La preannunciata (ma da quasi tutti inaspettata) sindemia mondiale da Coronavirus ci ha lasciato impauriti e frastornati. E ora la guerra in Ucraina sta obbligando tutti noi, quelli dei Paesi ricchi dell’Occidente, a interrogarci sui nostri consumi, assurdi e privilegiati.
A Parigi
2015 la COP 21 sul clima aveva preso alcune decisioni, seppure
non vincolanti, ma le successive COP sul clima non hanno prodotto nulla, se non
diluvi di chiacchiere e scritti sull’economia circolare, cioè un’economia non
lineare, e sulla transizione ecologica, analisi in massima parte dettate dal
persistere della presunzione (o stupidità) antropocentrica.
Solo da
qualche anno ho accettato, confesso con fatica, una verità della biologia, cioè
il fatto che io (come tutti gli uomini e gli animali) sono un
predatore, non ho vita autonoma, poiché solo le piante la hanno. L’umanità
globale moderna deve prenderne consapevolezza con assoluta urgenza, se vuole fermare
la sua corsa verso l’estinzione.
Il vecchio e
saggio papa Francesco lo ha scritto con chiarezza nella sua Laudato si’.
Poi, all’esplosione del coronavirus nell’aprile 2020, ha citato in
un’intervista al settimanale cattolico britannico The Tablet un
proverbio spagnolo: “Dio perdona sempre, noi qualche volta, la natura mai” e ha
concluso dicendo“Non so se questa crisi sia la vendetta della natura, ma di
certo è la sua risposta».
Siamo così
stupidi che continuiamo a illuderci di poter vincere questa guerra alla natura,
da noi iniziata duecento anni fa e intensificata sempre più, dalla fine della
II Guerra Mondiale a oggi.
Il ministero
dell’Ambiente in Italia, da febbraio 2021, si chiama ministero della
Transizione Ecologica (MiTe),
un ministero fondamentale per l’applicazione del Next Generation
EU, il progetto della Ue di fine 2020, stilato per risollevare l’economia Ue
dal crollo postCovid. In applicazione di esso ogni Paese Ue ha predisposto un
Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Come si legge
nel sito del governo italiano
“La
transizione ecologica è uno dei pilastri del progetto Next Generation EU e
costituisce una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro. La seconda
Missione (delle sei totali), denominata Rivoluzione Verde e Transizione
Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile,
dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile,
dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e
dell’inquinamento, al fine di migliorare la sostenibilità del sistema economico
e assicurare una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto
ambientale pari a zero”.
A distanza
di un anno, il 16 marzo 2022 il ministero della Transizione Ecologica ha
pubblicato il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (Pngr) in cui si
parla di Economia circolare. Ricordo bene le speranze nate con la
Legge Ronchi sui Rifiuti del 1997, con le sue tre R, la prima Riduzione, la
seconda Riutilizzo, terza e ultima il Riciclo. A venticinque anni da essa,
i dati
Ispra 2000-2020 ci raccontano un fallimento totale e
desolante:
1- nel 2001 i rifiuti urbani (RU)
pro capite/anno erano 516 KG (Nord 524, Centro 595, Sud 463);
2 – nel 2011 RU pro capite/anno totali erano diventati 528 KG (Nord 526, Centro
604, Sud 486);
3 – nel 2019 RU procapite/anno in Italia erano di KG 503;
4- nel 2020 (dopo Coronavirus) RU procapite/anno 488 KG (Nord 506, Centro 524,
Sud 442).
La Raccolta
differenziata, cioè il terzo obiettivo, è arrivata a livello nazionale al 63%
nel 2020, con un forte aumento in tutte le Regioni, dal 42,2% della Sicilia al
74,5% della Sardegna. Invece il primo obiettivo, la
riduzione dei RU è stata di 28 KG procapite/anno rispetto al 2001, poco più del
5%… La grassa Emilia Romagna, con 639 KG procapite /anno (631 nel
2001) è il maggior produttore in Italia di Rifiuti Urbani, pur facendo un’ottima
raccolta differenziata al 72,1%, che è gestita in gran parte dal gruppo Hera,
quotato in Borsa.
