Andamenti globali poco primaverili
Il 22 marzo
è stata registrata in Birmania, a Chauk, la temperatura più alta, 43,5
gradi centigradi. Il 19 aprile la temperatura più alta è stata rilevata a
Qalhat, in Oman, 48,2 C, mentre lo stesso giorno in Antartide il
termometro scendeva a – 74 C. In generale, le regioni polari si stanno riscaldando
molto più rapidamente rispetto alla media globale. Un’altra prova di questo
fenomeno è l’aumento degli incendi nell’Artico.
Il lago
Penuelas, una delle principali fonti di acqua nella regione di Valparaiso, in
Cile, si è prosciugato quasi del tutto a causa di una grave siccità.
Attualmente il tasso di riempimento del lago è di appena lo 0,2 %. Il lago
Sawa, un bacino di circa dieci chilometri quadrati nella regione di Al
Muthanna, nel sud dell’Iraq, si è completamente prosciugato a causa della
siccità e dell’uso improprio delle sue acque per l’irrigazione.
Nello stesso
paese, una tempesta di sabbia, la terza in meno di due settimane, ha costretto
le autorità a chiudere per un giorno gli aereoporti di Baghdad e Najaf.
Inoltre, la sicurezza alimentare di quasi il 40% della popolazione della
Somalia è a rischio, a causa di una grave siccità. Quattro agenzie delle
Nazioni Unite, tra le quali la FAO e il PAM, affermano in un comunicato che 1,4
milioni di bambini soffriranno di malnutrizione acuta entro la fine dell’anno.
Inoltre un
incendio ha causato nel New Mexico, nel sud degli Stati Uniti, la morte di due
persone e la distruzione di 2400 ettari di vegetazione; gli incendi che si sono
sviluppati in Colorado hanno costretto 19.000 persone a lasciare le loro case. Un
altro incendio ha distrutto 95 ettari di vegetazione a Tepoztlan, nello stato
di Morelos in Messico mentre altri due roghi si sono sviluppati negli stati di
Jalisco e di Tamaualipas.
Nello stesso
mese si sono verificate numerose alluvioni. Nello stato di Rio de Janeiro, nel
sud-est del Brasile, con almeno 16 vittime. In Australia, nuovi allagamenti si
sono verificati lungo la costa est e qualche giorno dopo onde enormi si sono
abbattute sul New South Wales, sommergendo la spiaggia di Bondi e alcune case.
Almeno 448 persone sono morte per le forti piogge che hanno colpito la
provincia del KvaZulu, nell’est del Sudafrica, mentre un evento analogo si è
verificato nel nord ovest della Colombia, facendo straripare un fiume, che ha
allagato una miniera uccidendo dodici persone.
Anche i
cicloni hanno causato vittime: il passaggio della tempesta tropicale Megi sul
centro delle Filippine ha fatto 148 vittime, mentre più di 17.000 persone sono
state costrette a lasciare le loro case. Inoltre l’intero delta del Nilo è
colpito da inondazioni: le aree più basse sono invase dalle acque marine,
rendendo impraticabili le strade e distruggendo case, ma soprattutto
danneggiando i terreni coltivati e incidendo in notevole misura sulla
produzione agricola nazionale.
Si sta progettando
un sistema di dune artificiali, molto costoso da realizzare, anche perchè
dovrebbe estendersi lungo tutto il litorale e dovrebbe proteggere anche la
città di Alessandria. I problemi del delta sono iniziati nel 1964, con la
costruzione della diga di Assuan, che impedisce l’arrivo dei sedimenti, ma non
ostacola certo l’entrata dell’acqua marina.
Nella grande
barriera corallina australiana c’è stato un altro drammatico sbancamento che ha
coinvolto 1200 chilometri di coralli. L’evento è particolarmente allarmante
perchè è la prima volta che uno sbancamento così grande avviene in
corrispondenza del fenomeno atmosferico detto “La Nina”, che di solito riduce
le temperature oceaniche. Dal 1998 l’aumento delle temperature ha già causato
cinque sbancamenti. Nel giro di 24 ore il pianeta ha confermato di essere
sottoposto a uno stress enorme, mentre la nostra risposta è drammaticamente
insufficiente.
Attività
economiche che incidono sui fenomeni climatici
La sabbia,
usata nella produzione di cemento, asfalto, vetro, e chip in silicio, è
estratta di solito da laghi e fiumi, in alcuni casi in modo illegale. Entro il
2060 questa attività potrebbe aumentare del 45% a livello globale, perchè sarà
molto richiesta specialmente in Africa e in Asia. Ma questo incremento
non è sostenibile, anche perchè questo materiale sta già diventando difficile
da trovare. Secondo Nature Sustainability, si dovrebbero trovare delle
soluzioni diverse, sperimentando materiali alternativi o riciclando il cemento,
oppure si dovrebbero costruire edifici più leggeri e che durino più a lungo, in
modo da dimezzare l’incremento dell’estrazione dalle fonti.
