questo lo striscione che guidava il corteo
della manifestazione nazionale contro il rigassificatore di Ravenna
Sono
arrivati da tutta Italia il 6 maggio per manifestare contro il rigassificatore
della SNAM che l’amministrazione Pd di Ravenna ha accettato di collocare
davanti la sua costa, precisamente di fronte Punta Marina, sicura del consenso
di tutta la città mentre questa manifestazione dice il contrario. Dopo Piombino
anche a Ravenna un grande colorato e partecipato corteo organizzato da Campagna
Per il Clima Fuori dal Fossile, Rete No Rigass No GNL e RECA - Rete
Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna. Hanno partecipato circa 2000 persone appartenenti a
tantissime associazioni, comitati e partiti. Tutte si oppongono allo
sfruttamento delle fonti fossili come quella del gas perché obsolete, da
superare, da abbandonare in quanto responsabili del repentino cambiamento
climatico di questi ultimi anni e perché causano danni irreversibili all’ecosistema
e al territorio e di conseguenza mettono a rischio la salute e la sicurezza
delle popolazioni.
Inoltre
Corrado Oddi di RECA, che rappresenta ben 80 organizzazioni della Regione
Emilia Romagna è molto chiaro: “Siamo contro rigassificatori, trivellazioni e
contro l’idea che si voglia fare di questo Paese l’Hub del gas europeo. Dietro
si nasconde solo l’ampiamento di certe aziende. L’Eni nel 2022 ha triplicato le
esportazioni. Eppure sono sotto gli occhi di tutti i danni creati dal
cambiamento climatico. L’Emilia Romagna è la terza regione per consumo di suolo
in Italia e la prima in zona a rischio alluvione.” Rinunciare al
rigassificatore, cambiare politica energetica sarebbe la vera scelta per
difendere il proprio territorio così la pensano i partecipanti: Legambiente,
Friday for Future, Extinction Rebellion, Greenpeace, il Comitato Fuori dal
Fossile di Ravenna fino a quello della Sardegna, Stop Hub del Gas, e anche i NO
TAV. I comitati locali la ‘Casa delle Donne’ di Ravenna con lo striscione ‘Fare
Pace con la Terra’, i giovanissimi di ‘Cambiare Rotta-organizzazione giovanile
comunista’, gli anarchici del Centro
sociale Spartaco, il Comitato di Sostegno alla Resistenza, Ravenna
antifascista, i sindacati nazionali Cobas e Usb e tante altre realtà. Tanti gli
interventi in rappresentanza dei lavoratori: il ‘Comitato dei lavoratori GKN
for Future’ di Firenze (il cui progetto è creare la prima fabbrica pubblica e
socialmente integrata insieme a produzionidalbasso.com), il ‘Comitato cittadini
e lavoratori pensanti e liberi’ di Trapani, il Comitato lavoratori di Brindisi,
di Abruzzo, Lazio e le ‘Mamme NO Pfas’ a sostenere che la transazione ecologica
delle aziende che hanno seminato morte da decenni è una tappa obbligata e che non
ci sono altre soluzioni quindi tutti uniti per dire che è ora di agire e di non
aspettare più le vane promesse dei governanti di turno. Sul versante politico
c’erano Potere al Popolo, Unione Popolare, Sinistra italiana, Rifondazione
Comunista, Comunisti italiani, Verdi Europa.
Hanno sfilato per le vie della città nonostante al corteo sia stato
cambiato il percorso e vietato all’ultimo momento di arrivare a Piazza del
Popolo sede del Municipio e della Questura. Tanti i cori come quello della Casa
delle Donne rivolto direttamente al Sindaco Michele De Pascale “Dai Michele non
scherzare lascia stare il nostro mare. C’è un pianeta da salvare”. Uno dei
rappresentanti della Rete ‘Per il clima fuori dal fossile’ afferma “la
necessità di cambiare il sistema energetico e avviare la decarbonizzazione
perché questo sistema è inutile come i rigassificatori, che non è detto che
funzionino, perché andranno a caccia del gas liquido più caro dato che quel
mercato è regolato dalla domanda. In Emilia Romagna c’è un grande dibattito
sulla energia rinnovabile e dobbiamo promuovere le comunità energetiche”. È intervenuto anche uno degli organizzatori di
un’altra manifestazione in contemporanea nel Polesine sulle coste del Po, un
territorio che sta vivendo una situazione di forte subsidenza e vogliono
battersi per gli stessi problemi.
