Il limite all'erogazione
di energia elettrica sarà possibile grazie ai nuovi smart metering, i contatori
intelligenti che da diversi anni i distributori di energia elettrica hanno
installato praticamente in tutte le case e in tutti i condomini, spiega Il Messaggero.
Grazie ad essi, i distributori possono agire da remoto abbassando o alzando la
potenza. Così nelle ore di picco, ossia quelle comprese nella fascia F1, tra le
8 e le 19, la potenza verrà ridotta
Ridurre la potenza dei contatori nelle case nelle
ore diurne per abbattere il consumo di elettricità di almeno il 5% nei momenti
di picco dei consumi. È questa la strategia europea
secondo quanto si legge nelle conclusioni del vertice di venerdì tra i ministri
dell’Ue in cui viene chiesto alla Commissione di
preparare un piano di riduzione dei consumi. Ad
anticiparlo è Il Messaggero, secondo cui da
Bruxelles si è già optato per un razionamento della luce
obbligatorio, mentre quello del gas rimarrà volontario. Disposizioni
contenute nella bozza preparata da Palazzo Berlaymont e
alle quali le 27 cancellerie europee, una volta entrata in vigore, dovranno
necessariamente adeguarsi.
Il limite all’erogazione di energia elettrica sarà possibile grazie ai
nuovi smart metering, i contatori intelligenti che da diversi
anni i distributori di energia elettrica hanno installato praticamente in tutte
le case e in tutti i condomini. Grazie ad essi, i distributori possono agire da remoto abbassando o alzando la potenza
dell’energia elettrica fornita. Così nelle ore di picco, ossia quelle comprese
nella fascia F1, tra le 8 e le 19, la potenza verrà
ridotta.
Non è comunque certo che la riduzione resti continuativa per tutte queste
11 ore, ma è più probabile che vengano scelti dei momenti della giornata in cui
la richiesta di energia tende ad alzarsi, tra le 6 e le 7, quando le persone
tornano a casa e accendono tv, luci e altri elettrodomestici. Così, questi non
potranno più funzionare tutti contemporaneamente.
I rischi sono legati, ad esempio, alle difficoltà alle quali potrebbero
andare incontro le persone che utilizzano macchine salvavita in
casa. Una questione comunque risolvibile perché i distributori conoscono
l’ubicazione di queste apparecchiature, visto che i contatori a cui sono
attaccate sono segnalati.
La decisione è legata al fatto che il 40% della produzione elettrica
nazionale avviene tramite l’uso del metano e in
vista dei razionamenti imposti dal conflitto in Ucraina e
dai conseguenti stop alle forniture imposti dalla Russia in
risposta alle sanzioni europee è necessario
ridurre al minimo il consumo di gas.
Dall’altro lato, l’Europa spingerà anche per l’introduzione di un tetto ai ricavi dei produttori di energia
elettrica da altre fonti. Oggi chi produce con l’eolico, il solare,
l’idroelettrico, il nucleare (come in Francia) e anche con il carbone, sta
realizzando profitti extra per il
meccanismo cosiddetto del marginal price. E
questo, nei piani di Bruxelles, deve assolutamente essere limitato per
evitare speculazioni. Ad oggi, la centrale che ha la materia prima
più costosa, il gas, fa il prezzo di vendita dell’energia anche per tutti gli
altri produttori. Nei piani dell’Europa, però, chi produce energia con fonti
diverse dal gas più economiche non potrà guadagnare dalla vendita di energia
più di 200 euro al Megawattora. Non si tratta di un tetto al
prezzo, ma ai ricavi. Questo significa che il beneficio non si sentirà
immediatamente sulle bollette. Così i consumatori continueranno a pagarle al
prezzo di mercato e l’extra gettito tra il prezzo pagato dai consumatori e il
tetto di 200 euro al Megawattora fissato per i produttori andrà allo Stato che
deciderà a chi destinarlo, con attenzione alle fasce della popolazione più
deboli.
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