Analizzando
il sangue di 22 volontari, tutti in buona salute, alcuni ricercatori olandesi
hanno rilevato tracce di plastica. Erano presenti molecole di stirene, che
forma il polistirolo, di dimetil tereftalato che che forma il pet e di altre
componenti della plastica; non sono state invece rinvenute tracce di
polipropilene. Si tratta solo di un primo studio, basato su un campione di
piccole dimensioni, ma costituisce un ulteriore allarmante segnale sulla
diffusione della plastica in natura e negli esseri umani
Tra il 1980
e il 2018, nel mondo le emissioni di ammoniaca del settore agricolo sono
aumentate del 78%. Questa sostanza, un composto dell’azoto, è presente nei
fertilizzanti usati per accrescere la produzione agricola, in particolare nella
coltivazione di grano, mais e riso, ma anche nell’allevamento di bovini, polli,
capre e maiali.
Secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 99% della popolazione mondiale
respira aria inquinata, nociva per la salute. I livelli di particolato fine
PM10 sono più alti nella regione del Mediterraneo orientale, nel sud-est
asiatico e in Africa, mentre quelli del PM2,5 sono più alti nel sud-est asiatico.
L’inquinamento da biossido di azoto, un potente gas serra, è invece distribuito
in modo simile quasi ovunque. Tutti questi inquinanti derivano dall’uso di
combustibili fossili.
Negli Stati
Uniti (ma il fenomeno si verifica in molti altri paesi) la costruzione di pale
eoliche è spesso ostacolata dalle comunità locali, anche perchè talvolta sono
in circolazione molte informazioni false sulla loro pericolosità. A volte
queste voci finiscono per condizionare gli amministratori locali, dai quali
dipende in genere il via libera agli impianti. E’ così che preoccupazioni
spesso infondate ostacolano l’indispensabile transizione verso le fonti
rinnovabili dell’energia.
Secondo
l’agenzia statunitense Noaa, nel 2021 le emissioni di metano, un gas serra
molto più potente dell’anidride carbonica, sono aumentate di 17 parti per
miliardo (ppb) rispetto al 2020. E’ il maggiore aumento annuo da quando sono
cominciate le rilevazioni, nel 1983.
La
combinazione tra cambiamento climatico e forte sviluppo agricolo sta
causando il declino del numero degli insetti nel mondo. Secondo uno studio
pubblicato su Nature, in alcune aree le popolazioni di insetti si
sono ridotte di quasi il 50% e le specie del 27%. Le aree più colpite
sono quelle coltivate in modo intensivo, prive di riserve naturali nei
dintorni. La situazione è ancora peggiore in quelle zone in cui le temperature
sono molto aumentate e quindi in molte regioni tropicali.
Si chiama
NAC, Natural Asset Company, il più recente tentativo di quotare in borsa gli
ecosistemi, cioè di far entrare nelle logiche finanziarie i beni naturali. Ciò
significa che la nuova categoria di attivi finanziari permetterà di sfruttare
meglio non solo le risorse naturali ma gli stessi processi che sono alla base
della vita sul pianeta.
L’OCSE e
l’AIE stimano che i sussidi al settore dei combustibili fossili forniti dai
governi di 52 economie avanzate o emergenti, che rappresentano circa il 90%
della fornitura globale di energia prodotta da fonti fossili, abbiano raggiunto
un valore medio di 555 miliardi di dollari all’anno, dal 2017 al 2019. Questo
sostegno è calato a 345 miliardi di dollari nel 2020 per il crollo del prezzo
del petrolio e il calo dei consumi durante la pandemia, Ma già prima della
guerra in Ucraina si temeva un rialzo generalizzato dei sussidi. Di recente, il
Fondo Monetario Internazionale ha adottato un metodo diverso di calcolo dei
sussidi, che include sia i sussidi espliciti, c cioè i sistemi per far
pagare di meno i costi di fornitura, sia i sussidi impliciti, cioè gli sconti
fiscali e sui costi ambientali, quindi nel 2020 i sussidi globali hanno
raggiunto i 5900 miliardi di dollari, vale a dire la stima Ocse e Aie
moltiplicata per dieci, e ciò perchè i sussidi impliciti rappresentano il 92%
del totale. E’ da notare inoltre che negli stessi anni i finanziamenti
provenienti da fonti pubbliche e private per l’economia verde erano circa un
decimo dei sussidi. Solo questo fattore spiega l’origine della persistenza del
carbone e del petrolio, oggi ulteriormente aggravata dal conflitto in corso.
