martedì 16 maggio 2023

Comincia l’estate, siamo nei guai - Alberto Castagnola

 


1.      Andamenti climatici

Iniziamo dalle previsioni degli esperti che parlano dei nove anni più caldi del pianeta, compreso il 2022, e ciò malgrado la presenza di una lunga Nina, con il suo effetto rinfrescante. Di conseguenza il 2023 dovrebbe essere ancora più caldo dell’anno scorso e l’anno successivo si potrebbe già toccare il fatidico aumento di 1,5 gradi centigradi.

Queste le previsioni di un esperto cone James Hansen, ma ora vediamo le fonti più ufficiali. Nel 2022 le emissioni di gas serra legate alla produzione di elettricità potrebbero aver raggiunto un picco a scala planetaria, secondo Amber, una ong che si occupa di decarbonizzazione.

Secondo il rapporto Global Electricity Review 2023 le emissioni di gas serra sono aumentate dell’1,3%, in dipendenza dell’aumento complessivo della produzione di energia. Si tratta peraltro di una energia più pulita con 436 grammi di anidride carbonica per chilowattora, il dato più basso finora registrato. Il solare e l’eolico insieme hanno generato il 12% del totale (che rappresenta l’80%  della maggior domanda di energia).

Tra il 2010 e il 2020 sono aumentate le emissioni nell’atmosfera di alcuni clorofluorocarburi, i composti chimici responsabili del buco nell’ozono, vietati dal protocollo di Montrèal. Alcuni dei gas trovati, il cfc-1132, il cfc-114a e il cfc-115, potrebbero essere stati rilasciati durante la produzione di idrifluorocarburi, i composti che hanno sostituito quelli vietati. Gli effetti sul buco dell’ozono, ancora in fase di restringimento, non sono significativi, ma potrebbero contribuire ad aggravare la crisi climatica.

Un terzo fenomeno globale che desta preoccupazioni è costituito dagli oceani che si stanno trasformando. Le correnti  che passano tra i 4000 metri e i fondali potrebbero rallentare, con conseguenze sul clima, sugli ecosistemi e sulla pesca. Al largo dell’Antartide si formano tre correnti fredde, che poi si dirigono verso gli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico. Sono prodotte dall’acqua marina salata e fredda che tende a inabissarsi. Secondo la rivista Nature, si prevede  che la velocità delle correnti potrebbe ridursi fino al 40%.

La causa? Da qualche decennio l’aumento delle temperature sta accelerando lo scioglimento dei ghiacci del continente antartico. L’acqua dolce si riversa in mare diluendo l’acqua marina salata che ha più difficoltà ad inabissarsi. Il timore degli scienziati è che il rallentamento delle correnti profonde riduca l’assorbimento in superficie, accelerando quindi il riscaldamento globale. Ma c’è un dato recentissimo che suscita molte proccupazioni: +13,8 gradi centigradi, è lo sbalzo di temperatura rispetto alle medie degli ultimi 30 anni registrato da uno studio del Mercator Ocean International nell’oceano Atlantico al largo della costa orientale degli Stati Uniti.

Come inizio di “estate” è un dato terribile. E intanto, secondo due studi dell’Università svedese di Goteborg, la banchisa artica si sta sciogliendo più velocemente del previsto, a causa di correnti calde vicine alla superficie marina. Smog, l’inquinamento atmosferico aggravato dagli incendi boschivi e agricoli sta mettendo a rischio la salute di centinaia di migliaia di persone nella provincia di Chiang Mai, nel nord ovest della Tailandia.

Undici persone sono morte a causa di colpi di calore durante un evento pubblico all’aperto vicino a Mumbai, nell’ovest dell’India. Le temperature sfioravano i 38 gradi e l’umidità era molto elevata. A Dhaka, la capitale del Bangladesh, è stata registrata una temperatura di 40,6 gradi, la più alta dal 1965. Sempre nel mese di aprile, un incendio che si è sviluppato nella provincia di Castellòn, nell’ovest della Spagna, ha distrutto 4300 ettari di vegetazione e costretto 1800 persone a lasciare le loro case.

Le fiamme sono state alimentate da forti venti e da temperature vicine ai 30 gradi. Un incendio ha distrutto mille ettari di vegetazione nel dipartimento dei Pirenei Orientali in Francia. Almeno 14 persone sono morte nelle alluvioni causate dalle forti piogge che hanno colpito la città di Bardera, nel sud della Somalia. Infine le frane, che stanno diventando un fenomeno sempre più diffuso. Almeno 11 persone sono morte travolte da una frana ad Alausi, nella provincia di Chimborazo, nel centro dell’Ecuador.

