La costruzione di un
porto temporaneo a Venezia per accogliere le grandi navi ha riaperto un
dibattito che lacera la città da decenni, tra chi si batte per la salvaguardia
della laguna e chi spinge per la crescita economica a tutti i costi
Se dalle finestre
arcuate del campanile di San Marco vedeste un uomo su un piccolo motoscafo che
sfreccia verso l’orizzonte, non lo riconoscereste. Sebastiano Bergamaschi,
cofondatore del movimento Fridays for Future di Venezia, 24 anni, è coperto
dalla testa ai piedi da un passamontagna nero e da una pesante giacca scura.
Solo i suoi occhi si muovono, contro il vento freddo che gli sferza il viso.
Intanto, la barca attraversa il canale Malamocco Marghera, a pochi chilometri
dal centro di Venezia. È il 27 Novembre 2022 e l’attivista è in missione per
verificare la presenza di anomalie: lavori edilizi non annunciati, o il
passaggio non autorizzato di crociere. «Vedete, è da qui che passano ora le
navi», dice mentre ci mostra i contorni sfocati di una imbarcazione
all’orizzonte. «I giganti non sono più dentro casa, li hanno spostati lontano
dagli occhi», aggiunge Ruggero Tallon, attivista del Comitato No Grandi Navi
che ci accompagna nel viaggio.
L'inchiesta in
breve
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Per proteggere il business delle grandi navi a Venezia, l’Autorità portuale
sta costruendo un sistema di approdi provvisori che richiederà interventi
sull’ecosistema lagunare
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Le crociere passeranno per il canale Malamocco Marghera, che già versa in
condizioni critiche dovute all’impatto del traffico marittimo degli anni
sessanta
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Parallelamente, le casse di colmata, un biotopo naturale nell’area,
verranno rinforzate con barriere rigide e sopra vi verranno depositati chili di
fanghi dragati dal canale
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L’ultima volta che il canale è stato dragato, negli anni Sessanta, la città
ha vissuto la più grande acqua alta di sempre (194 cm)
·
L’Autorità Portuale vuole alzare il numero di crocieristi ad un milione al
2027.
Scienziati, organizzazioni ambientali e la Commissione europea hanno espresso
preoccupazione per l’effetto che questo progetto avrà sulla sopravvivenza della
città
Come la maggior parte dei residenti della città, giovani attivisti come
Tallon e Bergamaschi hanno un attaccamento quasi religioso a Venezia. Entrambi
si sono dati all’attivismo politico da studenti e si sono subito uniti al
movimento per il clima. «La prima volta che sono saltato davanti a una barca
avevo diciassette anni», racconta Sebastiano. Una volta terminato il liceo, i
due sono passati da essere compagni di scuola a organizzatori di proteste,
mentre i sindaci diventavano via via più indifferenti alla causa ambientale,
secondo Ruggero.
I due sono in allerta a causa dell’espansione del porto “provvisorio” che
aprirà una nuova strada alle grandi navi nella Laguna di Venezia…
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