Dalla croce
(dei poveri) alle crociere (dei ricchi): rischia di essere questo il triste
slogan del Giubileo del 2025. È vero, fin dal suo discutibilissimo inventore
(Bonifacio VIII, nell’anno 1300: il papa della Roma «là dove Cristo tutto dì si
merca», nelle amare parole di Dante) l’anno santo è sempre stato anche (quando
non solo) un affare economico. Una «trista commedia» (Massimo D’Azeglio), nella
quale da secoli «i romani tutti erano fatti albergatori» (così già Matteo
Villani): una tale bancarotta morale da far cantare al Belli che «un giubbileo
pe ttanti ladri è ppoco!».
Ma forse a
questo giro si rischia di esagerare davvero: perché invece di conversione e
salvezza, l’anno santo porterà un nuovo terminal per le navi dei ricchi nel
porto di Fiumicino. A prevederlo è il secondo “decreto Giubileo” del pio e
timorato Governo Meloni, che elenca le grandi opere necessarie all’anno
santo che dovranno essere completate entro il 2024. E nonostante che questo hub
del lusso non rientri di certo nelle prime, e probabilmente neanche potrà
rientrare nelle seconde, eccolo elencato al punto 146: «Porto
turistico-crocieristico di Fiumicino Isola Sacra». Dove quel toponimo (sacra)
pare davvero l’unico aggancio con la salvezza delle anime purganti. Così recita
la scheda: «Il Royal Caribbean Group, secondo gruppo crocieristico a livello
mondiale, con base a Miami, ha identificato nel Porto della Concordia di
Fiumicino – Isola Sacra l’opportunità di introdurre una funzione
crocieristica nell’ambito dell’esistente Concessione novantennale come variante
al progetto già approvato, mantenendo prevalente la funzione di Yacht
Marina. Il Gruppo Royal Caribbean, ha quindi costituito la Fiumicino Waterfront
S.r.l., una società di diritto italiano ad hoc partecipata
al 100% da RCG, che sotto il profilo giuridico rappresenta il soggetto
esecutore che, acquisita la concessione demaniale, realizzerà il Porto
turistico di Fiumicino – Isola Sacra. […] L’ampia offerta di approdi per Mega
Yachts risponde a una domanda che mostra segni di grande vitalità e
presenta un alto grado di sinergia e compatibilità con la nuova funzione
crocieristica».
Come ha
notato l’economista dei trasporti Pietro Spirito, sul meritorio blog “Carte in
regola”, «ancorché a finanziamento quasi totalmente privato (439 milioni di
euro), la nuova stazione marittima beneficerà delle procedure autorizzative
accelerate in modo da esser pronto per i pellegrini-crocieristi in arrivo nel
2025. Inutilmente il presidente dell’Autorità di Sistema portuale di
Civitavecchia, Pino Musolino, qualche mese fa chiedeva (retoricamente) allo
Stato di interrogarsi sull’opportunità di autorizzare un progetto privato in
aperta concorrenza con i propri investimenti nel porto di Civitavecchia». Non
basta: secondo l’ormai collaudato modello commissariale, il Giubileo serve a
far saltare la trafila della pianificazione e dei controlli sulla sostenibilità
ambientale a un’opera privata che comporterà lo sventramento dei fondali del
porto, che dovranno passare dagli attuali 5-6 metri a 12,5 metri (il che
significa 3 milioni di metri cubi di sabbia e argilla da rimuovere). E poi, a
regime, Fiumicino sarà investita in pieno dall’‘effetto Venezia’: navi da oltre
5000 passeggeri dovranno tenere i motori accesi in porto per garantire i
servizi alla città galleggiante che sono, mentre almeno 100 pullman al giorno
aggiungeranno ulteriore inquinamento a quello giù prodotto dall’aeroporto
internazionale.
Anche il
paesaggio cambierà, perché accanto all’iconico vecchio faro di Fiumicino si
vedranno navi lunghe 360 metri e alte oltre 70: grattacieli di 25 piani che
nessun piano paesaggistico consentirebbe. E, va da sé, addio balneabilità delle
acque di Isola Sacra, che tra titanici lavori di sbancamento dei fondali e
continuo dragaggio indispensabile alla manutenzione, non saranno certo più
accessibili ai corpi umani.
«Nel
frattempo, i poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema
mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita
finanziaria che tendono a ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità
umana e sull’ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado
umano ed etico sono intimamente connessi. Molti diranno che non sono
consapevoli di compiere azioni immorali, perché la distrazione costante ci
toglie il coraggio di accorgerci della realtà di un mondo limitato e finito.
Per questo oggi qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane
indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola
assoluta». Sono parole profetiche e scardinanti della Laudato sii di
papa Francesco: ma è davvero un terribile paradosso che proprio un giubileo di
questo papa finisca con l’alimentare quel sistema, anziché contestarlo e
smontarlo. Al punto che, per citare ancora il Belli, chi davvero ha a cuore
l’ambiente e la giustizia sociale, «sto ggiubbileo nun ha da dillo un furto,/
Un’invenzion der diavolo, un fraggello?».
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