giovedì 9 maggio 2024

Come la speculazione energetica “divora” il territorio - Fabrizio Quaranta

 

Quanto sta accadendo oggi in Italia nell’ambito della transizione energetica sta dando corpo ai peggiori incubi sulla sorte di boschi, campagne, prati, pascoli, ambienti naturali e paesaggi storici del nostro Bel Paese.

Il pur sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile dalle fonti fossili tradizionali in assenza di pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica, oltretutto incentivata da risorse pubbliche che paghiamo nelle bollette. 

Uno Stato responsabile che abbia veramente a cuore il bene comune, dovrebbe favorire certo la transizione energetica verso le rinnovabili, ma nel contempo bloccando l’assalto della speculazione energetica ai già insufficienti terreni agricoli, al prezioso suolo naturale ancora non consumato  e ai suoi ineludibili servizi ecosistemici, alla bellezza universale del paesaggio, all’identità storico-culturale che motiva il turismo locale, unico contrasto allo spopolamento delle aree interne.

Istanze ben descritte e motivate nella petizione promossa dal GRIG:
https://chng.it/JLwSMbPkLm

in cui si chiede semplicemente di agire in maniera giusta e razionale, favorendo le rinnovabili ma solo nei tanti, troppi, ambienti già consumati o sui tantissimi tetti gia’ disponibili per migliaia di kmq e che se venissero usati anche in minime percentuali permetterebbero di soddisfare ampiamente il fabbisogno energetico, come indicano i dati di ISPRA (ente scientifico fra i più seri e documentati in Italia) ma  salvaguardando nello stesso tempo quanto di più prezioso abbiamo nel nostro Paese: paesaggio e biodiversità, patrimonio storico culturale e soprattutto produzioni agro-alimentari di cui siamo pericolosamente carenti (solo per il grano si sono persi 500mila ettari in pochi anni, ne manca ormai oltre il 50%, e di quasi tutte le altre materie prime alimentari la carenza è anche più grave visto il  drammatico consumo di suolo e la rapida diminuzione della SAU (superficie agricola utilizzabile).

Purtroppo la Storia ci insegna che a decidere sono i forti gruppi economici, spesso appoggiati dalla grande stampa e dal circo mediatico, non certo le esigenze della popolazione e del territorio. 

Non a caso società cinesi stanno comprando migliaia di ettari nei luoghi più integri e iconici d’Italia (Sardegna, Tuscia, Marche …), “colpevoli” di avere ancora territori relativamente meno antropizzati, trasformando suggestivi paesaggi agricoli e naturali in immense squallide lande desolate di lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra. Un pericoloso e irreversibile “Land grabbing“, in casa nostra stavolta.

Oltretutto il vorace appetito che si è scatenato è finanziato con le nostre bollette, di cui una bella fetta serve appunto a reperire risorse per questi speculatori selvaggi.

Quello che si è  salvato dalla speculazione edilizia, probabilmente soccombera’ alla ben più organizzata speculazione energetica. Non a caso le Sovrintendenze vengono nuovamente additate come principale “ostacolo al luminoso progresso” con analogo linguaggio intimidatorio usato nel passato dai peggiori squali palazzinari.

Il giro di affari e di prebende pubbliche è troppo appetitoso perché non vi si infilino organizzazioni mafiose come già emerso in tante sentenze passate in giudicato tra cui quella del noto latitante recentemente arrestato.

E infine un accorato appello linguistico: non permettetevi di chiamare subdolamente “parchi” queste palesi e offensive schifezze.

da qui

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