venerdì 12 maggio 2023

“Territori in cammino liberiamoci dal Fossile” - Manuela Foschi


questo lo striscione che guidava il corteo della manifestazione nazionale contro il rigassificatore di Ravenna

 

Sono arrivati da tutta Italia il 6 maggio per manifestare contro il rigassificatore della SNAM che l’amministrazione Pd di Ravenna ha accettato di collocare davanti la sua costa, precisamente di fronte Punta Marina, sicura del consenso di tutta la città mentre questa manifestazione dice il contrario. Dopo Piombino anche a Ravenna un grande colorato e partecipato corteo organizzato da Campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, Rete No Rigass No GNL e RECA - Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna. Hanno partecipato circa 2000 persone appartenenti a tantissime associazioni, comitati e partiti. Tutte si oppongono allo sfruttamento delle fonti fossili come quella del gas perché obsolete, da superare, da abbandonare in quanto responsabili del repentino cambiamento climatico di questi ultimi anni e perché causano danni irreversibili all’ecosistema e al territorio e di conseguenza mettono a rischio la salute e la sicurezza delle popolazioni.

Inoltre Corrado Oddi di RECA, che rappresenta ben 80 organizzazioni della Regione Emilia Romagna è molto chiaro: “Siamo contro rigassificatori, trivellazioni e contro l’idea che si voglia fare di questo Paese l’Hub del gas europeo. Dietro si nasconde solo l’ampiamento di certe aziende. L’Eni nel 2022 ha triplicato le esportazioni. Eppure sono sotto gli occhi di tutti i danni creati dal cambiamento climatico. L’Emilia Romagna è la terza regione per consumo di suolo in Italia e la prima in zona a rischio alluvione.” Rinunciare al rigassificatore, cambiare politica energetica sarebbe la vera scelta per difendere il proprio territorio così la pensano i partecipanti: Legambiente, Friday for Future, Extinction Rebellion, Greenpeace, il Comitato Fuori dal Fossile di Ravenna fino a quello della Sardegna, Stop Hub del Gas, e anche i NO TAV. I comitati locali la ‘Casa delle Donne’ di Ravenna con lo striscione ‘Fare Pace con la Terra’, i giovanissimi di ‘Cambiare Rotta-organizzazione giovanile comunista’,  gli anarchici del Centro sociale Spartaco, il Comitato di Sostegno alla Resistenza, Ravenna antifascista, i sindacati nazionali Cobas e Usb e tante altre realtà. Tanti gli interventi in rappresentanza dei lavoratori: il ‘Comitato dei lavoratori GKN for Future’ di Firenze (il cui progetto è creare la prima fabbrica pubblica e socialmente integrata insieme a produzionidalbasso.com), il ‘Comitato cittadini e lavoratori pensanti e liberi’ di Trapani, il Comitato lavoratori di Brindisi, di Abruzzo, Lazio e le ‘Mamme NO Pfas’ a sostenere che la transazione ecologica delle aziende che hanno seminato morte da decenni è una tappa obbligata e che non ci sono altre soluzioni quindi tutti uniti per dire che è ora di agire e di non aspettare più le vane promesse dei governanti di turno. Sul versante politico c’erano Potere al Popolo, Unione Popolare, Sinistra italiana, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Verdi Europa.  Hanno sfilato per le vie della città nonostante al corteo sia stato cambiato il percorso e vietato all’ultimo momento di arrivare a Piazza del Popolo sede del Municipio e della Questura. Tanti i cori come quello della Casa delle Donne rivolto direttamente al Sindaco Michele De Pascale “Dai Michele non scherzare lascia stare il nostro mare. C’è un pianeta da salvare”. Uno dei rappresentanti della Rete ‘Per il clima fuori dal fossile’ afferma “la necessità di cambiare il sistema energetico e avviare la decarbonizzazione perché questo sistema è inutile come i rigassificatori, che non è detto che funzionino, perché andranno a caccia del gas liquido più caro dato che quel mercato è regolato dalla domanda. In Emilia Romagna c’è un grande dibattito sulla energia rinnovabile e dobbiamo promuovere le comunità energetiche”.  È intervenuto anche uno degli organizzatori di un’altra manifestazione in contemporanea nel Polesine sulle coste del Po, un territorio che sta vivendo una situazione di forte subsidenza e vogliono battersi per gli stessi problemi.