Questo
fallimento è avvenuto anche perché i media e tutti gli organi istituzionali
(Stato, Regioni e Comuni) hanno manipolato la gente, ripetendo che per l’Economia
circolare era fondamentalmente la Raccolta Differenziata, perché i Rifiuti sono
sviluppo, anzi “sviluppo sostenibile”, l’importante è una buona gestione di
essi. È evidente: i rifiuti sono ottimo business e danno bei dividendi agli
azionisti. Il risultato di questa impostazione lo si continua a vedere,
ad esempio, a Roma, con rifiuti nelle strade, la vecchia discarica chiusa e un
nuovo inceneritore alle porte, proposto da una giunta “progressista.
La sovranità
energetica
L’ultimo
rapporto IPCC,
la cui sintesi è stata approvata il 27 febbraio 2022 da 195 governi ha ribadito
che
“I
cambiamenti climatici indotti dall’uomo stanno causando pericolosi e diffusi
sconvolgimenti nella natura e colpiscono la vita di miliardi di persone in
tutto il mondo. Le persone e gli ecosistemi con minori possibilità di farvi
fronte sono maggiormente colpiti…. è necessaria un’azione ambiziosa e
accelerata per adattarsi al cambiamento climatico e, allo stesso tempo, ridurre
rapidamente e profondamente le emissioni di gas serra”.
È
praticamente sconosciuto che fino al 2015 c’è stata un’esenzione
militare generale nel calcolo delle emissioni di gas serra, cioè non
venivano calcolate le emissioni prodotte dalle guerre e dalle attività militari
degli Stati (fonte Focus). L’accordo di Parigi del 2015
(Cop21) ha rimosso questa esenzione militare, ma ha lasciato che la
segnalazione delle emissioni dell’intero comparto fosse volontaria, e quindi i
dati o non ci sono o sono di difficile interpretazione. Di certo la guerra in
Ucraina, la più recente delle 58 guerre in atto nel mondo, aggraverà la
situazione delle emissioni e avvicinerà ulteriormente la catastrofe climatica.
L’uscita
dall’uso del carbonfossile, carbone, petrolio e gas, con il blocco
dell’estrazione dal sottosuolo e dal mare, è la lotta indispensabile di tutti i
popoli, ma può avvenire solo se i popoli ricchi diminuiranno drasticamente i
loro consumi e le loro emissioni di CO2 procapite/anno.
Grandi
titoli sui media informano che le emissioni di gas serra di Cina e India hanno
superato quelle degli Stati Uniti, ma sono 15,3 Ton. le emissioni
procapite/anno di ogni abitante degli Usa, rispetto a 1,71 Ton. di ogni
abitante dell’India e 6,84 Ton. di ogni cinese.
L’Associazione
per la decrescita pochi giorni fa ha rilanciato:
Finalmente
si è cominciato parlare di sovranità energetica, un obiettivo che
non c’entra niente con i sovranismi degli Stati nazione. La sovranità
energetica deve essere realizzata a partire nei Territori e dalle sue Comunità,
con la riduzione dei consumi e l’uso di energie rinnovabili autentiche.
La sovranità
alimentare
Nel mondo
obesità e fame sono ormai due facce della stessa medaglia. Il 2000 ha segnato
una svolta per l’umanità: il numero degli adulti in sovrappeso ha
superato il numero di quelli sottopeso (fonte Istituto superiore di sanità). Secondo
i dati più recenti della Fao, a fronte di circa 800 milioni di denutriti (in
rapido aumento soprattutto in Africa), in tutto il mondo sono circa 1,9
miliardi gli adulti sovrappeso e 700 milioni gli obesi: sono obesi 600 milioni
di adulti e oltre 100 milioni di bambini. Ad esempio l’obesità negli adulti è
del 38-35% nei Paesi petroliferi del Medio Oriente è del 36%, in Usa del 22%,
in Brasile del 20%, in Italia del 6%, in Cina e India del 4%.
