Dall’intelligenza artificiale allo sfruttamento dei satelliti. Dai dati sul traffico marittimo alle operazioni di compravendita che si chiudono in millesimi di secondo. Vale tutto sui mercati finanziari, pur di vincere la gara. Arrivare per primi, avere le informazioni una frazione di istante prima degli altri. Essere i più veloci a realizzare qualsiasi operazione di acquisto o vendita.
Secondo un recente articolo di Les
Echos alcuni fondi analizzano le foto satellitari
dei porti per monitorare il numero di container in attesa. L’analisi
di questi nodi nevralgici del commercio mondiale permetterebbe di ottenere
informazioni fondamentali per decidere se acquistare o vendere. E farlo prima
di altri soggetti che operano sui principali mercati finanziari del mondo.
Dai dati
alle previsioni del tempo
Analogamente
sembra che alcuni hedge fund utilizzino le foto
dei parcheggi dei grandi centri commerciali. Per poi incrociare questi
dati con i consumi di elettricità o telefonici e capire in questo modo se il
giro di affari della determinata impresa è in crescita o meno. Prima che le
stesse informazioni siano disponibili tramite la pubblicazione dei bilanci o
altri canali “tradizionali”.
Uno di
questi fondi speculativi poi, si vanta di riuscire a prevedere il
meteo meglio della maggior parte dei siti e dei canali televisivi
specializzati. E lo può fare avendo investito per assumere meteorologi e
scienziati. Un investimento che si rivelerebbe fondamentale per sviluppare il
trading su alcune materie prime. In particolare sul gas naturale, le cui
vendite dipendono in maniera diretta da quanto farà caldo o freddo nel prossimo
futuro.
I fondi del
terzo tipo puntano tutto su big data
Gli esempi
potrebbero moltiplicarsi. Da un lato tecnologie sempre più raffinate, come
l’ottenimento di foto satellitari in alta definizione. Dall’altro il rapidissimo sviluppo dell’intelligenza
artificiale che permette di analizzare su base statistica
un numero gigantesco di dati, per formulare previsioni e quindi scelte di
investimento.
Otto hedge
fund su dieci hanno già adottato questi processi. Integrando l’intelligenza
artificiale nelle attività di ricerca, codifica di informazioni, strumenti di
marketing o analisi dei rischi. Secondo l’articolo citato, sarebbero invece
ancora relativamente pochi i fondi chiamati “del terzo tipo”.
Ovvero che fondano interamente le scelte di investimento sull’analisi
statistica dell’intelligenza artificiale.
Per la
stragrande maggioranza, alla fine del processo ci sarebbe – ancora per il
momento – un intervento umano che decide se investire o meno. Il percorso,
però, sembra tracciato. Colpisce non tanto la direzione in cui si sta andando,
quanto la velocità e la profondità con cui queste nuove tecnologie stanno
cambiando il sistema finanziario. Un cambiamento talmente profondo e repentino che
viene da domandarsi fino a che punto sia la finanza a utilizzare queste
tecnologie. O se non sia piuttosto vero l’opposto.
Sempre più
distanti dall’economia reale
Il vecchio
detto “la forma è sostanza” si potrebbe rileggere in chiave moderna dicendo che
è la piattaforma a creare il contenuto. Per la finanza speculativa, la sfida
per il prossimo futuro è avere accesso al maggior numero di informazioni
possibili (big data); riuscire a interpretarle su base statistica (intelligenza
artificiale); farlo nel minore tempo possibile per battere i concorrenti (potenza
di calcolo).
Un contenuto
sempre più legato a modelli statistici e tecnologici, o in altre parole un
ulteriore allontanamento dalla cosiddetta economia reale. Per
una finanza che già oggi si è in massima parte trasformata da strumento al
servizio delle persone e del pianeta in strumento fine a sé stesso. Per fare
soldi dai soldi. E questa trasformazione distopica non sembra esattamente la
direzione in cui sarebbe auspicabile muoversi.
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