1.
Clima, tendenze globale
Dallo scorso 28 luglio le risorse consumate dall’umanità sono già finite, e
abbiamo tutti cominciato a utilizzare quelle di un secondo pianeta. Da
molti anni il Global Footprint Network, il gruppo di ricercatori della Rete per
l’Impronta Globale, guidato da Mathis Wackernagel, effettuano questa analisi
dei dati relativi al consumo delle risorse naturali e quindi, anno per anno,
misurano il deficit ecologico, che quest’anno risulta essere il maggiore dal
1970, cioè da quando il mondo è entrato nella fase del sovrasfruttamento della
natura.
Quest’ anno ben 156 giorni separano il giorno di inizio di questo
meccanismo dalla fine del 2022. Inoltre l’Italia è tra i paesi in cui la data
del sovrasfruttamento inizia prima, cioè il 15 maggio. Tornando ai dati complessivi,
secondo i ricercatori le conseguenze sono ormai evidenti: ben tre miliardi di
persone vivono in paesi che producono meno cibo di quanto ne consumano, e
generano meno reddito della media mondiale. Hanno quindi una capacità
alimentare inadeguata ed un enorme svantaggio nell’accesso al cibo sui
mercati globali. Una analisi simile potrebbe essere svolta per l’acqua.
In Europa quasi metà la metà del territorio è dominata dalla siccità.
Secondo la Commissione UE, il 47% della sua estensione ha registrato
precipitazioni inferiori al solito e l’umidità del suolo è in deficit. A questo
fenomeno va aggiunto un altro 17% che riguarda la disidratazione delle
piante. Quindi almeno il 64% del territorio dell’Europa è in allarme per il
rischio di incendi. Si tratta con ogni probabilità della siccità peggiore da
almeno 500 anni. Inoltre sul fiume Oder che scorre tra Polonia e Germania
affiorano tonnellate di pesci morti, ma anche castori, cigni e crostacei
risentono della qualità delle acque, danneggiate sicuramente dalle attività
umane. Il caso è esploso alla metà del mese di agosto, ma già il 26 luglio i
pescatori avevano denunciato la gravità della situazione.
Nei giorni successivi sono state formulate varie ipotesi sulle cause della
morìa, ad esempio la fioritura di una ‘alga dorata”, velenosa ma non per
l’uomo. In Italia fin dall’inizio del mese di agosto si parlava di “ Città
senza fiumi”, e si elencavano i corsi d’acqua prosciugati dal Brenta al Tevere.
Per il Po la portata registrata all’altezza di Ferrara era di poco più di 100
metri cubi al secondo, ovvero meno della metà del record di portata
minima mensile che venne registrato nel 2006 con 237 metri cubi al secondo.
Molti torrenti erano praticamente spariti nel nord e nel centro Italia, vi era
poi il problema della risalita del mare (il cuneo salino) arrivato a oltre 40
chilometri nel Po, ma il fenomeno aveva cominciato a verificarsi anche in
molti altri fiumi, come il Brenta, l’Adige, il Tagliamento e il Livenza.
Ma la siccità in agosto ha colpito anche la Cina, dove da due mesi il paese
era alle prese con un caldo record di oltre 40 gradi e fiumi in secca. La
capitale Pechino, rimasta con pochissima acqua, aveva anche ridotto
l’illuminazione. Il fiume Yangtze, il terzo affluente del mondo, che forniva acqua
a 400 milioni di cinesi, ha visto ridotta di molto la sua portata.
Nel suo insieme, Il paese, che produce ancora il 60% della sua energia con
il carbone (prima era al 75%) ha però ripreso a produrlo e dovrà affrontare le
critiche nel contesto internazionale a causa degli impegni assunti. Analoghi
problemi sta affrontando l’Iraq, il paese un tempo della Mezzaluna Fertile, che
vede prosciugarsi il Tigri e l’Eufrate, non soltanto a causa del cambiamento
climatico, che in tempi normali già raggiungevano i 45° e che moltiplica le
tempeste di sabbia e polvere. Incidono infatti anche gli effetti negativi delle
dighe realizzate in Turchia vicino alle sorgenti dei due fiumi, e la
mancanza di una qualunque pianificazione statale, specie per la protezione e un
razionale utilizzo delle riserve idriche sotterranee.