L’epidemia
di obesità globale ha cause sociali multiple, ma certamente la più importante è
la produzione, la disponibilità e il consumo di cibo spazzature, Junk Food, soprattutto le bevande gassate e
zuccherate, snack ecc, e di cibi processati e pronti, prodotti dal matrimonio
tra agrobusiness e industria alimentare. Questi cibi, in gran parte
patologici, sono tutti a basso prezzo, motivo per cui è in grande aumento
il loro consumo, anche tra le popolazioni povere dei paesi del terzo
mondo. In America Latina 96 milioni di adulti soffrono di obesità.
Nel Next
Generation EU 2020 si parla di Agricoltura sostenibile, un termine generico,
non compare la parola Agroecologia, né si parla di Agricoltura Biologica. Il 23
novembre 2021 è stato votato dal Parlamento Europeo il nuovo documento
per la Politica Agricola Europea (PAC) 2023-2027, che prevede di
stanziare 386 miliardi di euro (40 miliardi di euro all’Italia), circa un terzo
del totale del bilancio dell’Unione Europea. Slow Food ha dichiarato: “Questo
fondamentale Piano strategico è un vero e proprio disastro e a pagarne il conto
sono ancora una volta le piccole aziende agricole, l’ambiente e il clima”.
Le
Associazioni della Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura hanno giudicato
così il Piano Strategico Nazionale (PSN) per l’attuazione della PAC post 2022:
“Non siamo
più neanche di fronte a un tentativo di greenwashing, ma di un vero e proprio
patto per l’agricoltura industriale, che relega a contorno gli impegni per
l’ambiente e il lavoro”
Si stima che
nel mondo vivano circa 476 milioni di indigeni, distribuiti in 5.000 comunità
differenti in tutti i continenti, anche se il 70% di essi abita in quello
asiatico.
Ma io
concordo con Giovanni Pandolfini, un contadino tra gli animatori della
decennale esperienza di Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni, che “indigeni”
sono tutti i contadini del mondo, circa 3 miliardi con le loro famiglie.
Esistono
attualmente nel mondo più di 608 milioni di aziende agricole a conduzione
familiare, che occupano tra il 70 e l’80 per cento dei terreni agricoli
mondiali e producono approssimativamente l’80 per cento dei generi alimentari
mondiali in termini di valore. Circa 200 milioni di piccoli contadini di tutti
i continenti sono organizzati in Via Campesina Internazionale (VCI),
che ha lanciato l’idea di “Sovranità Alimentare“, in occasione del
Vertice mondiale sull’alimentazione del 1996.
Sul sito di
ARI, Associazione Rurale Italiana, che fa
parte di VCI, si legge :
“La
sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti sani e culturalmente
appropriata prodotta con metodi sostenibili e il loro diritto di definire il
proprio cibo e sistemi agricoli.… La sovranità alimentare da priorità alla
produzione alimentare locale e di consumo…. La sovranità alimentare appare come
una delle risposte più potente per il bisogno di cibo, la povertà e la crisi
climatica attuale”.
Da anni lo
slogan di VCI è “l’Agricoltura contadina può nutrire l’Umanità e
raffreddare il Pianeta”. È ancora valido, dato che circa il 50 per
cento delle emissioni di gas serra sono determinate dalla produzione e consumo
di cibo industriale (sommando deforestazione, agricoltura, trasporti, industria
alimentare, refrigerazione ecc), contribuendo a quel surriscaldamento globale
che genera eventi estremi, siccità, incendi e alluvioni, ultimamente perfino
ripetute tempeste di sabbia in Iraq, con polvere che ha oscurato Baghdad e gran
parte di quel Paese.
VCI lo ha
ribadito alla inutile COP 26, svoltasi a Glasgow il 26 Novembre 2021:
“Sovranità Alimentare per la Giustizia Climatica”.
