martedì 24 ottobre 2023

L’industria zootecnica contro le proposte Ue. Gli animali resteranno in gabbia - Paolo Riva

 

A causa di un’intensa attività di lobby, basata su tattiche sempre meno trasparenti, la Commissione europea ha ritirato la maggior parte delle proposte a sostegno del benessere degli animali da allevamento, nonostante un forte supporto popolare per queste leggi


«Al giorno d’oggi è molto facile attaccare la zootecnia. Non si difende», dice Andrea Bertaglio di European Livestock Voice (ELV). L’organizzazione per la quale lavora è stata lanciata nel 2019 dall’industria della carne europea proprio per «ripristinare un dibattito equilibrato» sugli allevamenti in Europa. Bertaglio, come giornalista ambientale e come consulente in comunicazione, si occupa del tema da anni. Il suo parere, quindi, è quello di un esperto. Eppure, la sua affermazione sembra molto lontano dalla realtà. Anzi, al contrario, rappresentanti e lobbisti di questo settore sembrano avere una particolare influenza sulla politica, a livello europeo, ma anche italiano.

Un’inchiesta condotta da Lighthouse Reports con IrpiMedia e The Guardian, infatti, rivela come una campagna condotta da alcuni gruppi di pressione del settore agricolo e zootecnico, tra cui proprio ELV, ha contribuito a far deragliare una proposta molto attesa per migliorare il benessere di centinaia di milioni di animali da allevamento in Europa. E tutto ciò nonostante l’iniziativa avesse ottenuto un forte sostegno dell’opinione pubblica e del Parlamento europeo.

L'inchiesta in breve

·         Per il 2024, era attesa una proposta della Commissione Ue per migliorare il benessere di centinaia di milioni di animali da allevamento in Europa. Ma arriverà solo in minima parte, nonostante un forte consenso politico e popolare

·         A far deragliare la proposta è stata anche la lobby di agricoltori e allevatori, in particolare modo quella di gruppi come European Livestock Voice – ELV, che dice di voler «ripristinare un dibattito equilibrato» sugli allevamenti

·         In realtà, ELV dà spesso voce ad accademici e ricercatori ritenuti molto vicini all’industria agroalimentare e si muove per influenzare le decisioni politiche Ue

·         ELV nasce nel 2019, ma un’esperienza simile in Italia è attiva da ben prima: è Carni Sostenibili, promossa da Assocarni e altre due associazioni di categoria. Andrea Bertaglio, che si definisce giornalista ambientale, ha lavorato per entrambi

·         Per Bertaglio, «è molto facile attaccare la zootecnia. Non si difende». In realtà, il settore sembra avere una particolare influenza sulla politica, in Ue ma anche in Italia. Molti dei temi sollevati da Assocarni e Coldiretti, per esempio, sono ben recepiti dal governo Meloni

Il benessere animale

Il pacchetto relativo al benessere animale era un insieme di quattro leggi che avrebbero dovuto porre fine a pratiche come il tenere gli animali da allevamento in gabbia, il macellare pulcini di un giorno e il produrre e vendere pellicce. La Commissione Ue aveva promesso di agire dopo che quasi 1,4 milioni di cittadini europei avevano firmato la campagna End the Cage Age e dopo che la stragrande maggioranza dei parlamentari Ue aveva appoggiato l’appello dei cittadini.

Tuttavia, tre delle quattro proposte legislative, compreso il divieto di allevamento in gabbia, sono state stralciate dal programma di lavoro della Commissione europea per il 2024, l’ultimo prima delle elezioni europee del prossimo giugno. Tre funzionari Ue che conoscono il tema, hanno spiegato a Lighthouse Reports che gruppi come ELV e alcune delle associazioni che la sostengono hanno svolto un’aggressiva attività di lobbying per annacquare parti delle leggi sul benessere animale e attaccare i pareri scientifici non allineati con i loro obiettivi.

«I membri di questo gruppo, in particolare l’organizzazione degli allevatori di pollame e delle grandi aziende agricole, hanno lavorato duramente […] in termini di lobbying contro questo», e l’ELV è stato «estremamente incisivo», ha detto un funzionario.

«(Gruppi come ELV) hanno agito […] accusando apertamente l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA, ndr) di non essere sufficientemente imparziale o di non consultare i diversi attori. Questo è stato fatto non solo in una lettera, ma anche in diversi incontri con alti funzionari», ha aggiunto il funzionario.

La Commissione Ue ha spiegato di non aver fatto rientrare le norme per il benessere animale nel suo piano di lavoro 2024 a causa dell’inflazione. Ma, in realtà, tutte queste pressioni dietro le quinte hanno giocato un ruolo, secondo funzionari, legislatori, organizzazioni per il benessere degli animali e documenti ottenuti attraverso richieste di accesso agli atti.

«È uno scandalo che non escano (le leggi per il benessere animale, ndr). È evidente che ricevono pressioni da qualche parte», ha detto Tilly Metz, deputata dei Verdi e leader dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali.

Metz ha detto di aver sentito che le proposte sono sulla scrivania della Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ma sono state abbandonate «per compiacere i più conservatori del suo stesso gruppo (il Partito Popolare Europeo, di centro destra, ndr), che sono strettamente legati ai movimenti dell’allevamento europeo e a Copa-Cogeca», che è la più importante organizzazione di categoria degli agricoltori in Ue.

«È un fallimento delle istituzioni nel mettersi all’opera, nello svolgere il lavoro che devono svolgere, nel soddisfare le aspettative dei cittadini e anche le promesse che hanno fatto», ha detto Olga Kikou, Responsabile degli Affari Europei di Compassion in World Farming, l’ong che ha coordinato la campagna End the Cage Age…

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