Il rappresentante nazionale di Friday for Future si rivolge anch’esso agli amministratori della città bizantina: “Vorrei far notare che al contrario di quello che si vuol far credere, Ravenna non è tutta d’accordo sul rigassificatore e non è un dettaglio superfluo perché questa città diverrà l’Hub italiana del Gas in Europa. L’emergenza c’è ma non è quella del Gas, l’emergenza è quella climatica e in questi giorni ne è stata la prova l’allagamento delle campagne proprio di questa provincia. Ravenna è come Piombino” Vincenzo Migliucci dei Cobas ricorda: “Vogliono rimandare la transizione ecologica e gli obiettivi del 2030 e quindi abbiamo due compiti formidabili da portare avanti: salvare l’Italia e salvare il Pianeta per le nuove generazioni. Dobbiamo invertire la vertenza del fossile, la vertenza della militarizzazione, la vertenza siccità legata allo spreco dell’acqua risorsa fondamentale per l’uomo. Ci vedremo tutti in piazza a Roma in ottobre per cacciare questo governo”. Alessandro di ‘Piazza 8 giugno’ e ‘Vivere Insieme’ di Piombino informa che la Regione Toscana ha evaso molte domande da loro poste ad esempio non sono state date informazioni sulle aree di danno per un porto turistico come Piombino. Inoltre è stato fatto notare che i parametri come la larghezza di entrata del porto e la lunghezza della banchina non sono conformi alle norme internazionali richieste per quel tipo di rigassificatore e continua: “Inoltre è la SNAM stessa a dire che si tratta di metodo affetto da ampia arbitrarietà non idoneo a esprimere un giudizio per la salute delle persone secondo l’Istituto superiore della Sanità. Stessa risposta ha dato l’Istituto superiore della Ricerca marina riguardo allo scarico in mare di decine di litri di ‘varachina’ al giorno.” È davvero difficile capire il senso di una scelta di questo tipo a Ravenna con già un Petrolchimico e in un territorio come la Riviera Romagnola che vive di turismo tutto l’anno e con vari progetti di riqualificazione ambientale mira a diventare un punto di riferimento per l’ecoturismo. Un ecoturismo solo a parole se arriverà il rigassificatore. Mario Pizzola rappresentante dei Comitati di Sulmona aggiunge: “il cosidetto Hub del Gas è un progetto folle perché le previsioni ci dicono che entro il 2030 il consumo del gas diminuirà del 40 per cento nel continente europeo, Italia compresa.” Viviana Manganaro di ‘Produzioni dal basso’ e del ‘Comitato lavoratori liberi e pensanti’ di Trapani afferma che l’alternativa c’è: “Con la collaborazione di cittadini, amministratori e imprese è possibile passare completamente all’energia rinnovabile in tempi molto più brevi rispetto a quelli previsti da coloro che si oppongono alla transazione ecologica. Studiosi del settore come Leonardo Setti, docente di chimica all’Università di Bologna, dimostrano che con l’autoproduzione di energia e la condivisione di energia si può arrivare al 100% di rinnovabili in tempi brevi. Per far partire una comunità solare bastano tre clic su comunitasolare.eu di cui il professor Setti è il coordinatore. Il cambiamento facciamolo partire noi, con le istituzioni e le imprese, siamo tutti importanti e necessari per far partire questo processo.”

Prossimi appuntamenti sono la manifestazione del 10 giugno a Sulmona contro l’inutile gasdotto che dovrebbe attraversare più regioni fino a Foligno. Ad Ostuni ad agosto dal 4 al 10 ci sarà il ‘Climate Camp’ fortemente voluto dalle organizzazioni dei lavoratori di Brindisi perché la questione climatica deve andare di pari passo con la questione dei lavoratori, dato che il loro sfruttamento procede in parallelo a quello di ambiente e territori.


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