Noi dei
paesi ricchi ci crediamo innocenti, ma le deforestazioni, dell’Amazzonia e non
solo, vengono fatte in tutto il mondo per estrarre minerali per i cellulari
(anche i nostri) e coltivare materie prime Ogm per mangimi (soia e mais in
primis), da usare negli allevamenti intensivi dell’Europa e della Cina. Nel
mese di febbraio 2022, ci sono state in vari Stati del Brasile, Bahia, Minas
Gerais, San Paolo, Rio de Janeiro, piogge torrenziali straordinarie, nonostante
che le piogge siano diminuite e la stagione secca si sia allungata. A
metà febbraio le piogge torrenziali hanno colpito la località turistica,
seppure piena di favele, di Petropolis, in una regione montuosa a
sessanta chilometri dal Rio de Janeiro, su cui è caduta in tre ore una quantità
di pioggia (260 mm) pari a un mese di precipitazioni, determinando lo
smottamento della collina che sovrasta il centro abitato, un tragico
bilancio di 150 morti e più di 100 dispersi.
I
metereologi brasiliani stanno cercando di capire in che misura le
deforestazioni stiano determinando una riduzione dei corridoi di umidità
(chiamati «fiumi volanti») provenienti dall’Amazzonia, importanti nel regolare
le precipitazioni nel sud del paese. Si indaga sulle variazioni di temperatura
delle acque oceaniche e come un oceano più caldo sulla costa brasiliana
favorisca la formazione di aree di basse pressioni che portano piogge
particolarmente intense. Tutte cose assai importanti a livello globale, non
solo in Brasile.
Mentre il
cambiamento climatico avanza e la guerra in Ucraina provoca il blocco dei
cereali destinati in varie parti del mondo, con il conseguente aumento del
numero di affamati, il capo del colosso degli Ogm Syngenta, Erik Fyrwald, in un’intervista al
quotidiano svizzero NZZ am Sonntag ha detto: “Di fronte alla minaccia di una
crisi alimentare globale, aggravata dalla guerra in Ucraina, è necessario
rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori… Dobbiamo
smettere di coltivare bio altrimenti le persone in Africa muoiono”.
Evidentemente fa finta di non sapere che la fertilità della terra, quella che i
piccoli contadini curano e preservano e l’agrobusiness distrugge, è quella che
produce il cibo, trattiene l’acqua dolce e impedisce l’emissione della CO2
contenuta nella terra, in una quantità doppia di quella contenuta
nell’atmosfera.
Una
conversione ecologica globale dei territori
Il termine
transizione ecologica, ora è evidente, è pura ipocrisia, la decrescita è necessaria,
quella dei Paesi ricchi, che sia più o meno felice, una vera e urgente
conversione ecologica, come ci ricorda spesso Guido
Viale su Comune.
L’urgenza
assoluta è rallentare il surriscaldamento globale, e le guerre folli, che
infiammano ulteriormente l’umanità e il Pianeta, abbiamo bisogno di
ripristinare la fertilità della Terra e degli Oceani, migliorare lo stato
attuale, alterato, dei cicli naturali (il ciclo dell’ossigeno, del carbonio,
dell’acqua, dell’azoto ecc.).
Si parla
spesso di plastica e inquinamento degli oceani, ben poco del riscaldamento del
mare, che accelera l’evaporazione e il ciclo dell’acqua: i ghiacciai e i Poli
si sciolgono per il caldo e le acque dolci, solo il 3 per cento del totale,
tornano più velocemente al mare, sempre meno disponibili. Ripristinare i
livelli di duecento anni fa è probabilmente impossibile, tanto è vero che gli
scienziati parlano solo di mitigazione degli effetti del surriscaldamento globale,
prodotto dalla guerra alla natura fatta dalla cosiddetta “Civiltà industriale”.
In questo scenario l‘agricoltura agroecologica resta la vera economia
circolare, perché rifertilizza i suoli, riassorbe la CO2
dall’atmosfera e raffredda il pianeta. Per avere qualche speranza si dovrà
dunque sconfiggere l’apparato industriale-militare, ormai controllato da pochi
Big della finanza globale. Di certo, ci vorranno molte e diverse lotte
popolari. Come dice Via campesina: “Globalizziamo la lotta, globalizziamo la
speranza”.
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