Negli anni ’70 l’Iraq disponeva di circa 80 miliardi di metri cubi di
acqua, nel 2020 la fornitura d’acqua del Tigri era di 11 miliardi di metri
cubi, mentre l’Eufrate ne fornisce 20 miliardi di metri cubi, e altri affluenti
19 miliardi, in totale quindi solo 50 milardi. Infine è importante
segnalare un evento gravissimo per gli oceani verificatosi in sede Onu: non è
stato raggiunto alcun accordo per la protezione della fauna marina. E quindi
non si arresterà il sovrasfruttamento dei pesci e la distruzione degli
ecosistemi marini, dai quali dipendono la vita di oltre tre miliardi di
persone.
§
Le gravi conseguenze del grande caldo
Dal gennaio 2022 i sette mesi più caldi della storia. Ma dal 6 agosto,
quest’anno è iniziata l’estate più calda di sempre, con un caldo record in
molti paesi europei, ma anche con bombe d’acqua, piogge, alluvioni e frane.
Anche in Italia, nel Trentino e in Val di Fassa, che hanno fatto registrare
2,26 gradi sopra la media di lungo periodo, cioè dal 1800. Ma è anche stato
l’anno con meno della metà delle piogge registrate mediamente negli ultimi 30
anni.
Una situazione analoga s’è registrata anche in Francia, con oltre 100
comuni che non avevano più acqua potabile e con un deficit di pioggia dell’84%
rispetto alla media stagionale. Qualche giorno dopo, ad Albenga, in
Liguria, un incendio ha distrutto 400 ettari di vegetazione, poi il maltempo si
è spostato verso sud. Il 12 agosto bruciava la Francia, distrutti 7000 ettari
di foresta, nella Gironda evacuate diecimila persone. La temperatura si
aggirava sui 40 gradi. La siccità caratterizzava molte altre zone dell’Europa.
La sorgente del Tamigi, per esempio, è diventata praticamente secca, nello
Yorkshire si camminava sulle terre emerse della riserva idrica di Baitings. A
Budapest il Danubio aveva fortemente ridotto la sua portata, mentre a
Duesseldorf una nave era rimasta in secca sulle rive del Reno. Negli stessi
giorni, dopo la siccità, nel nord e nel centro Italia si registravano piogge
violente e grandinate, Scilla e Stromboli sono state invase dal fango. Il
27 agosto un terzo del Pakistan è stato sommerso dall’acqua, dopo le piogge
eccezionali che hanno causato una catastrofe senza precedenti e messo fuori uso
migliaia di chilometri di strade. Negli ultimi due mesi, i morti sono stati più
di mille, e più di trenta milioni di persone, un cittadino su sette, sono
rimasti senza casa o con alloggi provvisori, poiché almeno 200.000
abitazioni sono state distrutte e più di 300.000 sono state danneggiate. Infine
le temperature massime e minime registrate il 23 agosto nel mondo: ad Al Jahra,
in Kuwait, + 48,8°; in Antartide il termometro è sceso a -75,4 gradi
centigradi.
3. Meccanismi economici di danno ambientale
Finchè la pandemia era a livelli alti di diffusione, le principali imprese
farmaceutiche si sono concentrate sulle vendite, raggiungendo proventi
estremamante elevati dalla vendita dei vaccini più acquistati dagli Stati,
mentre oggi che si vede una grande flessione del Covid 19 (pur con qualche
timore di ripresa) le big pharma cominciano a cercare ulteriori profitti dai
brevetti. Ha iniziato le ostilità Moderna, che nel 2021 ha fatturato vaccini
per 18 miliardi di dollari, che fa causa a Pfizer e a BioNTech accusandoli
di aver copiato tecnologie brevettate per il vaccino Comirnaty, che nel 2021 ha
fruttato 37 miliardi di dollari di ricavi.
La documentazione presentata da Moderna affermava che i concorrenti
avrebbero copiato senza autorizazione “brevetti fondamentali della (sua)
piattaforma tecnologica di MRNA. L’RNA messaggero , o mRNA, è lo script
genetico che trasporta le istruzioni del Dna ai macchinari per la creazione di
proteine di ogni cellula ed è stato usato nella produzione di vaccini contro il
coronavirus. Secondo Moderna, avrebbero copiato questa “tecnologia
rivoluzionaria depositata in una serie di brevetti tra il 2010 e il 2016 e
utilizzata per Spikevax”. Inoltre Moderna ha fatto notare che “ quando è emerso
il Covid 19, nè Pfizer né BioNTech avevano il suo livello di esperienza nello
sviluppo di vaccini a mRNA per il coronavirus”.
