Cara Unione,
vorrei esprimere la mia solidarietà
a tutte quelle famiglie che con sacrifici immani sostengono i propri figli per
farli diventare medici.
Noi come società abbiamo bisogno di
medici, ma studiare da medico oggi costa mediamente ad una famiglia senza
contributo statale dalle 1000 alle 2000 euro al mese per un costo complessivo
che si può aggirare di 40.000 ai 150.000 euro e forse più.
I costi derivano da: corsi per il
test d’ingresso, tasse universitarie, eventuali alloggi per chi è
costretto a studiare in Università lontane da casa, eventuale laurea
all’estero (traduttori, notai, tasse, alloggi… in Romania, Bulgaria e
Albania ci sono interi quartieri di studenti italiani in medicina).
Non è giusto che per un servizio
che ha così importanti ricadute sul pubblico le famiglie si debbano indebitare
o dismettere patrimoni ereditati familiari con risparmi di generazioni.
Togliere il numero chiuso è una
iattura? Si per le società che forniscono corsi, le agenzie che ti fanno
studiare all’estero, per le Università private e per tutto il mondo accademico
che trae guadagno da questa impostazione.
Caro Parlamento, fa che questa
iattura non continui a ricadere sulle famiglie, liberalizza gli accessi alla
Facoltà, abolisci il numero chiuso.
Grazie dell’attenzione».
Un padre
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