Un intero edifico del polo universitario cagliaritano di Sa Duchessa è venuto giù nella serata di martedi 18 ottobre 2022.
Solo qualche ora prima era pieno di studenti, docenti,
personale ausiliario.
Per fortuna nessuna vittima.
Paolo Truzzu,
sindaco di Cagliari, poco dopo essersi recato sul posto, ha affermato che
il “crollo è avvenuto quando le lezioni erano già concluse”.
Meno male che ci ha reso edotti tutti, da soli non ci
saremmo mai arrivati.
Il suo pensiero è stato chiaro e
lapidario: “il Signore ci ha graziati”.
Ha pienamente ragione.
I Cagliaritani e chi frequenta la Città per ragioni di
lavoro, di studio, turistiche sono esclusivamente nelle mani di Dio.
Chi gestisce la res publica in questa
Città, lì, nell’Isola alla deriva nel Mediterraneo
occidentale, lo fa a sua insaputa e, quando lo sa,
spesso a sua incapacità.
Il sindaco Truzzu ce lo fa capire quotidianamente,
fra strade
strette dominate da sciagurate piste ciclabili
scarsamente frequentate e impuniti parcheggi in doppia fila o
con piste ciclabili destinate a sprecar soldi pubblici e
a far lievitare il
numero degli incidenti stradali ovvero con campagne
pubblicitarie degne di Nosferatu e con la sua voglia
di passare alla storia cambiando i
connotati a veri e propri simboli della Città.
Sempre a Cagliari, qualche anno fa il crollo di
un soffitto nel Liceo “G.M. Dettori”, oltre alla chiusura per
lungo tempo della scuola, portò alla luce una situazione assurda: nella
Provincia solo 5 scuole superiori su 75 avevano il certificato di agibilità,
pur essendo disponibili ben 170 milioni di euro.
Il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di
Cagliari Francesco
Mola, docente di statistica, ha affermato sconcertato che si è trattato di
“un fulmine a ciel sereno”, aggiungendo che
“non c’è stato nessun segnale che si potesse verificare quanto accaduto. Gli
edifici delle nostre facoltà vengono ispezionati regolarmente. Nell’aula
crollata l’ultima manutenzione ordinaria era stata effettuata tre o
quattro anni fa. Non c’è stata nessuna avvisaglia, nessuna crepa o un rumore
che potesse far pensare a un simile cedimento”.
In realtà, crepe e filature erano
state recentemente
fotografate nell’edificio crollato da vari studenti.
E, statisticamente, forse un dubbio poteva
venire.
Chi vive e frequenta Cagliari è davvero nelle
mani di Dio, anche e soprattutto per incapacità umane.
Ne sono un eloquente segnale, a puro titolo di
esempio, gli incidenti stradali e i pedoni investiti nella trafficata Via
Cadello: solo nei primi sei
mesi del 2022, fra i tanti, un bimbo di 15 mesi venne travolto e
ucciso sulle strisce pedonali l’1 febbraio scorso, il 28 aprile
venne sfondata una
vetrina con un’auto, il 19 agosto un ubriaco tamponava
un altro veicolo. Non si contano incidenti e investimenti avvenuti in questi
ultimi anni, fra morti e scontri
frontali.
Basterebbe inserire sulla sede stradale alcuni dissuasori o attraversamenti
rialzati per moderare la velocità, prima causa degli incidenti in una
strada troppo spesso scambiata per
un circuito di Formula 1.
Tante richieste, un’esigenza pressante, nessun
intervento.
In compenso l’attraversamento rialzato è giunto in Via
Asti, strada angusta dove nessun’auto s’azzarda a correre e dove non si ricorda
un investimento di malcapitati pedoni negli ultimi 500 anni.
Sì, chi vive e frequenta Cagliari è davvero nelle
mani di Dio, però la Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Cagliari vuol verificare se esistano responsabilità nel crollo dell’edificio
universitario e ha messo l’intero complesso
sotto sequestro.
Perché aiutati che Dio t’aiuta.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
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