1. Il clima globale
Imodelli
climatici finora disponibili prevedevano un aumento della frequenza e
dell’intensità delle ondate di caldo in Europa occidentale, ma non le
temperature registrate nel mese di aprile. Invece tra il 26 e il 28 aprile
alcune aree della Spagna, del Portogallo, del Marocco e dell’Algeria, hanno
registrato temperature di circa venti gradi superiori alla media stagionale. In
Spagna e Portogallo sono state registrate temperature massime
rispettivamente di 38,8 e 36,9 gradi centigradi, mentre in Marocco si sono superati
i 41 gradi e in Algeria i 40, tutti record assoluti per il mese di aprile.
Secondo uno
studio pubblicato su Nature Communications, l’Afghanistan e una
parte dell’America centrale sono tra le aree più vulnerabili, non solo perchè
si prevedono ondate di caldo da record, ma perchè non hanno le risorse
sanitarie ed energetiche che permettono di limitare i danni. In Europa sono
particolarmente a rischio Germania, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Secondo
l’OMM la temperatura media mondiale arriverà a livelli record nel quinquennio
2023-2027 a causa della crisi climatica e di El Nino, il fenomeno
periodico di riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico. Ciò significa che
nei prossimi anni la soglia degli 1,5 gradi sarà superata spesso. Ciò comporta
che a livello regionale l’Artico continuerà a riscaldarsi più velocemente del
resto del pianeta.
Nel periodo
maggio-settembre nel quinquennio pioverà più che in passato in Europa
settentrionale, in Alaska, in Siberia e nel Sahel, e meno in Amazzonia e
in una parte dell’Australia. Il clima in molte regioni sarà quindi molto
diverso che in passato. Infine, sempre in termini globali, la crisi climatica
ha aggravato la siccità nel Corno d’Africa, perchè l’aumento delle temperature
legato al riscaldamento globale ha contribuito alla scarsità d’acqua in
Etiopia, Somalia e Kenya e lasciando oltre 4 milioni di persone a dipendere
dagli aiuti umanitari per la sopravvivenza. Inoltre i modelli climatici
prevedono che nei prossimi anni la parte settentrionale del Corno d’Africa, a
differenza di quella meridionale, registrerà un aumento delle piogge e un
maggior rischio di alluvioni.
Vediamo ora
l’andamento dei principali fenomeni nell’ultimo mese. In Svizzera la superficie
occupata dai ghiacciai è inferiore del 30% alla media degli ultimi dieci anni.
La situazione è molto simile a quella del 2022, un anno molto negativo per i
ghiacciai alpini. Numerose le punte massime di caldo. Il Vietnam ha registrato
la temperatura più alta di sempre: 44,1 gradi centigradi nella provincia di
Thanh Hoa, nel nord del paese. L’ondata di caldo che ha colpito Bangladesh,
India, Laos e Thailandia ad aprile è stata resa trenta volte più probabile
dalla crisi climatica globale. In Thailandia è stata registrata una
temperatura record di 45,4 gradi.
La siccità
minaccia il traffico marittimo nel canale di Panama, che collega l’oceano
Atlantico all’oceano Pacifico, poiché si è ridotto di molto il livello dei
laghi artificiali Garùn e Alahuela che alimentano il canale. Le dimensioni del
lago Prespa, uno dei più antichi d’Europa, al confine tra Albania, Grecia e
Macedonia del nord, si stanno riducendo rapidamente. Foreste, trecentoventotto
chilometri quadrati di foresta amazzonica brasiliana sono stati distrutti ad
aprile, ma sono il 68% in meno di quanto si è veificato nello stesso mese del
2022. Alluvioni: almeno 22 persone sono morte nelle alluvioni causate dalle
forti piogge che hanno colpito il centro della Somalia mentre sono state quasi
220.000 le persone costrette a lasciare le loro case. Incendi: La provincia
dell’Alberta , nell’ovest del Canada, ha chiesto l’aiuto del governo per
lottare contro una serie di incendi che ha distrutto più di 390.000 ettari di
vegetazione. Successivamente il numero di ettari è stato precisato in 521.000.
e poi ancora in 945.000 . Infine, i cicloni: almeno 81 persone sono morte nel
passaggio del ciclone Moche sullo stato del Rakhine, nell’ovest della Birmania.
