venerdì 21 ottobre 2022

Cercasi aereo per il Ruanda - Alessandro Ghebreigziabiher,

 

Qui Regno Unito, anzi, Dimissionato, oltre che SeparatoIsolato Disunito, come già detto in passato.
Ma siamo di parola, okay? L’abbiamo detto e non torniamo indietro, bensì avanti, anche se a questo punto ogni dichiarazione ufficiale, più o meno perentoria, risulta difficilmente credibile. Soprattutto in tempi in cui i muri li fanno tutti ormai, anche chi un tempo desiderava abbatterli.
Indi per cui, le nostre intenzioni restano immutate: non ci frega nulla da dove provengano gli immigrati, quanto hanno sofferto il viaggio o ancor più l’approdo e il tempo che è seguito, cosa rischiano nel loro Paese d'origine o anche nel nostro, e soprattutto se li mettiamo ulteriormente in pericolo spedendoli in Ruanda.
Anche perché quest’ultima non è così brutta come sembra, è solo che la torturano così. Sì, lo so, è un patetico gioco di parole cinico e irrispettoso, ma cosa ti aspetti da noi altri arrivato sin qui? Tatto e sensibilità? Ma per chi ci hai presi? Noi siamo una nazione colonialista prima durante e dopo,  travestita da Stato democratico, mascherato a sua volta da monarchia parlamentare, ma  è tutta scena, sai, qui i nobili contano poco, tranne quando ne muore qualcuno o allorché si distribuiscano tra loro i vari dividendi. E allora che t’aspetti?
Nel mentre, siamo noi che aspettiamo che qualcuno ci dia un aereo, perché gli ultimi che avevano praticamente accettato si sono defilati e non si fa così.
Eppure non ci vuole poi molto,  ce ne basta uno semplice, niente di speciale, basta che sia in grado di decollare quando occorre, due ali, un paio di piloti e un motore, e che abbia il coraggio, ovvero lo stomaco, la coscienza, il cuore e tutte le viscere talmente lordi da atterrare sulle nostre piste e aprire i portelli, che ad avvicinare le scalette e trascinarvi sopra i migranti ci pensiamo noi.
Siamo bravi ed esperti in questo.
Nei secoli passati abbiamo affinato il gesto e perfezionato l’ingrato compito di trasportare umanità come se fosse oggetto sacrificabile quanto vendibile a seconda dell’occasione.
È solo cambiato il contesto e i tempi della trama, malgrado quest'ultima sia sempre la stessa, ma tu non lo dire, che resti tra noi, poiché se poi si fa largo il collegamento dell’attualità con lo schiavismo, nonché le invasioni, i genocidi e il saccheggio del terzo mondo, e allora è buono tutto. Anzi, no, fa schifo, e non lo possiamo permettere.
La Storia di questo secolo e di quelli passati va ridotta in segmenti sconnessi l’uno dall’altro, separati dai decenni precedenti come se tutto vien fuori dal nulla senza una ragione, come abbiamo fatto noi altri con l’Europa.
Ecco a cosa servono i muri, che siano fatti di pietra, metallo o parti appositamente annerite sulle pagine del sottovalutato archivio comune chiamato memoria. Ecco qual è il senso del passaggio tra un millennio e l’altro. Ecco quale fu il vero Bug del medesimo, giammai quello stupidamente temuto: la soluzione di continuità tra ciò che è vero e tutto quel che è possibile fatturare, compresa la vita umana.
Cercasi areo per il Ruanda, quindi, perché di fare il tragitto inverso su una barca ci hanno pensato loro, e non siamo mica scemi, noi.
Perché per quanto infami, siamo in grado di vedere cosa è evidente a qualsiasi distanza: questa gente proviene dall’inferno.
Ah, ma credevi forse non lo sapessimo? Ma è proprio questo il punto: se è da lì che sono partiti, che problema hanno a tornarci? Se non altro, è come se non si fossero mai mossi, fermi nel passato, per quanto orribile.
Be’, vedi, è esattamente ciò che stiamo facendo noi altri, ma all’inverso, poiché non ci servono altri schiavi in patria.
Solo un aereo e, se avanza, pure un nuovo primo ministro per firmare i documenti.

da qui

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