Altre 65 persone risultano disperse, mentre centinaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case. Poi il numero delle vittime accertate è salito a 27 morti e 67 dispersi. Diciannove persone sono morte travolte da una frana nella provincia del Nord Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Due persone sono morte travolte dalle frane causate dalle forti piogge nella regione di Lima, nel centro-ovest del Perù.

Altre 5 risultano disperse. Finora la stagione delle piogge, cominciata a gennaio, ha provocato 84 vittime nel paese. Due persone sono morte e 8 sono rimaste ferite in una frana al confine tra Pakistan e Afghanistan.

 

§  Eventi estremi

A titolo di premessa riportiamo i dati e le valutazioni essenziali di Copernicus relative all’intero 2022. Il titolo “Estate, caldo record. E torna El Nino” il fenomeno climatico caratterizzato dal caldo. Il 2022 è stato un annus horribilis per il clima in Europa, Il secondo più caldo mai registrato con 0,9 gradi centigradi al di sopra del periodo 1991-2020.

Il continente si scalda a velocità doppia rispetto al resto del pianeta, la temperatura media dell’ultimo quinquennio è stata  di 2,2 gradi centigradi al di sopra dell’era industriale. Abbiamo vissuto l’estate più bollente di sempre  -1,4 gradi al di sopra della media recente – con ondate di calore intense e prolungate. In Groenlandia, a settembre, sono stati raggiunti picchi fino a 8 gradi centigradi superiori alla media, mentre l’Europa meridionale ha sofferto il più alto numero di giorni di “stress termico intenso” e sulle Alpi si è registrato una riduzione record dei ghiacciai (oltre 5 chilometri cubici).

Ci aspettiamo nel 2023 e nel 2024 nuovi record. Le ondate di calore, iniziate a maggio, con temperature oltre i 40 gradi in Francia, Olanda e Inghilterra, e la punta massima in Sicilia, con 48,8 gradi centigradi. Nel bacino del Mediterraneo si aggraveranno siccità e aridità. Anche i fiumi soffrono, il 2022 è stato l’anno più secco mai registrato, con il 63% dei fiumi europei che ha visto portate inferiori alla media.

Il livello del mare crescerà in qualunque scenario.E ormai  non ci domandiamo più  “se” ma “quando” perderemo gran parte dei ghiacciai alpine. Siamo vicini al punto di non ritorno per il collasso dei ghiacciai della Groenlandia. L’aumento del livello del mare non è reversibile. La temperatura media europea degli ultimi cinque anni è stata di +2,2 gradi centigradi e quella estiva di +1,4 gradi centigradi, la più calda mai registrata in Europa. I dati sono tratti dal Corriere della Sera del 20 aprile scorso, mentre Copernicus ha appena pubblicato il suo rapporto annuale 

Tempeste: Almeno 32 persone sono morte a causa di una serie di tempeste e tornado che hanno colpito varie zone degli Stati Uniti. Il bilancio più grave si è verificato nel Tennessee, con 15 vittime.

Tempeste di sabbia: L’Iraq è stato colpito dalla prima tempesta di sabbia della stagione. Nella primavera scorsa c’erano state dieci tempeste di sabbia di grande intensità. Il fenomeno si sta aggravando a causa della desertificazione in corso nel paese.

Il ciclone Ilsa, accompagnato da venti fino a 288 chilometri all’ora, ha raggiunto la costa nord-occidentale dell’Australia. Migliaia di persone sono state costrette a lasciare le loro case.

In Bolivia, il Cerro Rico è un vulcano estinto nelle vicinanza di giacimenti di stagno e argento, oggi praticamente esauriti, mentre dal 1500 l’intera zona ha ospitato migliaia di minatori  clandestini. Oggi l’intera zona sta lentamente sprofondando mentre aumenta il degrado ambientale.

Il 13 aprile le piogge torrenziali che hanno inondato l’area che comprende Miami e Fort Lauderdale hanno costretto a chiudere le scuole e l’aereoporto per alcuni giorni. In 24 ore sono caduti circa 500 millimetri di pioggia, una quantità d’acqua che di solito cade quando si verificano uragani di grandi dimensioni.

