Rula Hassanein non riesce a nutrire la figlia nata prematuramente, in un aumento "spaventoso" delle donne palestinesi arrestate con l'accusa di incitamento
La giornalista palestinese Rula Hassanein, 29 anni, arrestata dalle forze israeliane il 19 marzo, con la figlioletta Elia
(articolo di Fayha Shalash – Middle East Eye – Ramallah, Palestina occupata)
Un tribunale israeliano ha rifiutato di
rilasciare una giornalista palestinese la cui bambina,
nata prematura, dipende per la nutrizione esclusivamente dal latte materno, ha
dichiarato la sua famiglia a Middle East Eye.
Rula Hassanein, 29 anni, è stata arrestata il 19 marzo quando alcuni
militari israeliani hanno fatto irruzione nella sua casa a sud di Betlemme,
nella Cisgiordania occupata.
È stata accusata di incitamento sui social media, un’accusa che viene
spesso rivolta ai palestinesi da quando è scoppiata la guerra a Gaza il 7
ottobre.
Un tribunale militare con sede nel complesso carcerario di Ofer, in
Cisgiordania, ha rinviato per la terza volta la sessione del processo di Rula
ed ha respinto le richieste di cauzione e di rilascio presentate dal suo
avvocato. Il processo è ora fissato per lunedì.
L’anno scorso, Rula aveva dato alla luce due gemelli, Elia e Youssef, con
due mesi di anticipo a causa di complicazioni di salute. Youssef è morto tre
ore dopo.
Elia è rimasta in un’incubatrice per i primi 40 giorni di vita. Ora ha nove
mesi e soffre di un sistema immunitario debole, che le ha provocato ulcere sui
palmi delle mani, sui piedi e sulla bocca.
Quest’ultima le rende difficile nutrirsi, lasciandola dipendere
esclusivamente dal latte materno della madre.
“La mia bambina urlava e piangeva nella sua stanza dopo essersi
svegliata per le voci dei soldati“, ha raccontato Shadi Brejiya, marito di
Rula, a Middle East Eye.”
Brejiya ha raccontato che, al momento dell’irruzione nella loro casa, le
truppe israeliane hanno ammanettato e bendato sua moglie, prima di trascinarla
in un veicolo militare.
Rula ha chiesto di portare Elia con sé in prigione, spiegando agli
ufficiali israeliani i problemi di salute della bambina, ma la sua richiesta è
stata respinta.
Alcune ore dopo l’arresto, Elia ha iniziato a disidratarsi. Non ha assunto
alcuna forma di alimentazione e i medici sono stati costretti a fornirle
nutrimento per via endovenosa.
“Le nostre vite si sono capovolte in un solo momento. Tutto è diventato
desolante e la mia bambina piangeva e urlava davanti a me senza che potessi
aiutarla“, ha detto Brejiya.
Israele ha respinto la richiesta di farmaci
Rula ha avuto le sue complicazioni di salute: nel 2017 le è stato
diagnosticato un disturbo renale cronico.
Sua sorella Hadeelha spiegato a Middle East Eye che Rula soffre di
una glomerulopatia a lesioni minime, che le impone di vedere un
medico ogni quindici giorni e di sottoporsi a esami regolari.
“Siamo riusciti a vederla durante il processo una settimana dopo il suo
arresto. Era molto stanca e il suo volto mostrava stanchezza e mancanza di
sonno e cibo“, ha detto Hadeel.
“Ho cercato di salutarla con la mano, ma le guardie me lo hanno impedito
e mi hanno respinto“.
Dopo essere stata inizialmente portata in un campo militare, Rula è stata
trasferita nella famigerata prigione di Hasharon, nella Cisgiordania occupata,
dove sono detenute le donne palestinesi.
La sorella ha raccontato che le autorità israeliane hanno respinto la
richiesta di Rula di portare con sé medicinali vitali e l’hanno tenuta in
condizioni pessime.
Nella cella non ci sono materassi o coperte e le viene fornito solo un
pasto al giorno, freddo e poco cotto, ha detto Hadeel.
Rula è stata poi trasferita nella prigione di Damoun, dove le condizioni di
detenzione e la mancanza di cibo sono simili.
Aumento ‘spaventoso’ delle donne arrestate
Negli ultimi mesi, Israele ha rapidamente aumentato gli arresti di donne
palestinesi, tra cui giornaliste, avvocate e attiviste – molte delle quali sono
madri – con la generica accusa di incitamento.
Secondo la Palestinian Prisoners Society (PPS), il numero delle detenute ha
raggiunto le 74 unità dopo l’arresto della giornalista Asmaa Harish e di Khadra
Hilal, madre di un palestinese ucciso, durante un raid all’alba di mercoledì a
Ramallah.
Amani Sarahneh, la portavoce del PPS, ha dichiarato a MEE che il volume
degli arresti dall’inizio della guerra a Gaza è stato ‘spaventoso’.
Ha detto che un tale numero di detenuti in un breve periodo di tempo non si
registrava da decenni.
Il numero totale di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane ha
raggiunto i 9.100, di cui quasi 8.000 detenuti dal 7 ottobre.
“L’accusa di incitamento è la più frequente che i detenuti palestinesi
devono affrontare e, quando non viene provata, vengono trasferiti in detenzione
amministrativa, soggetta a rinnovo“, ha dichiarato Amani.
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