Vi è poi un
altro elemento da non dimenticare. Negli ultimi 5 anni, le sessanta maggiori
banche hanno concesso 4600 miliardi di dollari di prestiti alle aziende
legate alle fonti fossili, e in particolare a quelle che stanno espandendo le
loro attività
Per quanto
riguarda l’Amazzonia brasiliana, non si può trascurare il fatto che il
presidente Bolsonaro, oltre a continuare a negare l’esistenza di estesi
meccanismi di danno ambientale, sta cercando di far approvare almeno cinque
leggi che faranno ulteriormente peggiorare la condizione del maggior patrimonio
forestale del pianeta. La prima proposta prevede che se non possono dimostrare
di avere occupate le loro terre a partire dal 5 ottobre 1988 (data della firma
della costituzione brasiliana) gli indigeni non avranno più alcun diritto sulle
loro terre e verranno cacciati. Secondo gli esperti tale riforma potrebbe
colpire almeno 70.000 persone, cioè l’8% della popolazione indigena. Un’altra
proposta è diretta ad aprire i territori indigeni allo sfruttamento minerario,
che da tempo viene esercitato illegalmente e che sta contaminando con il
mercurio – usato per la lavoraione dell’oro – una parte rilevante della
popolazione indigena. Le altre proposte tendon ad aumentare la ricerca delle zone
aurifere, e più in generale le attività minerarie, nonchè l’utilizzo
incontrollato di pesticidi nelle zone coltivate
Infine in
Tunisia è affondata una petroliera, che poteva contenere 750 tonnellate di
carburante, anche se per ora non si segnalano sversamenti. Sembra quindi
probabile che la nave celasse in realtà una qualche truffa relativa al suo
carico.
Suggerimenti
a costo zero per risparmiare l’energia
Il direttore
dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, AIE ha reso noti nove consigli per
ridurre i consumi di energia. Li riportiamo con alcuni commenti sul realismo di
queste indicazioni:
1. Abbassare il riscaldamento e alzare
la temperatura dell’aria condizionata
2. Regolare in modo ottimale la caldaia
3. Lavorare da casa quando possibile
per evitare il pendolarismo
4. Usare l’auto con parsimonia,
sperimentando in particolare l’utilizzo in condivisione con colleghi che
lavorano nello stesso luogo
5. Ridurre la velocità in autostrada
6. Lasciare a casa l’auto la domenica
7. Camminare, usare la bicicletta per
gli spostamenti brevi
8. Usare i mezzi del trasporto pubblico
9. Evitare l’aereo, meglio il
treno
Se tutti i
cittadini dell’Unione Europea rispettassero questi suggerimenti, la
dipendenza dal gas importato dalla Russia diminuirebbe molto, ma non è facile
prevedere un cambiamento così drastico delle abitudini di consumo degli
europei. Se la guerra dovesse continuare e prezzi e blocchi delle materie prime
energetiche dovessero aumentare, i suggerimenti dovrebbero trasformarsi in
norme rigide sostenute da controlli intensi.
Più
realistiche le considerazioni di B. Severgnini sul Pianeta del 30 marzo del
Corriere della Sera, che qui sintetizziamo:
1. La dipendenza da un regime
esportatore di combustibili fossili è pericolosa; le energie rinnovabili sono
in Italia solo il 19,4%
2. E’ indispensabile ridurre al massimo
la dipendenza dall’estero, ma è fondamentale potenziare le fonti rinnovabili
nel nostro paese (biocombustibili, solare, eolico, idroelettrico)
3. Ritiene importanti le indicazioni
fornite dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (vedi sopra)
4. Le autorizzazioni per parchi eolici
o impianti fotovoltaici possono impiegare anche tre anni, e molti enti locali
sono contrari, qualunque sforzo in questo campo richiede immediati e
sostanziosi interventi di snellimento burocratico
5. Sembra sia esclusa la riapertura di
centrali a carbone, ma forse la chiusura delle sette ancora operative in Italia
sarà ritardata, con prevedibili danni ambientali. Nuove centrali nucleari a
fusione e contenimento magnetico sono previste in anni successivi al 2025.
6. In Ucraina esistono oggi quattro
centrali nucleari in funzione, con 15 reattori e coprono il 55% del fabbisogno
energetico del paese. Se fossero colpite, intenzionalmente o meno, le
conseguenze sarebbero disastrose.
7. Ucraina e Russia sono uno dei granai
del mondo, ma le esportazioni sono in parte ostacolate. Egitto, Marocco, Libano
e Algeria sono fortemente dipendenti e anche da altri paesi africani cominciano
a pervenire segnali di difficoltà alimentari. Potrebbero anche aumentare i
tentativi di migrazione via mare.
8. La transizione verso l’auto
elettrica rallenterà, con ulteriori aumenti dell’inquinamento dell’aria
9. Una guerra su scala maggiore
potrebbe diventare rapidamente possibile ed è facile prevedere le drammatiche
conseguenze.
10. Una vera coscienza della
portata della crisi climatica non è ancora molto diffusa e le esigenze di
garantire le fonti energetiche potrebbero ulteriormente rallentare gli
interventi globali diretti a ridurre le emissioni di gas climalteranti.
Infine, è
anche nelle edicole “Io salvo il pianeta”, 101 azioni positive quotidiane, di
G. Caroselli e R.Costa, Typimedia editore, un ottimo testo per modificare senza
ritardi i nostri comportamenti di ogni giorno. E’ un messaggio diretto a tutti
che non dovremmo assolutamente trascurare.
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