domenica 29 maggio 2022

scrive Mario Guerrini, su aeroporti e sanità


 

La guerra dei cieli. In Sardegna. Per aggiudicarsi l'ultimo aeroporto a gestione pubblica dell'Isola. Quello di Cagliari Elmas. C'è una sorda belligeranza tra gruppi finanziari, imprenditori, fondazioni bancarie. È una vicenda che coinvolge anche la Regione del Governatore Solinas. La Società di gestione, la Sogaer, è per quasi il 95 % della Camera di Commercio. Nella scalata non sarebbero estranei interessi di aria massonica. È una storia che si combatte dietro le quinte. Gli altri due scali sardi (Olbia e Alghero) sono già passati di mano ai privati. Ma l'aeroporto di Cagliari è il più importante. Con i suoi quasi 5 milioni di viaggiatori. Il pericolo è che le priorità degli investitori privati sono mirate esclusivamente al profitto. E solo a quello. E potrebbero non coincidere con quelle del territorio. Situazioni già consolidate in altre realtà. Come la Grecia. Ad esempio. Un altro colpo all'autonomia dell'Isola?

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L'ultima follia del Governatore della Sardegna, Christian Solinas. Costruire 4 nuovi ospedali. Nel vicinissimo 2017, Presidente Pigliaru (PD). Riforma sanitaria dell'assessore Arru, medico (PD). Parola d'ordine: tagliare. Riduzione di 64 primariati su un totale di 447. Eliminazione di 111 posti letto. Risparmio: 50milioni di euro. Adesso c'è Solinas. Laurea molto chiacchierata in legge. Annuncia: costruiremo 4 nuovi ospedali. Mentre la popolazione sarda diminuisce. Mentre in Sardegna c'è sovrabbondanza di strutture ospedaliere. Alcune addirittura almeno parzialmente chiuse. Mentre si eliminano o ridimensionano i reparti. Quasi ovunque. E la domanda di salute non potrà che essere , al massimo, la stessa di oggi. Se non è follia, poco ci manca. Con una spirale assurda di posti letto e di nuovi primariati. A beneficio del clientelismo, dello sperpero di risorse, del trionfo dei tradizionali tentacoli massonici. Già ora mancano 4 mila infermieri e un numero infinito di medici. E la tecnologia ospedaliera e spesso carente e superata. Ci ritroveremo con 4 nuovi ospedali e la esistente rete ospedaliera vecchia e in totale sofferenza. E, soprattutto, la medicina territoriale in disarmo. Pur essendo quella fondamentale in una regione vasta e a basso indice abitativo come la Sardegna. E i sardi, per certe patologie, continueranno l'odissea dei viaggi della speranza nella Penisola. Senza contare, quanto a sprechi, il Mater Olbia. E senza contare, in supporto alla Sanità Pubblica, la ottima rete ospedaliera privata. Semplicemente pazzesco.

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