(intervista di Olivier Turquet)
L’ospedale Bambin Gesù ha rifiutato una donazione natalizia di Leonardo
ritenendola “inopportuna”. La Società ha commentato dicendo “In tutti i teatri
di guerra in corso non c’è nessun sistema offensivo di nostra produzione” (Repubblica, 12
Gennaio).
Abbiamo fatto su questo alcune domande a Antonio Mazzeo, giornalista
pacifista specializzato in questioni militari ed editorialista di Pressenza.
Antonio, sulla base di cosa Leonardo può fare un’affermazione del genere? E
con quale credibilità?
Beh, bisognerebbe chiedere ai manager di Leonardo perché si siano inventati
una risposta che non trova alcun fondamento né tra i comunicati stampa emessi
in tutti questi anni dalla holding armiera a capitale pubblico, né tra le
relazioni ufficiali periodiche delle autorità governative sulle attività di
esportazione delle aziende belliche italiane.
Israele è uno dei partner strategici di Leonardo Spa o delle società
controllate interamente o parzialmente che hanno sede sociale in paesi terzi
(in particolare negli Stati Uniti d’America). Sono stati realizzati negli
stabilimenti di Alenia Aermacchi (Leonardo) di Venegono Inferiore (Varese), i
caccia-addestratori M-346 “Master” dove si formano i top gun dell’Aeronautica
militare israeliana, prima di operare nei cacciabombardieri di IV e V
generazione (come i famigerati F-35 che sono stati predisposti per l’uso di
armi nucleari tattiche) che stanno sterminando morte e distruzione a Gaza,
Libano meridionale e Siria.
Negli stabilimenti AgustaWestland di Leonardo sono stati realizzati gli
elicotteri d’addestramento che le forze armate israeliane hanno acquistato un
paio di anni fa per “formare” i reparti elicotteristici destinati alle
operazioni di guerra. E a bordo dei carri armati che hanno raso al suolo tanti
quartieri di Gaza sono stati predisposti sofisticati sistemi di “autoprotezione”
realizzati in joint venture dalla controllata USA di Leonardo (DRS) e aziende
israeliane leader nel settore bellico.
Questo per quello che riguarda solo il caso di Israele. Ma possiamo
dimenticare l’apporto di Leonardo al potenziamento bellico delle forze armate
turche? Al regime di Erdogan è stato fornito il know how per realizzare in
Turchia gli elicotteri d’attacco “Atak”, la versione nazionale degli Agusta
Westland A129 “Mangusta” di Leonardo, costantemente impiegati dalle forze
armate di Ankara per bombardare i villaggi kurdi in territorio turco, iracheno
e siriano. Ed oltre a questi sistemi di morte, Leonardo SpA, attraverso la
controllata Telespazio, ha fornito alla Turchia componenti vitali per la
realizzazione del programma aerospaziale militare “Göktürk-1”, basato su un
satellite di osservazione della Terra con un sensore ottico ad alta
risoluzione, un centro per l’integrazione satellitare e i test (costruito ad
Ankara) e un segmento terrestre responsabile del controllo missione, della
gestione in orbita, dell’acquisizione e processamento dati. Il satellite
“Göktürk-1” è stato lanciato in orbita il 5 dicembre 2016 dallo spazioporto
europeo di Kourou, in Guyana francese, con un lanciatore italiano VEGA, sotto
il controllo del Centro Spaziale del Fucino di Telespazio.
E’ possibile sapere con una ragionevole approssimazione che parte delle
attività di Leonardo è dedicata alla produzione di armamenti o di sistemi
direttamente legati alla guerra?
Soprattutto il settore aerospaziale transnazionale si sta caratterizzando
per la ricerca, sperimentazione e produzione di sistemi cosiddetti “dual”, che
cioè possono operare in qualsiasi momenti in contesti di tipo “civile” o di
tipo “militare” o in quell’area grigia rappresentata dalle operazioni di
“soccorso” in caso di eventi bellici, pandemie, catastrofi, ecc.
Ciò rende davvero impossibile quantificare le percentuali di produzione a
fini bellici di un’azienda che operi in questo settore. Tuttavia ci sono
comparti produttivi di Leonardo che continuano a caratterizzarsi per
l’esclusiva realizzazione di sistemi d’arma. Penso in particolare agli
stabilimenti ex OTO Melara di La Spezia dove si costruiscono cannoni terrestri
e navali, carri armati e blindati, spesso in joint venture con il gruppo
privato IVECO Defense Systems con quartier generale a Bolzano. C’è poi il
settore della cybersecurity i cui prodotti sono destinati alle forze armate e
gli apparati sicuritari statali. Nelle guerre cibernetiche Leonardo e le
aziende controllate hanno assunto un ruolo chiave in Italia e a livello
internazionale.
Le produzioni della compartecipata (il 30% di Leonardo è capitale pubblico)
che andamento hanno avuto negli ultimi anni?
Gli ordini di prodotti Leonardo sono cresciuti progressivamente negli
ultimi anni (il loro valore era di 11.595.000,000 euro nel 2017, mentre sono
stati per 17.226.000.000 euro nel 2022).
Anche in termini di ricavi i bilanci di Leonardo hanno evidenziato una
forte crescita: 11.527.000.000 euro nel 2017, 14.713.000.000 euro cinque anni
dopo. Nel 2023 fatturati e dividendi sono ulteriormente cresciuti per cui c’è
da attendersi un ulteriore salto in avanti di quella che è ormai si è
consolidata nella classifica “top ten” delle grandi aziende produttrici di
sistemi di guerra.
Ma attenzione, non sono tutte “rose” quello che governi e partiti di
maggioranza e opposizione ci fanno credere quando esaltano le capacità
produttrici di Leonardo e i suoi benefici per la società e l’economia italiana.
I bilanci del gruppo rivelano infatti anche il boom dell’indebitamento della
holding, passato da 2.351.000.000 nel 2018 a 3.016.000.000 nel 2022. Come dire
cioè, che i benefit vanno ai manager e agli azionisti, mentre il pagamento dei
debiti a banche e gruppi finanziari internazionali spetta ai contribuenti
italiani.
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