Il
rappresentante nazionale di Friday for Future si rivolge anch’esso agli
amministratori della città bizantina: “Vorrei far notare che al contrario di
quello che si vuol far credere, Ravenna non è tutta d’accordo sul
rigassificatore e non è un dettaglio superfluo perché questa città diverrà
l’Hub italiana del Gas in Europa. L’emergenza c’è ma non è quella del Gas,
l’emergenza è quella climatica e in questi giorni ne è stata la prova l’allagamento
delle campagne proprio di questa provincia. Ravenna è come Piombino” Vincenzo
Migliucci dei Cobas ricorda: “Vogliono rimandare la transizione ecologica e gli
obiettivi del 2030 e quindi abbiamo due compiti formidabili da portare avanti:
salvare l’Italia e salvare il Pianeta per le nuove generazioni. Dobbiamo
invertire la vertenza del fossile, la vertenza della militarizzazione, la
vertenza siccità legata allo spreco dell’acqua risorsa fondamentale per l’uomo.
Ci vedremo tutti in piazza a Roma in ottobre per cacciare questo governo”.
Alessandro di ‘Piazza 8 giugno’ e ‘Vivere Insieme’ di Piombino informa che la
Regione Toscana ha evaso molte domande da loro poste ad esempio non sono state
date informazioni sulle aree di danno per un porto turistico come Piombino.
Inoltre è stato fatto notare che i parametri come la larghezza di entrata del
porto e la lunghezza della banchina non sono conformi alle norme internazionali
richieste per quel tipo di rigassificatore e continua: “Inoltre è la SNAM
stessa a dire che si tratta di metodo affetto da ampia arbitrarietà non idoneo
a esprimere un giudizio per la salute delle persone secondo l’Istituto
superiore della Sanità. Stessa risposta ha dato l’Istituto superiore della
Ricerca marina riguardo allo scarico in mare di decine di litri di ‘varachina’
al giorno.” È davvero difficile capire il senso di una scelta di questo tipo a
Ravenna con già un Petrolchimico e in un territorio come la Riviera Romagnola
che vive di turismo tutto l’anno e con vari progetti di riqualificazione ambientale
mira a diventare un punto di riferimento per l’ecoturismo. Un ecoturismo solo a
parole se arriverà il rigassificatore. Mario Pizzola rappresentante dei
Comitati di Sulmona aggiunge: “il cosidetto Hub del Gas è un progetto folle perché
le previsioni ci dicono che entro il 2030 il consumo del gas diminuirà del 40
per cento nel continente europeo, Italia compresa.” Viviana Manganaro di ‘Produzioni
dal basso’ e del ‘Comitato lavoratori liberi e pensanti’ di Trapani afferma che
l’alternativa c’è: “Con la collaborazione di cittadini, amministratori e
imprese è possibile passare completamente all’energia rinnovabile in tempi
molto più brevi rispetto a quelli previsti da coloro che si oppongono alla
transazione ecologica. Studiosi del settore come Leonardo Setti, docente di
chimica all’Università di Bologna, dimostrano che con l’autoproduzione di
energia e la condivisione di energia si può arrivare al 100% di rinnovabili in
tempi brevi. Per far partire una comunità solare bastano tre clic su
comunitasolare.eu di cui il professor Setti è il coordinatore. Il cambiamento
facciamolo partire noi, con le istituzioni e le imprese, siamo tutti importanti
e necessari per far partire questo processo.”
Prossimi
appuntamenti sono la manifestazione del 10 giugno a Sulmona contro l’inutile
gasdotto che dovrebbe attraversare più regioni fino a Foligno. Ad Ostuni ad
agosto dal 4 al 10 ci sarà il ‘Climate Camp’ fortemente voluto dalle
organizzazioni dei lavoratori di Brindisi perché la questione climatica deve
andare di pari passo con la questione dei lavoratori, dato che il loro
sfruttamento procede in parallelo a quello di ambiente e territori.
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