Troppo caldo per i pesci. Il 17 marzo  i residenti di Menindee, una cittadina del New South Wales, hanno trovato milioni di pesci morti nel fiume. La causa è stata l’ondata di calore che ha colpito la regione, i cui effetti sono più evidenti negli ecosistemi fragili come quelli dei torrenti. Anche quattro anni fa la fauna acquatica del fiume Darling era stata decimata dalle temperature elevate. In generale, le ondate di calore sono più frequenti, più intense e durano più a lungo.

§  Meccanismi economici di danno ambientale

Più di 350 chilometri quadrati di foresta amazzonica brasiliana sono stati distrutti a marzo, con un aumento del 14% rispetto allo stesso mese del 2022. Inoltre secondo uno studio pubblicato su  Communications Earth and Environment, mantenerla integra permette di evitare 15 milioni di casi all’anno di malattie respiratorie e cardiovascolari.

Numerose sono le aziende che stanno esercitando pressioni per estrarre minerali dai fondali marini, che sono ricchi di elementi chimici importanti per la transizione energetica. I depositi marini si sono formati nel corso di milioni di anni e sono costituiti da piccoli massi simili a pepite, ricchi  di rame, nichel, terre rare, litio e altre sostanze.

Alcuni dei depositi si trova al largo delle Hawaii, altri nell’oceano indiano e nell’oceano Pacifico, vicino a Kiribati  e alla Polinesia francese.

Però alcuni scienziati avvertono che lo sfruttamento minerario dei fondali potrebbe aggravare l’inquinamento marino e distruggere risorse ittiche  ed ecosistemi e un recente articolo ha ricordato che c’è anche il rischio di liberare  le riserve di carbonio presenti nei fondali marini, aggravando ulteriormente la crisi climatica.

Sulla grande isola di plastica dell’Oceano Pacifico settentrionale, che si trova tra la California e le Hawaii, si sono insediate 17 specie di invertebrati, tra cui crostacei e anemmoni; l’isola inoltre  sta sostenendo le specie costiere, alterando gli ecosistemi marini.

Le alghe che infestano le coste messicane, i sargassi, da anni si ammassano in quantità crescenti sulle rive di trenta isole e paesi caraibici.  Ma in nessuna spiaggia i cumuli sono così impressionanti come lungo la riviera Maya, un tratto costiero messicano molto turistico. Le alghe portate a riva erodono rapidamente la fascia costiera e indeboliscono la barriera corallina.

Se non rimosse, dopo due giorni emanano un odore terribile di uova marce, acido solfidrico. Le alghe si moltiplicano anche a causa dei fertilizzanti che le attività umane scaricano in acqua in quantità crescente.

Il riscaldamento globale ha un forte impatto sulle piste da sci, e si moltiplicano i tentativi di produrre neve artificiale. Però anche questa risente del caldo in aumento, perchè le minuscole gocce d’acqua sparate dai cannoni sparaneve hanno comunque bisogno di un clima freddo per cadere sotto forma di neve,  e comunque questa soluzione è molto costosa. Inoltre i paesi europei, l’Italia in prima fila, non possono permettersi di usare ogni anno milioni di metri cubi di acqua per l’innevamento artificiale.

I bitcoin non fanno bene all’ambiente. Sono stati presi in esami 34 centri per l’estrazione di bitcoin negli Stati Uniti perchè queste attività sono basate sull’impiego di potenti computer che mettono sotto pressione la rete elettrica nazionale, infliggendo costi alla collettività e  inquinando. L’articolo del New York Times prende in esame quanto è successo il 21 febbraio 2021, durante una lunga  interruzione di corrente elettrica, i numerosi computer di Austin continuavano ad estrarre bitcoin consumando l’energia che sarebbe servita per 6500 persone.

Alla fine le autorità locale hanno imposto al gestore dell’impianto di spegnere i computer, però gli hanno riconosciuto un indennizzo di 175.000 dollari all’ora e quindi ha incassato in quattro giorni 18 milioni di dollari, pagati quindi dai contribuenti texani, mentre le bollette dell’energia elettrica dello Stato sono aumentate del 5%. Inoltre il consumo eccessivo di  elettricità ha anche causato emissioni di anidride carbonica, analoghe a quelle di 3,5 milioni di auto in circolazione.

