sabato 14 ottobre 2023

Ma macu ses o pira bendes? - Pierfranco Devias

 Quando capitava che dicevo qualche assurdità mio padre mi diceva “Ma macu ses o pira bendes?”.

E’ un modo di dire sardo, che credo che sia legato al fatto che vendere pere (un tempo) sarebbe stata cosa da matti. Pere, fichi, fichi d’india, more e una lunga serie di frutti venivano offerti dalla natura, in questo giardino rigoglioso che è l’isola di Sardegna.

Le pere, nel caso specifico, venivano innestate da tutti e le campagne erano piene di peri selvatici. Ho sentito tantissime volte raccontare che in passato le persone, per semplice passione di farlo, si mettevano a innestare unu pirastru, in terreni pubblici, a beneficio di chi un domani avesse voluto prendere un frutto. Forse anche per quello è nato questo detto.

Poco fa sono tornato dal supermercato e mi è, appunto, tornato in mente questo modo di dire, notando quanto sono cambiati i tempi.

Le pere Conference (credo che ora sia anche la loro stagione) costano quasi 4 euro al chilo. Praticamente un euro l’una.

Il mango, frutto esotico che prima aveva prezzi proibitivi, costa quasi un euro in meno delle pere.

Le banane, portate dall’altra parte del pianeta te le tirano addosso. Idem per l’ananas.

Non so come sia successo – o meglio, lo so benissimo, ma non mi capacito di come sia successo senza che reagissimo – ma abbiamo perso una civiltà che godeva dei frutti della terra, sanos bonos e baratos, e siamo diventati consumatori industriali di prodotti carissimi, che crescono sull’abero della speculazione capitalista.

In televisione ci dicono di mangiare molta frutta e verdura, ma le classi popolari possono farlo sempre meno. Ci dicono che bisogna consumarla perchè fa bene alla salute, ma ogni giorno di più l’alimentazione sta invertendo i suoi referenti tradizionali: oggi i ricchi mangiano frutta e verdura, mentre i poveri mangiano carne e grassi in eccesso, unici alimenti accessibili a costo della loro salute e a costo della devastazione del pianeta.

Nelle nostre campagne, abbandonate dai giovani partiti per cercare sopravvivenza in qualche ristorante o catena commerciale, i fichi, le pere, i fichi d’india, i cachi, cadono a terra e marciscono.

Nei nostri supermercati compriamo quegli stessi prodotti, spesso più scadenti, ma importati dalla Grande Distribuzione e venduti a caro prezzo.

Quello che sta accadendo è insano, malato, assurdo, diabolico. E’ ingiusto.

Oggi mio padre mi avrebbe detto “Si la bendias tando, fis unu macu. Ma si oje ti la còmporas a cuddu prètziu, sende chi in campagna si la mànican sos puzones e si prùdicat in terra, tando ses macu duas bortas”.

E finas a cando amus a lassare sichire custu machìghine, semus macos duas, tres, milli bortas. Totu cantos.

da qui

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