I venti sono arrivati fino a 195 chilometri orari, mentre i dispersi sono stati
almeno 100. Successivamente le vittime sono state precisate in 148.
§
Eventi estremi.
In
Catalogna, sud della Spagna, non piove da 32 mesi. Il livello del Guadalquivir,
il grande fiume che alimenta l’Andalusia, è ai minimi storici. Negli Usa,
Arizona, California e Nevada hanno deciso di ridurre del 13% la quantità
d’acqua prelevata dal bacino inferiore del fiume Colorado, che garantisce acqua
potabile a 40 milioni di cittadini in sette Stati, oltre ad essere sfruttato
per irrigare 2,2 milioni di ettari di campi coltivati. Obiettivo è garantire le
forniture idriche di città grandi come Los Angeles. In Calabria è crollato il
viadotto di Longobucco, che era stato chiuso al traffico appena mezz’ora prima.
Sempre in Italia, a Varese, è naufragata nel Lago Maggiore una barca con agenti
dei servizi segreti italiani e del Mossad israeliano, a causa di una tempesta
improvvisa, causando 4 morti. Infine, le temperature minime e massime a livello
globale. Il 18 aprile la temperatura più alta è stata registrata in Bangladesh,
a Kumarkhali, 51,2 gradi centigradi; lo stesso giorno, quella più bassa è stata
registrata a Vostok, in Antartide, dove il termometro è sceso a -67,1
gradi centigradi. In Italia cominciano ad aumentare gli eventi estremi, mentre
ancora quasi nulla è stato deciso in materia di politiche per affrontare il
radicale cambiamento climatico in atto.
3.
Meccanismi economici di danno ambientale, attuali e in previsione
Già nel 2015
l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale denunciava
che il consumo di suolo fosse arrivato al 10,8% (oltre il doppio della media
europea) con picchi da incubo nel Veneto (14,7%), Lombardia (16,3%), Campania
(17,3%), fino al 22,8% in Liguria. Per non dire del suolo consumato in aree a
rischio idraulico, con Toscana ed Emilia Romagna all’11%, Marche al 13% e
Liguria addirittura al 30,1%. Eppure si è continuato a costruire nel solo 2021
con 882 ettari in Lombardia, 683 in Veneto, e 658 in Emilia e Romagna, dove un
sesto del territorio (il 14,6%) è classificato a pericolosità elevata e molto
elevata.
A livello
nazionale, ciò significa 19 ettari al giorno, in un paese fragile come il
nostro, che solo sul fronte delle frane ha contato negli ultimi 50 anni, cioè
dal 1972, 1071 morti, 1423 feriti e 145.548 evacuati. Le piogge torrenziali
degli ultimi giorni sono un’altra conseguenza del riscaldamento globale, contro
il quale ancora nulla si è fatto. In previsione, secondo i meteorologi, il
periodo 2023-2027 sarà quasi certamente il più caldo mai registrato sulla
Terra, poiché il continuo aumento delle emissioni di anidride carbonica e degli
altri gas serra, e il fenomeno El Nino si combineranno per far salire le
temperature. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale arriveranno a
superare di 1,5 gradi centigradi i livelli preindustriali. Questo limite sarà
infranto in almeno un anno dei prossimi cinque, si prevede cioè che la
temperatura globale media per ciascun anno tra il 2023 e il 2027 sarà tra 1,1 e
1,8 gradi sopra la media del periodo 1850-1900. Cioè il limite sarà superato
con sempre maggior frequenza, per spingere le temperature globali verso territori
mai toccati.
Per
concludere, l’ opinione di un famoso fotografo, Sebastiao Salgado,
che avendo raccolto immagini in 130 paesi ed essendo stato in Amazzonia 58
volte, forse ha sul clima una opinione non trascurabile. “Sono sparite
specie molto più forti della nostra, come i dinosauri. Spariremo anche noi. E
non così lentamente come crediamo. La specie umana è condannata? Assolutamente
sì. Il punto di non ritorno è già stato superato. La velocità della distruzione
cresce in modo esponenziale. Il riscaldamento sta accelerando, intere aree
diventano deserti, il mare sempre più caldo emana sempre più anidride
carbonica. Gli scettici sostengono che la Terra si è sempre riscaldata e
raffreddata. Certo. Ma nel corso di migliaia di anni. Non di pochi decenni.
