Nella provincia autonoma di Trento, gli orsi continuano a morire. Negli ultimi giorni, nei pressi delle località di Bresimo e Ronzone, altri due plantigradi sono stati rinvenuti senza vita, mentre lo scorso 27 settembre, a Sella Giudicarie (in val Bondone) era stata trovata la carcassa dell’orsa F36. Al momento, le cause dei decessi risultano ignote, ma le associazioni animaliste vogliono vederci chiaro e promettono battaglia: nel solo 2023, infatti, sono ben 7 gli esemplari di orso morti in circostanze da chiarire. Proprio in relazione alla morte di F36, l’ufficio legale di Enpa – rappresentato da Valentina Stefutti – lunedì scorso aveva presentato una denuncia per uccisione di animale, uccisione di specie protetta e uccisione di orso. Ora, alla luce dei nuovi ritrovamenti, ha presentato altre due querele per i medesimi reati.
A dare
la notizia del
rinvenimento dei cadaveri dei due orsi è stata la provincia di Trento con
una stringata nota stampa. “Le carcasse di due orsi sono state rinvenute nei
comuni di Bresimo e Ronzone – è scritto nel comunicato -. Il primo dei due
esemplari è già stato recuperato e consegnato all’Istituto zooprofilattico
delle Venezie”. Enpa ha subito reagito sottolineando
in una nota che “complessivamente da inizio anno sono morti, in circostanze
ancora da chiarire 7 esemplari di orso, vale a dire quasi uno al mese;
una vera anomalia statistica che, secondo l’associazione, non
può essere spiegata con la casualità, ma che rende sempre più probabile l’origine
dolosa“. Le nuove denunce sporte dall’ente, oltre a voler fare chiarezza
sulle cause degli ennesimi decessi, hanno il fine di contribuire a dare impulso
alle indagini. “Quello che sta accadendo in questa parte d’Italia è
assolutamente inconcepibile ed è il risultato – continua Enpa – di un clima
avvelenato, incendiato per motivi elettoralistici. Vorremmo davvero sapere
cosa ne pensa il nostro ministro dell’Ambiente chiuso nel suo silenzio. Fino ad
ora il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha perorato diverse cause,
assecondando spesso la politica faunicida avallata dal governo,
dalle Regioni e dalla maggioranza. Stiamo ancora attendendo che il ministro
spenda una parola per gli orsi del Trentino e si faccia promotore di una forte
iniziativa contro il bracconaggio. Come è nelle sue prerogative istituzionali”.
A farsi sentire è anche la Lega antivivisezionista (Leal), che ha
dato mandato al proprio ufficio legale di depositare una richiesta di accesso
agli atti al fine di capire “modi e circostanze del ritrovamento, e la
richiesta della presenza nelle fasi autoptiche di un nostro perito veterinario
di parte”.
Nella
provincia autonoma di Trento, la politica ha fatto del vero e proprio terrorismo
psicologico sul tema della fauna selvatica, che potrebbe aver
alimentato fenomeni di bracconaggio in un generale clima di impunità. Su questo
versante, un ruolo di primo piano lo ha assunto il presidente della
provincia Maurizio Fugatti, che nel corso degli ultimi mesi ha
firmato varie ordinanze per l’abbattimento di una serie di
esemplari di lupi e orsi, in alcuni casi subito sospese dal Tar (come nel caso
di F36), in altri, in seconda battuta, dal Consiglio di Stato (JJ4 e MJ5). Lo
scorso luglio, Fugatti è riuscito a inserire nella
legge di assestamento del bilancio un regolamento “ammazza-orsi” e
“ammazza-lupi” che non soltanto esautora l’Istituto superiore per la
promozione e la ricerca ambientale dalla gestione della fauna selvatica, ma
offre altresì alla Provincia autonoma la possibilità di “autorizzare le
uccisioni senza dover chiedere il parere (preventivo) dell’Istituto”.
Consentendo addirittura, a specifiche condizioni, di “sparare a vista”
ad orsi e lupi.
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