L’azienda spaziale di Elon Musk, la Space X, ha creato la Starlink, che conta ormai su più di 3000 satelliti in orbita bassa. Da quando la Russia nel 1957 lanciò il primo satellite Sputnik, sono in totale più di 13.600 i satelliti in orbita, lanciati da governi e aziende private, e circa 6700 sono ancora attivi. La Space X controlla già la metà di quelli in orbita e vorrebbe lanciarne molti altri: ha in programma di gestire una flotta di 12.000 satelliti entro il 2026 e  potrebbe arrivare a 46.000.

Nella provincia di Artvin, in Turchia, un lago artificiale sta sommergendo gradualmente la cittadina di Yusufeli, dopo che la diga dello stesso nome ha cominciato a trattenere l’acqua del fiume Coruh. Sedicimila persone sono state costrette a lasciare le loro case e tra poco entrerà in funzione la centrale elettrica. Con i suoi 275 metri la diga è la più alta del paese e il nuovo lago potrà contenere fino a 2,2 miliardi di metri cubi di acqua.

L’Arabia Saudita e altri Stati alleati hanno deciso di tagliare la produzione di petrolio, ma numerosi altri Stati stanno invece aumentando la produzione, con i danni all’ambiente che si possono immaginare. Iran, Guyana, Norvegia, Kazakistan, Brasile e Nigeria stanno aumentando la produzione. La Nigeria, in particolare, in sei mesi è passata da 350.000 a 1,3 milioni di barili di petrolio. L’Iran ha aggiunto duecentomila barili al giorno, mentre il Brasile ha registrato una produzione record dopo aver iniziato a sfruttare un nuovo giacimento al largo delle coste di Rio de Janeiro.

 

§  Il clima e l’Italia

 Nel 2021 sono aumentate le emissioni di gas serra, nella misura dell’8,5%, secondo il Rapporto Ispra 2023, che prevede anche un aumento analogo per il 2022. Al rilevamento finale di Pontelagoscuro la portata del Po è scesa a toccare 338 metri cubi al secondo, cioè oltre 100 mc/s in meno del minimo storico di aprile, e ben al di sotto dei 450 mc/s considerati il minimo sotto cui il fiume è inerme di fronte alla risalita del cuneo salino, cioè del mare.

Non solo: nel siccitosissimo 2022 questi dati vennero registrati il 4 giugno, cioè il più grande fiume italiano è oggi in crisi con 40 giorni di anticipo rispetto all’anno scorso. Anche il lago di Garda è ai minimi storici con un riempimento, il 9 aprile, al 25, 9 %.

Inoltre in tutto il Veneto si registrano meno piogge e un minore innevamento. Tuttavia i fondi pubblici per l’Autorità di Bacino del Po sono stati di recente decurtati del 40%. In effetti secondo i dati recentissimi della Fondazione Cima, sulle montagne italiane c’è appena un terzo della neve rispetto alle medie degli ultimi 12 anni. E quindi andiamo verso una estate peggiore di quella dell’anno scorso. L’emergenza quindi si aggrava.

Abbiamo sempre meno acqua a fronte di temperature sempre più elevate che ne richiederanno sempre di più. In questa situazione, alla capitale a metà aprile sono bastate poche ore di pioggia battente per provocare allagamenti in interi quartieri, per caditoie ostruite e con strade come fiumi. Inoltre, anche se le piogge nel loro complesso  si sono avvicinate ai 300 miliardi di metri cubi di acqua, le gravi carenze di bacini e infrastrutture hanno permesso di trattenerne solo l’11%. 

Infine, il nostro paese va in cerca di litio e di cobalto, ma non esiste ancora una mappa aggiornata delle fonti locali, anche se ci sono una diecina di località che potrebbero essere studiate. Tra pochi anni l’Europa avrà bisogno di 18 volte più litio e 5 volte più cobalto, e quindi dovrà garantirsi delle fonti estere consistenti.

§  Strumenti

Gaia Vince, Il secolo nomade, Bollati Boringhieri, Torino, 2022

Maurizio Casiraghi, Sempre più soli, Il pianeta alle soglie della seta estinzione, Il Mulino, Bologna, 2023

Annalisa Corrado e Rossella Muroni, Nessi e connessi, Il Saggiatore, Milano, 2023

Hope Jahren, Il lato oscuro dell’abbondanza, Mondadori, Roma, 2023

Daniele Rielli, Il fuoco invisibile, La xylella in Puglia, Rizzoli, Milano, 2023

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