Nell’ottobre 2020, Moderna si era impegnata a non far valere i suoi
brevetti relativi al Covid 19 fino alla fine della pandemia e nel marzo 2022
aveva chiarito che avrebbe rispettato questo impegno nei 92 paesi a basso e
medio reddito” quindi per gli altri mercati ad alto reddito i concorrenti
avrebbero dovuto richiedere una specifica autorizzazione. In sostanza, Moderna
non chiedeva la rimozione del vaccino Pfizer, nè i danni, e nemmeno il
riconoscimento del brevetto specifico sul vaccino anti Covid, ma
solo che le fosse riconosciuta una licenza commerciale relativa ai brevetti
depositati in precedenza.
La cifra dei proventi provenienti dalla concessione di questa licenza non è
stata precisata, ma potrebbe ammontare a delle decine di miliardi di dollari.
Inoltre la stessa Moderna potrebbe dover affrontare richieste analoghe per le
attività svolte in passato. Questo tipo di contenzioso deve essere seguito con
attenzione perchè mette in evidenza i guadagni elevatissimi connessi agli
interventi a tutela della salute pubblica, in genere trascurati da chi
analizza le pandemie solo in termini umanitari e collettivi.
Sembra che la Germania abbia deciso di posticipare la chiusura delle ultime
tre centrali nucleari del paese, prevista per la fine del 2022. Analoghi
provvedimenti, diretti a mantenere in funzione il settore energetico nucleare,
potrebbero essere presi, in modo più o meno esplicito, anche da altri paesi
come la Francia. In termini economici è comprensibile la preoccupazione
relativa ai costi crescenti del gas e quindi dell’energia elettrica, ma vengono
così sottovalutati i rischi connessi agli impianti obsoleti e in generale a
tutte le attività del settore. Si trascurano quindi i rischi di incidenti (già
verificatisi in passato) e soprattutto il problema insoluto dell’aumento delle
scorie, per le quali non si è ancora trovata una modalità di
conservazione.
All’inizio del mese di agosto, due erano le notizie relative alle
esportazioni di grano ukraino. Le navi in attesa di salpare, 17, trasportavano
oltre 200mila tonnellate di cereali, ferme nelle vicinanze del porto di Odessa.
Un missile aveva intanto colpito la casa del più ricco magnate locale attivo
nel settore cerealicolo. Marito e moglie sono morti, una scomparsa molto grave,
perchè quel magnate era anche un finanziatore dell’esercito di Kiev. La
precisione dell’attacco sembrava escludere qualunque casualità e
sottolineava la sostanza della posizione russa nei confronti dell’iniziativa
sostenuta dalla Turchia. Il 3 agosto arrivava la notizia che la prima nave
carica di cereali è partita da Odessa diretta al centro di controllo di
Istanbul dove è presente anche l’Onu e la Turchia. A bordo 26.000 tonnellate di
mais destinato al Libano. Il 6 agosto altre tre navi con 57.000 tonnellate di
mais dirette al centro di controllo per poi proseguire per la Turchia,
l’Inghilterra e l’Irlanda. Il 17 agosto è arrivata in Italia, a Monopoli
un’altra nave ukraina con un carico di olio di semi, del quale da tempo si
segnalava la scarsità. Questo tentativo non è stato però il solo realizzato
dall’Ukraina: nel mese di luglio sono state esportate tre milioni di tonnellate
di merci, di cui circa la metà ha raggiunto il Danubio attraverso la Romania,
ma prima dell’invasione le esportazioni oscillavano tra i 5 e i 7 milioni di
tonnellate al mese.
4. .Eventi estremi in Italia
Oltre agli eventi analizzati in un contesto europeo, il nostro paese è
stato anche colpito in agosto da altri fenomeni e ha mostrato dinamiche
specifiche, specie nella seconda metà del mese. In fiamme sono andati migliaia
di ettari di bosco lungo il confine tra Italia e Slovenia.
Nel Carso, sopra Monfalcone, il fuoco correva veloce verso Gorizia, un
territorio privo di manutenzione, scomparsa la quotidianità delle guardie
forestali, l’odore acre delle fiamme arrivava a Trieste, il particolato
PM10 di notte arrivava alle stelle. A Savogna centinaia di persone erano
state costrette a lasciare le loro case. Due settimane di inferno, 4000 ettari
di vegetazione andati in fumo nella seconda metà di luglio, questo era il Carso
dove morirono 400.000 persone durante la prima guerra mondiale, come si
presentava all’inizio di agosto.
