mercoledì 26 ottobre 2022

Per sempre - Alessandro Ghebreigziabiher

Leggo oggi che oltre l'80% dei corsi d'acqua degli Stati Uniti risulta contaminato da "sostanze chimiche". È solo la premessa, ma confesso che è incompleta e sarà il finale a dirla tutta, come al solito.


C’erano una volta parole che fanno paura, o almeno dovrebbero farla, altrimenti c’era una volta la follia, ovvero l’idiozia o la vocazione allo sterminio di se stessi e di tutti gli altri. E allora di cosa stiamo parlando?
Già, di cosa. Di sicuro non di una storia, bensì di un incubo.
Forse dovrei ribattezzare il sito e chiamarlo Incubi e Notizie, ma dato che queste ultime sono spesso nient’altro che ulteriori incubi a loro volta, il nome diventerebbe Incubi e incubi, e allora è troppo.
Perché abbiamo bisogno di storie, oltre lo schifo che ci circonda, mi sbaglio? Le cerchiamo a occhio nudo, ogni tanto tra i discorsi della gente, o soprattutto nelle pause, perché il silenzio almeno non morde, mentre invece le parole… be’, sono tutta un’altra storia e quindi torniamo al punto.
C’erano una volta quindi parole che paura non dovrebbero farla, o almeno così era un tempo, nei romanzi di una volta o negli sceneggiati, che oggi li chiami serie tv e come per molta altra roba ti sei convinto che sia nata ora.
E invece… invece quando leggevi “per sempre” in quei racconti dalle pagine ingiallite, se era una trama romantica, alla stregua di una fiaba, voleva dire "e vissero felici e contenti" sino alla fine dei giorni. In altre parole, per sempre, leggi pure come il tempo concesso dall’imparziale destino, da un più o meno infallibile Creatore, o anche solo da un presuntuoso narratore che si diverte nel giocare a fare Dio.
Nelle storie di fantascienza gli alieni arrivavano sulla terra per invaderci, talvolta per curiosità, altre per necessità, altre ancora solo per caso, ma la sfortuna è che molti di noi hanno fatto propria solo la prima spiegazione. Chissà perché? Magari perché è esattamente ciò che faremmo noi altri? Mah, ciò che conta è che l’unico desiderio che da allora ci invade per davvero è quello che gli extra umani – ovvero straordinariamente tali – se ne tornino al loro pianeta.
Per sempre, già. Come nei racconti di cappa e spada, di uno contro l’altro o eroicamente molti, tradizionalmente i cattivi, anche se negli ultimi anni stiamo trovando tutti qualche difficoltà nello scovare la fondamentale soluzione di continuità tra le due fazioni. Diciamoci la verità: nel secolo scorso era molto più facile capire per chi avresti dovuto parteggiare, dov'era seduta la squadra in torto, per quanto tutti i posti fossero occupati. Solo che a forza di mondarsi anche verbalmente, dissociarsi da se stessi e auto assolversi ancora prima di essere accusati, stai a vedere che i fascisti erano gli altri…
Nondimeno, ciò che ti spingeva ad andare avanti, pagina dopo pagina, atto dopo atto, fotogramma dopo fotogramma, era veder sconfitto il malvagio responsabile di tutte le disgrazie dei tuoi beniamini.
per sempre era l’auspicabile sottinteso di ogni finale. Non volevi sequel spin off, nessuno se li augurava, perché la notte che seguiva la parola fine volevi dormire sonni tranquilli e magari sognare un’altra storia anche migliore di quella che avevi letto, visto, vissuto.
Non desideravi di certo ritrovarti di fronte all’ennesimo incubo.
La realtà è che ciascuno di noi deve darsi da fare nell’affrontare ciò che la vita richiede, qui e ora. Per il bene di se stessi, dei propri cari e magari anche per il maggior numero di persone.
Detto ciò, seppur con riluttanza, ritorno sui miei passi e riattacco dall’incipit rispettando la suddetta premessa sino in fondo.
C’erano una volta due parole che dovrebbero essere in cima ai nostri pensieri e, per quanto inquietanti, da tenere a mente ogni giorno e in base a esse fare estrema – ma che dico – assoluta attenzione prima di prendere qualsiasi decisione sul presente che ci aspetta, ancora prima che il futuro.
Quelle che ci informano che la stragrande maggior parte dei corsi d’acqua negli Stati Uniti è inquinata da robaccia chimica… per sempre.

da qui

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