martedì 14 novembre 2023

Ancora 10 anni di glifosato e veleni

 

E’ davvero incredibile, anzi frutto di straordinaria malafede come le tutti le attenzioni finto ecologiche del capitale internazionale si fissino in maniera ossessiva su Co2 e azoto che non fanno nulla di male, mentre tutti i peggiori veleni prodotti dalle grandi multinazionali dell’ agroalimentare sono stati sdoganati e in qualche modo protetti.  Così invece di vietare definitivamente le tossine come il glifosato a causa delle conseguenze chiaramente visibili per le persone, gli animali e l’ambiente, l’’UE  entro l’anno potrebbe estendere l’uso di questo veleno per altri 10 anni. Dal momento che Bruxelles funziona solo come centrale, meglio covo, di lobbismo non c’è alcun dubbio che questa estensione sarà approvata direttamente dalla Commissione

Il tutto viene basato su studi che non hanno ancora “dimostrato in modo assoluto” un rischio per la sicurezza derivante da questo erbicida totale. Certo le cose dimostrabili in assoluto sono ben poche ed anzi in realtà non ce n’è alcuna secondo il teorema dell’incompletezza di Gödel ma in ogni caso la pretesa di una dimostrazione assoluta è sempre stata la via d’uscita delle grandi multinazionali che si tratti del tabacco o dei farmaci. Tanto più che quasi sempre questi centri di potere economico commissionano essi stessi degli studi e l’autorità europea EFSA prende decisioni sulla base di questi ultimi. Per il glifosato esiste il “Glyphosate Renewal Group”, un’associazione di produttori di pesticidi guidata dalla Bayer Agriculture BV, che ovviamente si batte per una proroga. Così benché esistano numerosi studi condotti da scienziati indipendenti che mostrano gli effetti enormemente dannosi del glifosato (“Round up”) sull’ambiente e sulla biodiversità di continuerò ad usarli benché persino i tribunali statunitensi abbiano  già stabilito che il glifosato può causare il cancro. Ma in generale si tratta del fatto che da circa 50 anni siamo in balia di un intero cocktail di pesticidi, fino a 30 tipi diversi  che rimangono sul terreno e si decompongono molto lentamente.

Non si sa assolutamente nulla dell’interazione di 20-30 sostanze diverse: potrebbero non solo sommarsi, ma addirittura aumentare la loro potenza non appena entrano negli organismi viventi. Secondo un recente studio svedese dell’Università di Stoccolma, il processo di approvazione dell’UE avrebbe dovuto essere riformato già da tempo perché le aziende agrochimiche come Bayer/Monsanto o Syngenta sono riuscite a tener fuori al processo decisionale studi che evidenziano rischi significativi per la salute, compresi disturbi dello sviluppo nei feti e nei bambini. Tuttavia, le autorità dell’UE non vedono alcun potenziale tossico nel glifosato, anche se un meta-studio spagnolo dimostra il contrario, vale a dire, tra le altre cose, effetti massicci sulla trasmissione degli impulsi nervosi nel corpo. Uno studio successivo dell’Università di Ulm ha evidenziato danni allo sviluppo degli animali, in particolare danni al cervello. Esiste insomma una cecità intenzionale che viene supportata con l’idea che senza l’uso massiccio di questi prodotti non ci sarebbe cibo per tutti, mentre esistono metodi assai meno invasivi per ottenere ampi raccolti, ma che sarebbero assai deprimenti per gli azionisti dei giganti del settore. e magari farebbe mancare ai decisori quell’incentivo a dire sempre di si. Tutti i soggetti coinvolti sanno senza dubbio che le cose potrebbero andare diversamente, ma il “denaro” continua a regnare sovrano.

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