Nel resto dell’Italia per il 3 agosto era prevista un’altra impennata
del caldo, con una punta di 39 gradi a Roma. Il giorno sette l’Italia era
divisa: si registravano smottamenti e frane su tutto l’arco alpino, ed
erano attese forti grandinate. Nuovi incendi, intato, sul Carso e in Puglia, dove
90 ettari di bosco sono andati distrutti vicino a Castel del Monte. Secondo la
Coldiretti, la siccità ha fatto triplicare gli incendi in tutto il paese. A
metà del mese si segnalavano molti incendi nella provincia di Roma,
contrastati però dal nubifragio che il 14 agosto ha colpito la capitale.
Dal giorno 19 si segnalavano nubifragi e trombe d’aria in tutta l’Europa,
in Toscana sono stati accompagnati da venti a 140 chilometri all’ora. In
Corsica il 18 agosto si è registrato un vento di maestrale a una velocità di
224 chilometri all’ora, che ha causato 5 vittime. Il giorno successivo piogge
violente a Ferrara, grandine a Riccione. Violenti temporali si sono
scatenati anche da Genova fino alla Romagna, senza vittime, ma con numerosi
feriti, colpiti dalla caduta di alberi e vari danni alle abitazioni. Occorre
però prendere atto del fatto che fenomeni temporaleschi si sono verificati
anche in zone particolarmente calde e che il passaggio tra le due
situazioni è ormai solito essere molto rapido e molto violento.
L’alternarsi di eventi climatici estremi è diventato in Italia una
drammatica consuetudine. Legambiente da gennaio a giugno ne ha contati 132, il
numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Non sono soltanto
scomparse le mezze stagioni, si sono proprio modificate le caratteristiche
anche delle stagioni. In zone già provate da una siccità estesa si verificano
piogge violente e concentrate, accompagnate da grandine e fulmini, che però non
rappresentano più un beneficio per l’agricoltura e l’allevamento.
Nella capitale, tuttavia, sono stati raggiunti livelli di caldo
percepito intorno ai 44 gradi e si sono moltiplicati gli incendi anche in zone
fittamente abitate. Più preoccupante è il dato complessivo di eventi estremi
degli ultimi anni: dal 2010 a luglio 2022 se ne sono verificati oltre 1300, gli
impatti più rilevanti in 710 comuni (all’incirca 1 su dieci). Più in
particolare si sono registrati: 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni da
trombe d’aria, 157 danni alle infrastrutture causati da piogge, 123 esondazioni
di fiumi, 63 danni da grandinate, 55 da siccità prolungata, 55 frane da piogge
intense, 22 danni al patrimonio storico, 17 da temperature estreme in città
colpite da ondate di calore.
Non si può inoltre dimenticare un fatto: una zona siccitosa trae pochissimo
giovamento da una pioggia violenta, perchè il terreno arido l’assorbe e la fa
scomparire prima che piante ed animali ne possano trarre beneficio. Ciò
significa, ad esempio, che bisognerebbe canalizzarla in laghi, invasi e serbatoi
per poi ridistribuirla con la opportuna intensità, ma questi mancano quasi
completamente. Inoltre, il bacino del Po, il più grande del paese, ha una
popolazione di circa 20 milioni di abitanti; la sua acqua, e quella dei suoi
141 affluenti in condizioni normali genera il 40% del prodotto lordo
italiano. Il sistema di accumulo e di distribuzione è stato progettato
molti decenni fa e mai modificato. Lo stato attuale del grande fiume è stato
più volte descritto, ma nulla è stato fatto per cambiare la situazione. E
questa situazione drammatica riguarda anche altri fiumi minori.
5. Strumenti
Enrico Euli, Homo Homini Ludus, Fondamenti di illudetica, Edizioni
Sensibili alle Foglie, Roma, ottobre 2021
Daniel Tanuro, E’ troppo tardi per essere pessimisti, come fermare la
catastrofe ecologica imminente, Edizioni Alegre, Roma, 2020
Augustine Sedgewick, Coffeeland, Storia di un impero che domina il mondo,
Einaudi, Torino, 2021
Guido Caroselli, Raffaello Costa, Io salvo il pianeta, 101 buone azioni
quotidiane che ognuno di noi può fare per la Terra, Editore Typimedia, Roma,
aprile 2022
Paolo Cacciari, Re Mida, la mercificazione del pianeta, Edizioni La Vela,
2022
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