Il parco comunale di Monte Urpinu è stato chiuso con ordinanza sindacale n. 76 del 4 novembre 2022 a decorrere dal 5 novembre fino a data da destinarsi “per motivi igienico-sanitari, su provvedimento sanitario ordinatorio della competente ASL.
In queste ore il personale del Servizio Sanità Animale
della competente ASL sta ponendo in essere misure atte ad evitare o limitare la
diffusione della “Influenza Aviare” e per lo smaltimento di eventuali animali
morti presso il Parco di Monte Urpinu, in seguito a rapporto di prova emesso
dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, con il quale viene
confermata la presenza di casi di “Influenza Aviare” (IA) tipo A sottotipo H5”.
Così ha avvertito il sito web istituzionale
del Comune di Cagliari.
E’ stata costituita una task force, grazie
alla consueta efficacia dell’Assessore
regionale della sanità Mario Nieddu.
Sono stati uccisi circa 240 altri animali.
Una mattanza, sebbene “il contatto
diretto con gli esemplari, per quanto improbabile, o con le feci, altamente
contagiose, possono infettare l’uomo anche se con sintomi lievi tipici di un
raffreddore”, come ha affermato Mario Ignazio Lai, direttore del Servizio di
Sanità animale della ASL cagliaritana.
Detto così sembra che duecentoquaranta altri animali siano stati uccisi per scongiurare il rischio di
un raffreddore.
Non sappiamo se siano state valutate soluzioni
alternative, come per esempio accaduto al parco Chico
Mendes di San Donnino, nel Comune di Campi Bisenzio (FI),
dove nel gennaio 2022 è stato riscontrato un focolaio di influenza
aviaria, eliminato (febbraio 2022) dopo un intervento complesso di confinamenti e cure dai volatili
presenti.
Non sappiamo per quali motivi non siano state
richieste le deroghe ministeriali previste oggi dagli artt. 22-23 del decreto legislativo n. 136/2022 e in
precedenza dall’art. 13 del decreto legislativo n. 9/2010, che consentirebbero
di gestire in sicurezza il contrasto al focolaio senza le drastiche soluzioni
cruente che si paventano per l’avifauna domestica del parco comunale di Monte
Urpinu.
Non sappiamo nemmeno se possano in qualche modo aver
influito le condizioni igienico-sanitarie presenti nel medesimo parco comunale.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento
Giuridico (GrIG) ha inoltrato (7 novembre 2022) alle amministrazioni pubbliche competenti una
specifica istanza di accesso civico e informazioni ambientali per comprendere
gli effettivi ambiti di un focolaio di influenza aviaria abbastanza singolare.
Basti pensare alla banale domanda: come è arrivata lì
nel parco comunale di Monte Urpinu, vista l’assenza di rilevanti rischi in
Sardegna indicata dal piano nazionale di sorveglianza?
Ma parecchi fatti albergano curiosamente in
un mistero buffo, finora tragico soltanto per centinaia di poveri
pennuti.
Se è vero che “il rischio per l’uomo è estremamente
basso”, fatto confermato dalla mancata chiusura della Scuola
elementare di Via Garavetti, praticamente entro il parco, e dalla
immediata riapertura dopo poche ore del locale Tennis Club, per quale motivo sono stati fatti fuori centinaia
di altri animali senza nemmeno provare metodi alternativi come
effettuato in altre situazioni analoghe (es.il recente
caso di Campi Bisenzio)?
Come mai – dopo manifestazioni quotidiane animaliste,
proteste, esposti – il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, in un primo
momento pilatescamente ignavo, poi, dopo aver “avuto delle
interlocuzioni con la Asl”, ha finalmente annunciato che “gli abbattimenti sono sospesi”?
E come mai prima viene annunciato che “il Servizio veterinario
della ASL agirà tempestivamente anche per altri eventuali casi che si possono
presentare sul territorio di competenza con misure di controllo diretto
(abbattimento degli animali coinvolti e distruzione di materiale contaminato o
potenzialmente contaminato)”, mentre poi si è giunti al più mite e sensato
consiglio che porta ad affermare che “la situazione verrà monitorata
dalla Asl e intanto il parco resterà chiuso, fino a che non ci sarà
completa sicurezza”, cioè quanto veniva fin da principio chiesto a
gran voce da ambientalisti, animalisti, semplici cittadini?
Oltre al non dimenticabile diritto
degli altri animali a vivere in pace, oggi inserito in costituzione (art. 9), c’è il banale valore anche economico di
centinaia di volatili domestici di proprietà comunale.
Ce lo ricordiamo o no?
Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo
d’Intervento Giuridico (GrIG)
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