venerdì 6 ottobre 2023

Le mani in pasta - Sara Manisera

 

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Dai semi della Mesopotamia all’agricoltura industriale: un viaggio nel mondo del grano per capire chi controlla la filiera, dal seme fino alla pasta.

Il grano è uno degli alimenti più antichi e più commercializzati al mondo, insieme a zucchero, mais e soia. A partire dagli anni Novanta dello scorso secolo, questa materia prima, insieme a molte altre, è stata progressivamente trasformata in merce globale. In gergo, commodity: prodotti standardizzati, facili da immagazzinare, conservabili nel tempo e privi di differenze qualitative, indipendentemente da chi li produce. 

 

A controllare la produzione, la commercializzazione e la distribuzione delle commodities come il grano sono una manciata di grandi aziende che plasmano i mercati e la ricerca in modo da perseguire l’obiettivo finale della massimizzazione del profitto degli azionisti, e non del bene pubblico.

 

Partendo dai semi, Bayer-Monsanto, DowDupont-Corteva, ChemChina-Syngenta e BASF, dominano il 60% del mercato mondiale delle sementi e il 75% del mercato globale dei pesticidi. Quattro società, Archer Daniels Midland, (ADM), Bunge, Cargill e Louis Dreyfus Company, note come “gruppo ABCD”, a cui si aggiunge la cinese Cofco, controllano tra il  70 e il 90% del commercio globale di cereali.

 

Questa straordinaria concentrazione di potere e denaro nel commercio alimentare globale la si trova anche nell’industria della pasta. Le quattro maggiori aziende dell’industria della pasta sono Barilla Holding, la svizzera Nestlé, De Cecco e la russa Makfa. Partendo dai semi, passando per la commercializzazione e la logistica fino ad arrivare all’industria della pasta, sono pochi i gruppi a controllare l’intera filiera del grano.

 

 

Ma quali sono le conseguenze per i cittadini, per la salute e per l’ecosistema?

Si può ancora parlare di libero mercato in un mercato controllato da quattro, cinque grandi conglomerati?

Questo sistema agroindustriale basato su filiere di approvvigionamento globale sfama il mondo? 

Se è vero che l’attuale sistema avvantaggia chi fa economie di scala, è altresì vero che questa agricoltura ha impatti sociali e ambientali che raramente vengono calcolati nel prezzo di vendita del cibo ma sono scaricati come esternalità negative interamente sulle comunità e sull’ambiente. Sono dunque costi d’impresa pagati da altri. 

 

Le mani in pasta è un viaggio che inizia con i semi in Mesopotamia, la terra tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dove l’uomo ha iniziato a domesticare il frumento e i cereali dando vita alla prima civiltà, e si chiude con l’agricoltura industriale e i suoi impatti sulla salute e sull’ambiente. Un viaggio nel mondo del grano per capire chi controlla la filiera, dal seme fino alla pasta, quali sono le conseguenze sulla salute e l’ambiente e quali le possibili soluzioni per ripensare a un’altra agricoltura – ed economia – non guidata da logiche di crescita infinita e massimizzazione del profitto ma rispettosa delle comunità e dell’ecosistema. 

 

CREDITI

Questo lavoro è stato ideato e realizzato da Sara Manisera, Bertha Foundation Fellow 2023, con il sostegno di Bertha Foundation e prodotto da Slow News. 

Illustrazioni di: Vito Manolo Roma

 

 

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