Sarà la fine del mondo? No. Non finirà il mondo; finiremo noi. Il pianeta ha
risorse incredibili, ma le stiamo esaurendo. La Terra è stanca di noi. Ha
attivato meccanismi di difesa, per sbarazzarsi dell’uomo. La gente non sa più
produrre né coltivare, il sistema è fragile. Una crisi potrebbe essere fatale.
Quale crisi? Se comparissero contemporaneamente quattro virus come il Covid,
l’uomo e anche la scimmia rischierebbero l’estinzione. Se esplodesse
Yellowstone, la polvere oscurerebbe il sole per secoli.
4. Il clima
in Italia
Tra il primo
e il due maggio è caduta la pioggia di due mesi in Emilia e Romagna, mai così
tanta da oltre cento anni. Un fenomeno devastante in un territorio alle prese
da settimane con l’emergenza siccità. Bologna e Ravenna sono le province
più colpite, ma allagamenti ed esondazioni si sono verificati anche a Forlì,
Cesena, Modena, Ferrara, Faenza. Oltre alla pioggia, si sono sciolte
anche le nevi ancora sugli Appennini, mentre i terreni molto secchi per la
lunga siccità non sono riusciti a trattenere le grandi quantità d’acqua
arrivate all’mprovviso, quindi fiumi e torrenti si sono ingrossati, in tempi
brevissimi, anche di dieci metri, causando esondazioni e si sono
disciolti molti argini di terra. Quindi almeno due morti e moltissimi
sfollati. Qualche giorno di sosta e poi i fenomeni estremi si riproducono
alla metà del mese, superando in un giorno la media di precipitazioni del mese
di maggio. I fiumi sono tornati ad ingrossarsi quando gli alvei erano ancora al
limite della loro capacità di assorbimento, senza contare i danni causati nelle
zone montuose dalle innumerevoli frane causate dalle piogge. Inoltre solo
una parte di questa acqua sta finendo in falda, il resto tracima e ruscella
via. Il 19 maggio le vittime erano almeno nove, mentre le persone costrette a
lasciare le loro case sono alcune diecine di migliaia.
Un giornale
come il Corriere della Sera riconosce che crisi
climatica significa aumento in intensità e in frequenza dei fenomeni estremi.
Siccità e alluvioni, ondate di caldo e ondate di gelo. “Siamo già entrati in
un’epoca in cui il clima in ogni sua manifestazione è più estremo di come lo
conoscevamo”. Sono 37 i comuni con allagamenti, sono 48 quelli con frane tra
Reggio Emilia e Rimini. Sono esondati 21 fiumi, sono moltissimi i torrenti
gonfi fino al livello massimo di rischio esondazioni. Inoltre si prevede tra
maggio e luglio una umidità superiore alla media. Sono infatti scomparsi
i “boschi ripariali”, quella vegetazione golenale che ha un decisivo “effetto spugna”.
Queste difese naturali sono da tempo scomparse, “abbiamo da tempo irregimentato
i fiumi, gli alvei sono stati canalizzati, le aree di esondazione naturale sono
state occupate da abitati e coltivazioni”. Il 19 maggio le vittime sono salite
a 13, le frane sono diventate almeno 400, le strade chiuse 250. Vengono
analizzati i dati relativi alla eccessiva cementificazione del territorio
regionale, 8,9% rispetto al dato nazionale del 7,1%, anch’esso troppo elevato.
E si sottoliea che si è costruito perfino nelle zone protette. Nei giorni
successivi si precisa il numero delle frane, sono 127 in provincia di
Cesena, e 90 a Ravenna e si diffondono le notizie relative alle precipitazioni
in Piemonte, dove si sono verificati smottamenti e allagamenti, e al maltempo
in Calabria e nelle isole maggiori.
§
Strumenti
Andrea
Giuliacci, Nella peggiore delle ipotesi, Come il clima cambierà il mondo se non
faremo nulla per evitarlo, Rizzoli, Milano, 2023
Fabio Lo
Verso, Il mare colore veleno, Fazi Editore, Roma, 2023
Gaia Vince,
Il secolo nomade, come sopravvivere alla crisi climatica, Bollati Boringhieri,
Torino, 2023
Wolfgang
Sachs, Economia della sufficienza, Appunti per resistere all’Antropocene,
Castelvecchi Editore, Roma, 2023
Francesco
Rutelli, Il secolo verde, Storie, propaganda, realtà, Solferino Libri, Milano,
2023
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