizzare un contagioso è un controsenso. Ho
dovuto certificare on line in maniera dettagliata la
veridicità del test, visto che posseggo una laurea in medicina, e inviarla per
mail. Che dire? Credo che nel clima di controllo quasi poliziesco (ma
velleitario) in cui siamo piombati possa sorgere qualche sospetto se uno si
autocertifica il test negativo (per poter uscire da casa), non certo quello
positivo (che anzi spesso viene occultato e raramente eseguito anche in
presenza di sintomi evidenti).
Il farmaco antivirale attualmente più
accessibile è il Paxlovid (PF-07321332 Nirmatrelvir + ritonavir) prescrivibile
con piano terapeutico dal medico di famiglia. Una volta era fornito dalle USCA
(Unità speciali di continuità assistenziale) ma a Trieste da un paio di
settimane non ci sono più, sia per mancata implementazione che per riduzione
del compenso orario e conseguente stato di agitazione (alla voce “angeli ed
eroi” del SSN). Ho saputo che è possibile richiederlo anche via mail al Reparto
Infettivi, con ritiro diretto in ospedale: così ho fatto, con rapida soluzione
del problema. Non tutti i medici di medicina generale sono al corrente delle
modalità e talvolta vengono frenati da banali questioni burocratiche;
sicuramente non esiste un’informazione dettagliata per gli utenti. La
sciatteria organizzativa su questo farmaco, che è sicuramente efficace4,
causa ancora un grave ritardo sul suo utilizzo: su 600mila confezioni giacenti
in Italia nelle farmacie centrali e periferiche, al 20 luglio di quest’anno
meno di 40mila dosi (39.606) sono state utilizzate5. Abbiamo
anticipato così milioni di euro sempre alla Pfizer, la stessa big pharma del
vaccino, che anche con il Paxlovid guadagna cifre astronomiche. Pare che ogni
confezione costi 700 euro, ma altri particolari non sono noti perché il
generalissimo Figliuolo già in marzo aveva dichiarato che anche questo
contratto con Pfizer restava secretato6. La secretazione dei
contratti vaccinali e farmacologici ha inflitto un duro colpo alla trasparenza
e alla credibilità delle istituzioni sanitarie, alimentando il clima di
sospetto dei cittadini nei confronti delle autorità pubbliche che appaiono
sempre più colluse con gli interessi economici delle grandi industrie private.
Un paio di considerazioni ancora a caldo
(oggi ho preso l’ultima dose di antivirale). Primo. La medicina non
è una scienza esatta, ma una disciplina empirica che utilizza metodi
scientifici e si basa su evidenze, spesso statistiche. Progredisce per
tentativi ed errori; dobbiamo prenderne atto e accontentarci di ciò che è
evidente e ragionevole, stando attenti a non proclamare dogmi apodittici che
magari non han più corso il giorno dopo. Non fede, ma prudenza e ragione. Secondo.
La campagna vaccinale è stata condotta in maniera scadente, con servizi
vaccinali troppo centralizzati e USCA insufficienti. È mancata una capillare
campagna iniziale, anche casa per casa, nei confronti dell’unico target utile:
la popolazione anziana (solo l’1,3% dei pazienti con età inferiore a 50 anni
sono deceduti di SARS Covid 197 ). Si è inseguito l’obiettivo
sbagliato dell’immunità di gregge, utilizzando tardivamente e in maniera
velleitaria l’obbligatorietà, con scarsa attenzione agli effetti
collaterali. Terzo. Peggio ancora l’utilizzo degli antivirali. In
tutta la prima fase è stata banalizzata la terapia farmacologica a domicilio
(“tachipirina e vigile attesa”) mentre erano già noti articolati protocolli
delle società scientifiche: ciò ha contribuito a intasare gli ospedali. In
seguito gli antivirali sono stati sottoutilizzati a dispetto di un massiccio
investimento economico, e non parlo solo del Paxlovid ma anche del molnupiravir
e del remdesivir (quest’ultimo ad uso ospedaliero)8. Quarto.
Sullo sfondo c’è la mancanza di personale sanitario e il progressivo
depauperamento del SSN. Risorse insufficienti? Fondo Sanitario Nazionale
sottofinanziato? Sono ormai stufo di queste discussioni, specie da quando il
Parlamento a larghissima maggioranza ha deciso di buttare 14 miliardi di euro
in armi per aumentare al 2% del PIL la spesa militare, su ordine della NATO e
di Biden (e prima ancora di Trump). È stata una scelta scellerata contro tutti
noi, operatori della salute e cittadini ammalati. E una cosa è sicura: chi ha
fatto quella scelta non avrà certo il mio voto.
(27 luglio 2022)
NOTE:
1.
Franco Panizon, Cari genitori, Laterza 1998, p. 109.
2.
Fiolet T, Kherabi Y, MacDonald CJ, Ghosn J, Peiffer-Smadja N., Comparing COVID-19 vaccines for their
characteristics, efficacy and effectiveness against SARS-CoV-2 and variants of
concern: a narrative review.– Clin Microbiol Infect.
2022 Feb;28(2):202-221.
3.
Giuseppe Mancia et al (Consulta Società Scientifiche riduzione rischio
vascolare), Tutti gli errori di una comunicazione fuori registro, Quotidianosanità,
18 febbraio 2021.
4.
Ronza Najjar-Debbiny et al., Effectiveness of Paxlovid
in Reducing Severe Coronavirus Disease 2019 and Mortality in High-Risk Patients
– Clinical Infectious Diseases, p 1-8, 2 June 2022.
5.
AIFA Report n. 5 Monitoraggio antivirali per Covid 19 – 0
luglio 2022.
6.
Valeria Casolaro, Il commissario Figliuolo si oppone alla
pubblicazione del contratto tra Italia e Pfizer, L’Indipendente, 14 marzo
2022.
8.
SIMG: Indicazioni per il trattamento domiciliare dei pazienti con
Covid-19, versione 1.2 del 07/04/2021.
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