L’Italia va a fuoco, o va sott’acqua. È il destino
cinico e baro, una tragedia imprevedibile, irrefrenabile nella sua furia. Forse
qualcuno che ci odia ha lanciato una fatwa contro di noi che
ci siamo limitati ad azzerare le risorse destinate a mettere in sicurezza fiumi
e boschi e montagne. Il presidente della Regione Marche Acquaroli deve aver
pensato che i pochissimi milioni destinati a dragare il fiume Misa e le sue
sponde potessero essere meglio utilizzati per salvare vite, quelle dei feti, i
bambini mai nati. Certo, c’è un prezzo da pagare ed è la vita dei bambini,
delle donne e degli uomini già nati e uccisi dalla forza della natura e dalla
cinica violenza della politica. Politica fascista, che ha doppiato sciatteria e
incapacità di pensare al futuro della politica di centrosinistra. Così il Misa
ha sfondato gli argini negli stessi punti di otto anni fa. Ha ragione Carlin
Petrini, costretto a prendere atto della sordità e della cecità della politica
rispetto alla necessità di risanare e tutelare l’ambiente, la natura e gli
uomini, donne e bambini già nati: «Una cosa voglio chiedere ai politici, di
avere almeno il pudore di non indignarsi. Perché la loro indignazione fa male
alle vittime e all’Italia che viene violentata».
Le Marche, ancora una volta vittime, come nelle
alluvioni precedenti, come nel terremoto e nella gestione indecente della
ricostruzione subappaltata a finte cooperative che per rispettare i tempi
facevano lavorare i dipendenti come bestie, arrivando a nascondere infortuni e
persone già nate e presto morte sul lavoro.
Prima delle inondazioni c’è la siccità e, con la
siccità, gli incendi, il fuoco che non è certo purificatore visto che distrugge
la vita di piante ed esseri umani. Allora noi che facciamo, invece di prevenire
e difenderci investendo sui mezzi necessari a sconfiggere le fiamme? Non ci
dotiamo di più Canadair, no: compriamo i caccia multiruolo da combattimento
detti F35, 21 già acquistati dentro un contratto che ne prevede 90 (novanta).
Un F35, equipaggiamento di base, costa 99 milioni di euro, 106,7 quelli più
attrezzati per svolgere meglio lo sporco lavoro della guerra. Sapete quanto
costa un Canadair, l’aereo che si riempie la pancia di acqua per poterla
scaricare sugli incendi? 25 milioni di euro, sempre nel modello base. Con la
spesa per un F35 ci si potrebbe dotare di quattro Canadair. Ma che volete,
bisognerà pure ammodernare la flotta dell’aeronautica, ed ecco 14 miliardi
(miliardi) messi in preventivo per raggiungere lo scopo. Ma è tutto l’apparato
militare che va ammodernato, tantopiù dopo la consegna di materiale bellico
all’Ucraina che ha alleggerito i nostri arsenali (oltre che i nostri granai,
come direbbe il compianto presidente Pertini) con una spesa che salirà al 2%
del prodotto interno lordo. Capirete dunque che non si possono spendere soldi
per dragare fiumi, rafforzare argini, liberare dal cemento che ha persino
spinto a interrare i fiumi nelle zone più fragili, rimboscare, riparare gli
acquedotti colabrodo e via risanando. Abbiamo altre priorità e attenzioni,
cosicché persino i 18 miliardi a disposizione dell’Italia per la messa in
sicurezza del territorio entro il 2030 restano in attesa sotto un materasso di
inettitudini, con decisori ciechi e sordi come dice Petrini.
Le nuove generazioni sono più sensibili ai temi
ambientali; è normale, hanno più futuro davanti a sé, almeno in teoria,
disastri naturali e innaturali come calamità e guerre permettendo. Li sfottono
chiamandoli “gretini” perché vanno dietro all’attivista Greta Thunberg. Si
prevede che più del 50% dei giovani dai 18 ai 24 anni non andrà a votare. Altro
che qualunquisti, altro che gretini: non credono a questa politica cieca e
sorda. Fanno bene a disertare le urne, con i fascisti in corridoio, e nelle
Marche già in camera da letto? Credo di no, ma li capisco. Capisco che, se dopo
l’ennesimo disastro di Senigallia il presidente della Regione Marche Acquaroli
viene nominato commissario per l’emergenza dal capo della protezione civile
Curcio, la poca fiducia rimasta va a farsi benedire. Il lupo messo a guardia
del gregge, è un po’ troppo anche per gli stomaci forti. Se tutti, almeno chi
ha antiche reminiscenze di sinistra, ci sforzassimo di capire le loro ragioni,
di aprire gli occhi e le orecchie, forse riusciremmo a far fare un passo avanti
alla politica. Ammesso di essere ancora in tempo.
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